Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Verità e opinione

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Raimundus
view post Posted on 13/11/2013, 20:56     +1   -1




Dedicato ai musicisti che si sentono rispondere, di fronte a un giudizio estetico, che "ciascuno ha i suoi gusti", come se il giudizio tecnico dell'esperto valga quanto quello del profano; e dedicato ai teologi che devono rispondere alle obiezioni più cretine di persone sprovvedute tanto in filosofia quanto in teologia.

Premesso che l'ignorante non è colui che non abbia potuto studiare una data cosa ma soltanto colui il quale parli di argomenti che non conosce; trovo linkato in giro per la rete un post ampiamente condivisibile nella sostanza, pur con dei distinguo, che vorrei sintetizzare, ripulito da un po’ di turpiloquio: «Io vorrei tanto capire chi *** ha sdoganato l’ignoranza; vorrei tanto sapere chi ha tolto al caprone l’onere di informarsi prima di aprire la bocca e rifilato alla persona colta, molto colta, appena più colta – o anche semplicemente informata – quello di dimostrare con disegnini, parole, gentilezza e tante scuse, che le teorie ululate dal caprone suddetto sono p*******e. Io vorrei capire perché l’unica vera parola innominabile in quest’Italia ostaggio del politically correct più estremo, del genitore uno e due, del diversamente caucasico, del diversamente cittadino regolare, dei quaranta punti esclamativi alla fine di ogni singola str***a frase, sia diventata il termine IGNORANTE. Il termine ignorante è impronunciabile. Guai a dire ad un ignorante di m***a che è un ignorante di m***a. TU devi dimostrare di sapere qualcosa, anche se quel “qualcosa” è il tuo mestiere, il tuo bagaglio, quello che hai studiato per una vita intera. […] Tu, biologo, tu medico, tu fisico, tu chimico, tu filologo, tu storico, tu antropologo, tu con i tuoi cinque anni/sei/sette università, con la tua specialità, i tuoi master, i tuoi decenni di studio. Tu che stavi a progettare la dorsale grazie alla quale io “c’ho l’internette e bloggo”, quando io ero alle elementari. [...] Mi DEVI DIMOSTRARE. Perchè io che sono una capra analfabeta, che di mestiere raccolgo pompelmi, che l’italiano non lo parlo perché mi fa fatica ed un poco anche snob, io ti contesto, perchè HO LETTO SU INTERNET CHE. Non mi metto neanche ad elencarle, le valanghe di *** immonde che io e voi tutti leggiamo ogni giorno sull’internette […]. “Ma tu, tu che vuoi sapere di ricerca/biologia/medicina/architettura più dell’architetto biologo medico ricercatore con cui stai parlando… ma tu che basi hai?” […] “La mia opionione conta quanto la tua”. UN ***. La tua opinione conta quanto la mia se parliamo alla pari. Se io sono ignorante come una bestia dei boschi e tu fai la tal cosa per mestiere, la tua opinione conta qualcosa e la mia é aria […]. Ma oggi no, oggi non più. Oggi l’opinione di chiunque vale quanto quella di chiunque altro. Fondata o meno, mediata o meno. Io non leggo, non studio, non mi interesso, ma tu non puoi permetterti di dirmi ignorante. […] in pausa pranzo posano la zappa, accendono il pc et voilà: tutti Dottori».

Fonte: http://verbasequentur.wordpress.com/2013/1...di-turpiloquio/
 
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Angeloflove85
icon12  view post Posted on 14/11/2013, 13:12     +1   -1




L'umiltà è la virtù dell'essere consapevoli di se stessi, dei propri limiti e delle proprie potenzialità, tenendo ben a mente che ci confrontiamo sempre con altre persone, a loro volta portatori di limiti e di facoltà. Il problema è l'assenza di dialogo e di comunicazione: ormai si fanno solo monologhi e poco importa se abbiano o meno sostanza o senso, l'importante è esprimersi, indipendentemente dal contenuto e dalla forma. La comunicazione, invece, obbliga all'ascolto e l'ascolto invita all'apprendimento. Chi ha voglia di comprendere anche semplicemente come avviene l'innesto di un seme pende dalle labbra dell'interlocutore. Il punto saliente non è tanto il dire, ma il fatto che questo dire non sia supportato da un pensiero logico, coerente e razionale. Un concetto profondo si sviluppa a partire da un pensiero profondo: fermo restando che anche un discorso circa una ricetta di cucina presuppone la conoscenza base degli ingredienti e della preparazione, o perlomeno un principio di conoscenza o di interesse della materia. Le parole possono edificare se stessi e gli altri, oppure semplicemente costituire una modalità di "perdita di tempo", ma il tempo - come si suol dire - è prezioso.
 
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1 replies since 13/11/2013, 20:56   43 views
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