Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

L'OSSERVATORE DEI GESUITI, Teologia della Liberazione dopo Benedetto

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Roberto Pepe
view post Posted on 11/9/2013, 23:38     +1   -1




Con la firma del “Gesuita” Gustavo Gutierrez -il capostipite più autorevole della corrente di pensiero di ispirazione latinoamericana-, la “Teologia della liberazione” è riuscita a sbarcare in pompa magna sull’Organo ufficiale della Santa Sede! l’Osservatore Romano ha riportato, infatti, un articolo molto chiaro da parte di uno dei suoi sostenitori di riferimento e coniatore dell’acronimo TdL. Ci troviamo, per caso, di fronte ad un “nuovo” corso teologico dominante?
Ci voleva questo Papa argentino, perché la Teologia della Liberazione fosse avallata ufficialmente a Roma, dopo essere stata messa al bando in modo deciso e perentorio dai precedenti Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI! Ma, attenzione, non è una semplice citazione, ora l’ Osservatore Romano arriva addirittura ad affermare che tale filosofia teologica “… ha svolto un cammino che la colloca senza dubbio alcuno nel solco della cattolicità e a suo servizio, come teologia della Chiesa e per la Chiesa”. Insomma tale movimento era ad un passo per essere messo al bando definitivo, considerato quasi eretico, ed ora si legge che: “La Teologia della Liberazione vuole essere teologia della storia, teologia dei segni dei tempi”.
A pensare che, per Papa Benedetto XVI, quella “Teologia” di natura prettamente politica, nata all'indomani del Concilio Vaticano secondo, ha portato ''ribellione, divisione, dissenso, offesa, anarchia'' grazie a quella che il pontefice definì una ''assunzione acritica di tesi e metodologie provenienti dal marxismo'' all'interno della dottrina cristiana… L’avversione era così netta che il Pontefice emerito gridò un “Convertitevi” affinché quei gesuiti impegnati e collusi con le varie guerriglie sanguinolenti, tornassero a “confrontarsi con l'Istruzione vaticana, accogliendo la luce benigna che essa offre”'

Questi sono stati i “Gesuiti” rivoluzionari in Sud America! Oggi a Roma, il Papa gesuita ha visitato il Centro Astalli gestito dai Gesuiti, accompagnato dagli altri tre ‘confratelli’ gesuiti: il direttore Giovanni Lamanna, il portavoce vaticano Federico Lombardi e il ‘provinciale’ per l’Italia Carlo Casalone.
Papa Bergoglio, per prima cosa, ha abbracciato un gruppo di rifugiati africani, promettendo alla cittadinanza che tutti i conventi chiusi saranno aperti, non per farci alberghi e guadagnare soldi, ma per ospitare tutti i rifugiati politici del mondo. Il Pontefice, nel contempo non si è dimenticato di rimproverare (come ormai è consuetudine) gli italiani ed i romani di “non aiutare davvero chi ha bisogno…” Come se la maggior parte di famiglie romane non avessero, per proprio conto, problemi a sbarcare il lunario… e non avessero -esse stesse- “bisogno” di una vera integrazione sociale! (Mentre la ministro Kyenge va a trovare Balotelli che fila via con la Ferrari)

In pratica, la raccomandazione di Cristo che disse: “… Date a Cesare ciò che è di Cesare…” (per sancire la netta differenziazione tra Stato e Chiesa) e la supplica dei precedenti Pontefici: Giovanni Paolo e Benedetto a non fare della Chiesa una Onlus sociale che si ponga in alternativa o in sostituzione di uno Stato, è diventata “sic et simpliciter” lettera morta, con l’aggravante che: incentivando e pubblicizzando, specialmente oggi, in momenti di guerra, una irresponsabile ricezione di un alto numero di diseredati dal mondo, si potrebbe distruggere anche l’attuale sistema di accoglimento, non più in grado, a lungo andare, di sostenersi…

Qui si innesca un ripensamento che fu fatto dopo l’abdicazione al Sacro Soglio di Papa Ratzinger, ma che allora, ci rifiutammo (tutti) di approfondire. A questo punto domando:
Quella di Benedetto XVI, fu libera scelta personale? O ci fu un tormentato incitamento a lasciare il Trono Papale per opera di qualche forza antagonista che lo pressava insistentemente?

Insomma, Benedetto ricevette un invito che non poteva rifiutare?
Quello, infatti, fu veramente “IL” Grande Papa innovatore! Papa Ratzinger fu l’artefice della battaglia contro il “Relativismo Storico” che combatteva la tendenza di adeguare nel tempo le regole cattoliche snaturate dalle finalità trascendentali, per le necessità richieste dalla vita contingente terrena nel condividere e sminuire con forze laiche e non cristiane taluni punti fondamentali irrinunciabili del cattolicesimo! Epiche, allora, furono le battaglie, supportate dal defenestrato (guarda un po’) Bertone, contro le posizioni interne di alcuni prelati italiani in ambito CEI che -interpretando il cattolicesimo come una forma integrata di “governo terreno” della vita materiale- volevano ricostruire la Balena Bianca, rientrando alla grande nel mondo politico nazionale!

Ripeto il dubbio: L’ ultimo prete-Papa Benedetto lasciò, essendo costretto a lasciare?
E’ legittimo discuterne ora, constatando il continuo attacco al liberismo, al capitalismo, al ricco occidente, evidenziato persino con piccoli messaggi subliminali come il non fare cose che fanno i “ricchi” ed i “potenti”, come: abitare nel palazzo papale, utilizzare grosse vetture ufficiali, servirsi degli assistenti per portare la borsa in aereo, recarsi per riposo a Castel Gandolfo, … e magari galvanizzare i giovani a ribellarsi alle regole, trasformandosi in idoli per le grandi masse tra i non cattolici atei, tra i professoroni, giornalisti e filosofi e tra gli esponenti di altre fedi…

Mi domando, insomma: Il nostro Grande Papa Ratzinger si è per caso sacrificato sua-sponte per non rivelare cose troppo grandi e manovre oscure che avrebbero provocato scismi e capovolgimenti terribili per la Chiesa? Chi spinse a rubare quei documenti “Vatileaks” che quel suo “fedele” maggiordomo prelevò inopinatamente dalla sua stanza? Ma si può concepire che un servitore di un Papa, di testa sua, rubi dei documenti al Pontefice? Per farne cosa? Per quale scopo: Soldi? Cosa pensavano di trovarci?

Una cosa è certa: nonostante la pena inflitta al “ladro”, non si appurò mai cosa, quel segretario, abbia rubato; non si conosce il perché e non si sa per conto di chi…
Ai posteri l’ ardua sentenza!
 
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