Guarigione di sabato

Il passo di Luca 4,31 ci rimanda a due attività compiute da Gesù il giorno di sabato: insegnava alla gente e guariva la gente. La vicenda ha svolgimento a Cafàrnao, nella sinagoga. Tenendo a mente che la legge mosaica vietava lo svolgimento di qualsiasi attività nel giorno del Signore, Gesù supera la legge per interessarsi alle esigenze dell’uomo, mostrando alle folle che la prima preoccupazione di Dio è l’insegnamento, ovvero l’istruzione del suo popolo e la conseguente guarigione. Il fatto peculiare è che la guarigione avvenga in una sinagoga, ovvero nel tempio, nella chiesa. Il demonio può dunque tentare le persone in ogni luogo, anche un luogo di culto, per cui “questa parola” pronunciata da Dio in Persona e, nella fede, da ogni cristiano opera una guarigione interiore e fisica perché “la sua parola aveva autorità”. Il male espresso nella forma della tentazione di un uomo non rimane mai velato a lungo: “cominciò a gridare”, rendendo evidente la sua collera, la sua ira, la sua ostilità e l’aspetto sorprendente della vicenda è che la gente fosse “presa da timore” e “stupita” dalle imprese operate da Gesù. Un fatto attualissimo nelle nostre chiese dove ci meravigliamo di più dell’accoglienza, della gentilezza e del bene, piuttosto che “essere presi da timore” dell’ostilità di taluni cristiani soggiogati dall’egoismo e dalla vanagloria. L’insegnamento di Cristo è vivo ed efficace, come recita un salmo.