| Anch'io son convinto che la suora barbaramente trucidata sia in Paradiso. Quello che, al contrario mi lascia estremamente perplesso e addirittura non dondivido, è la celerità dei processi canonoci e sopratutto la fretta con cui si aprono. Appena muore una persona che si stima "santa", immediatamente s'inizia l'iter soprattutto sotto la pressione della pressione popolare che nasce da emotività e non da razionalità. Di esempi se ne potrebberp portar tanti. Giovanni XXIII, La Pira, madre Teresa, Escrivà, don Puglisi, don Santoro, Giovanni Paolo I, che fece appena in tempo a salire sul trono, Giovanni Paolo II ecc. Naturalmentte restano esclusi tutti quei martiri, sacerdoti e laici che ogni giorno cadono sotto il machete o i coltelli o le pallottole degli islamici o dei cinesi o d'altri delinquenti nemici della Fede, che "non fanno notizia", e ai quali nessuno o quasi rivolge un pensiero, devoto e grato per l'opera sbvolta. Anche la stampa pasa il tutto sotto silenzio. Soprattutto per i pontefici il processo dovrebbe durare a lungo, almeno quanto il pontificato, magari moltiplicato per 2, per tre ecc.. L'esame di tutta la vita prima e dopo il sacerdozio, pontificato compreso, degli atti compiuti - se per il bene della Chiesa o meno -, l'analisi rigorosa della conformità alla dottrina retta di tutti gli scritti anche privati ecc. questo tempo lo richiedono. E son centinaia di migliaia di pagine, a cui non si può dare una semplice scorsa. Il processo di Pio XII , iniziato quasi 50 anni fa, è sempre aperto, anche se tutte le indagini si son concluse positivamente. Vorrei che la Chiesa tornasse ai processi cauti e lenti d'un tempo. Se si pensa alle migliaia di beati che ancora attendono la...promozione! Le autorità competenti a volte sembran quasi lasciarsi travolgere dall'entusiasmo d'un popolo che grida alla santità quando ha perso qualsiasi briciola di sensus fidei. Non è il numero dei canonizzati a far santa la Chiesa. Meglio pochi, ma fulgido esempio di virtù e di vita spesa nell'amore per Dio.
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