Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

I NEOCATECUMENALI

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Guardia Svizzera
view post Posted on 18/3/2006, 19:16     +1   -1




Malvagio! laugh.gif
 
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Raimundus
view post Posted on 19/3/2006, 16:17     +1   -1




"Siamo giunti al punto che dei gruppi liturgici imbastiscono da sé stessi la liturgia domenicale".

Lo afferma il card. Ratzinger nel suo ultimo libro




C'è bisogno come minimo di una nuova consapevolezza liturgica che sottragga spazio alla tendenza a operare sulla liturgia come se fosse un oggetto della nostra abilità manipolatoria. Siamo giunti al punto che dei gruppi liturgici imbastiscono da sé stessi la liturgia domenicale. Il risultato è certamente il frutto dell'inventiva di un pugno di persone abili e capaci.

Ma in questo modo viene meno il luogo in cui mi si fa incontro il totalmente Altro, in cui il sacro ci offre se stesso in dono; ciò in cui mi imbatto è solo l'abilità di un pugno di persone. E allora ci si accorge che non è quello che si sta cercando. È troppo poco, e insieme di qualcosa di diverso. La cosa più importante oggi è riacquistare il rispetto della liturgia e la consapevolezza della sua non manipolabilità. Reimparare a riconoscerla nel suo essere una creatura vivente che cresce e che ci è stata donata, per il cui tramite noi prendiamo parte alla liturgia celeste.

inunciare a cercare in essa al propria autorealizzazione, per vedervi invece un dono. Questa, credo, è la prima cosa: sconfiggere la tentazione di un fare dispotico, che concepisce la liturgia come oggetto di proprietà dell'uomo, e risvegliare il senso interiore del sacro. Il secondo passo consisterà nel valutare dove sono stati apportati tagli troppo drastici, per ripristinare in modo chiaro e organico le connessioni con la storia passata. Io stesso ho parlato in questo senso di "riforma della riforma". Ma, a mio avviso, tutto ciò deve essere preceduto da un processo educativo che argini la tendenza a mortificare la liturgia con invenzioni personali.

Per una retta presa di coscienza in materia liturgica è importante che venga meno l'atteggiamento di sufficienza per la forma liturgica in vigore fino al 1970. Chi oggi sostiene la continuazione di questa liturgia o partecipa direttamente a celebrazioni di questa natura, viene messo all'indice; ogni tolleranza viene meno a questo riguardo. Nella storia non è mai accaduto niente di questo genere; così è l'intero passato della Chiesa a essere disprezzato. Come si può confidare nel suo presente se le cose stanno così? Non capisco nemmeno, a essere franco, perché tanta soggezione, da parte di molti confratelli vescovi, nei confronti di questa intolleranza, che pare essere un tributo obbligato allo spirito dei tempi, e che pare contrastare, senza un motivo comprensibile, il processo di necessaria riconciliazione all'interno della Chiesa.

Oggi il latino nella Messa ci pare quasi un peccato. Ma così ci si preclude anche la possibilità di comunicare tra parlanti di lingue diverse, che è così preziosa in territori misti. Ad Avignone, ad esempio, il parroco del Duomo mi ha raccontato che una domenica si sono improvvisamente presentati tre diversi gruppi, ognuno dei quali parlava una lingua diversa, e tutti e tre desiderosi di celebrare la Messa. Propose quindi di recitare il Canone tutti insieme in latino, così avrebbero potuto concelebrare tutti quanti. Ma tutti hanno respinto bruscamente questa proposta: no, ognuno doveva trovarci qualcosa di proprio. O pensiamo anche a località turistiche: dove sarebbe bello potersi riconoscere tutti in qualcosa di comune.

Dovremmo quindi tenere presente anche questo. Se nemmeno nelle grandi liturgie romane si può cantare il "Kyrie" o il "Sanctus", se nessuno sa più nemmeno cosa significhi il "Gloria", allora si è verificato un depauperamento culturale e il venire meno di elementi comuni. Da questo punto di vista direi che il servizio della parola dovrebbe essere tenuto in ogni caso nella lingua madre, ma ci dovrebbe anche essere una parte recitata in latino che garantisca la possibilità di ritrovarci in qualcosa che ci unisce.

Joseph Ratzinger



da Dio e il mondo. Essere cristiani nel nuovo millennio, Cinisello Balsamo (Mi), Edizioni San Paolo, 2001, pp. 379-381
Tratto da: http://www.unavoce-ve.it/01-02-2.htm

 
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robertopluto
view post Posted on 20/3/2006, 15:25     +1   -1




Devono rientrare nelle linee dettata dal Sommo Pontefice .
Sono una setta in posizione eretica nei confronti della Santa Romana Chiesa.
 
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dante pastorelli
view post Posted on 20/3/2006, 16:06     +1   -1




"Papè Satan, Papè Satan alèppe / cominciò (Roberto) Pluto con la voce chioccia..."
Ma la tua voce a Roma non arriva anche se squillante o rombante, e se arriva non la sentono, e se non la sentono è perché non vogliono sentirla.
Una volta approvato questo "cammino", è difficile ostruirlo. Si dovrebbe cominciare col dichiarar errori gravissimi alcune loro dottrine in conflitto con la dottrine cattolica: e come farlo dopo l'approvazione d'un Papa senza smentirlo o dichiararlo incapace di intendere e di volere? E poi, una volta messi alcuni, in verità pochissimi, paletti ai loro riti, chi vigila sull'ottemperanza? I vescovi? E come?
Tu volevi andare a "fare un casino" alle loro riunioni. Lasciamo perder la parola bruttina e non rispondente alla realtà (quei luoghi erano perfettamente organizzati e ordinati, con precise regole di comportamento): se ci fosse il "sensus fidei" del popolo queste sette non avrebbero possibilità di vita: vescovi e papi ne prenderebbero atto. Ma ormai quel "sensus" non c'è più e se qualcuno davvero andasse a disturbar quelle celbrazioni si beccherebbe un processo e una scomunica.
Già. Diversi anni fa a Port Marly, nella chiesa che i lefebvriani avevano occupato, il vescovo Thomas feve intervenire la forza pubblica per cacciare i fedeli: le foto ritraggono il prete che, mentre celebra la S. Messa rivestito dei paramenti sacri Messa, viene trascinato a forza giù dall'altare dai militari e così per i fedeli. Ebbene Giovanni Paolo II mandò la sua solidarietà a quel vescovo che, insieme ai militari avrebbe dovuto esser scomunciato, lui perché mandante gli altri perché esecutori, d'una violenza ad un ministro di Dio che offre illecitamente certo, ma sempre validamente, il Santo Sacrificio. Cosa avevano raccontato al Papa?
 
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robertopluto
view post Posted on 20/3/2006, 16:50     +1   -1




Caro Dante, è una battuta quella che ho fatto sul casino in risposta a quanto asseriva Raimondo.
Per ciò che concerne il tuo discorso, ne prendo atto, e purtroppo penso sia ormai troppo tardi poter fermare un movimento (in espansione) così folto e radicato nella Chiesa, però bene ha fatto il PAPA con la sua bolla a posizionare dei paletti, che se pur vero che nessuno controlli ahimè, resta il fatto che esiste. Per il processo e la scomunica mi lasciano il tempo che trovano.
Non voglio far discussioni con Te su questo intendimi.
PoteVi altresì risparmiarti il mio nome fra parentesi prima di pluto considerato che non faccio parte della commedia dantesca! Grazie.
 
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dante pastorelli
view post Posted on 20/3/2006, 16:57     +1   -1




CITAZIONE (robertopluto @ 20/3/2006, 16:50)
Caro Dante, è una battuta quella che ho fatto sul casino in risposta a quanto asseriva Raimondo.

Non voglio far discussioni con Te su questo intendimi.
PoteVi altresì risparmiarti il mio nome fra parentesi prima di pluto considerato che non faccio parte della commedia dantesca! Grazie.

I) E che pensi, che non l'avessi capito?
2) Con me si può discutere, non sono la voce della verità.
3) Perché non dovevo mettere il tuo nome? Ti vedevo già tra i neocatecumenali a gridar come Pluto per spaventarli o mandarli all'inferno. Via, facciamo in Purgatorio.
 
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robertopluto
view post Posted on 20/3/2006, 17:04     +1   -1




1) Scusami, pensavo il contrario.
2) Ne sono sicuro.
3) Approvo!
Del resto sei in gamba!
Un saluto, Roberto.
 
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Raimundus
view post Posted on 20/3/2006, 23:20     +1   -1




Non vi posso lasciare un attimo da soli! tongue.gif
 
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robertopluto
view post Posted on 21/3/2006, 11:40     +1   -1




Grazie Babbo!! biggrin.gif
 
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Raimundus
view post Posted on 4/4/2006, 20:20     +1   -1




NUOVE

CONSIDERAZIONI SUL CAMMINO NEOCATECUMENALE



Carissimo Don Elio, molto è stato scritto sul CNC e quello che io posso aggiungere è un niente, come una goccia d’acqua nell’oceano. Tuttavia, come diceva la B.ta Madre Teresa di Calcutta: "Se la tua goccia non arriva all’oceano, quella goccia all’oceano mancherebbe".


Alla base di ogni giudizio deve esserci una conoscenza vera della realtà in questione. Non possiamo rifiutarci di sapere e scoprire cose nuove con la giustificazione che tanto ciò che pensiamo non lo cambieremo mai. Mi viene da pensare ai vecchi Comunisti o Fascisti di un tempo che in nessun modo erano disposti a cambiare idea.


Quando uscii dal CNC, una persona mi disse: "Pensi di essere la persona più intelligente di tutti perché hai scoperto queste cose? Credi che nel CNC non ci siano persone ugualmente intelligenti o credi che siano tutti ingenui ed inconsapevoli?". Io risposi che nel CNC ci sono tantissime persone più brave ed intelligenti di me, ma è altrettanto vero che ci sono persone molto intelligenti anche tra i Testimoni di Geova, tra i Protestanti o tra i seguaci di altre Religioni. Basti pensare che metà della popolazione tedesca segue la religione Protestante. Come lo spieghiamo?

Forse qualcuno pensa che i kamikaze mussulmani che hanno pilotato gli aerei schiantatisi contro le torri gemelle di New York fossero poco intelligenti? Pilotare un aereo non è uno scherzo. Essi erano stati abilmente ‘programmati’ con le tecniche della persuasione (vero e proprio lavaggio del cervello) per compiere quel gesto; erano stati convinti che la loro morte sarebbe stata un ‘martirio’ e, grazie ad esso, sarebbero andati dritti in ‘Paradiso’.

Non basta l’intelligenza personale per abbandonare certi ‘gruppi’, occorre pregare e richiedere incessantemente l’aiuto di Dio, non per uscirne asetticamente, ma per scoprire "la Verità di Dio e la verità degli uomini", spesso abilmente nascoste.


INGANNI E FALSIFICAZIONI

Ho potuto ascoltare qualche catecumeno dire che i direttori del CNC erano stati corretti da Kiko e che quelli tanto criticati fossero oramai da tempo abbandonati dai dirigenti del CNC. Questa è una grande bugia. Lo posso affermare con estrema sicurezza perché è stato un Catechista molto importante del CNC a dirmelo. Egli infatti, pensando di dire una cosa buona sul CNC, mi ha assicurato che lui stesso aveva sia la versione vecchia dei direttori che quella nuova e che aveva constatato come non ci fossero cambiamenti sostanziali tra le due, quasi a dirmi che la parola di Kiko era sempre stata giusta.

Un tempo anch’io avrei detto lo stesso: "Perché mettersi a criticare il CNC, se è stato accettato da tre Papi (Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II )? Chi lo critica pensa forse di avere più discernimento di tre Papi?". Sembra pura follia!

Per chiarire questo punto voglio riportare fedelmente una parte della lettera di Padre Zoffoli al Direttore di Radio Maria: "… Il Papa è certamente infallibile quando si pronunzia come Dottore della Chiesa universale in materia di fede e costumi. In altri campi e contesti i suoi insegnamenti e decisioni sono rispettabilissimi, ma solo a condizione che egli sia a conoscenza dei loro necessari presupposti, forniti dai suoi collaboratori…; se dunque, non erra quando parla "ex cathedra", può errare quando i suoi giudizi dipendono dalle informazioni che riceve da altri, unici responsabili di eventuali comportamenti inopportuni o sbagliati e criticabili. La storia dei Papi abbonda di casi da cui emergono limiti, debolezze e responsabilità alquanto negative attribuite a Pontefici eccessivamente fiduciosi nella competenza e correttezza dei collaboratori.".

Mentendo, Kiko ha sempre raccontato a tutti che i suoi Catechisti nel momento delle catechesi erano ispirati direttamente dallo Spirito Santo e che non esistevano documenti scritti attraverso i quali loro potessero formarsi.


Abilmente Kiko ha sempre fatto sapere le cose ‘positive’ del CNC (vocazioni, avvicinamento alla Parola di Dio per tanti lontani, ecc. ). Per questo i vari Papi hanno accolto e benedetto il CNC alla pari di altri "Cammini di fede", frutti del Concilio Vaticano II. Purtroppo, riguardo ai metodi utilizzati e alla "teologia" insegnata, non è mai trapelato nulla.

A volte penso cosa sarebbe successo se Kiko si fosse presentato al Papa Paolo VI e gli avesse mostrato tutto il contenuto dei suoi Direttori manifestandoGli l’intenzione di diffonderlo nelle Comunità. Credo che sarebbe stato fermato immediatamente. Molti, infatti, hanno detto che nei direttori di Kiko vi sono delle eresie così gravi che se ne potrebbe accorgere anche l’ultimo dei catechisti parrocchiali. Il CNC, invece, è andato avanti silenziosamente, nascondendo abilmente ciò che voleva nascondere per non far impaurire le persone e per non far intervenire il Santo Padre. In tal modo il numero di adepti è cresciuto in tutto il mondo in modo esponenziale, insieme al fervore (che è sicuramente una cosa buona), e al fanatismo acritico verso il CNC stesso. È come un treno che sta percorrendo a forte velocità un binario parallelo, non suo. Cosa fare ?

Tanti Cardinali, Vescovi e Sacerdoti si sono mostrati favorevoli al CNC e tanti altri no: a chi bisogna credere? Sicuramente al Papa! Ora, è noto che Giovanni Paolo II nel 1996 ha potuto finalmente avere tra le sue mani le catechesi di Kiko e così ha potuto leggerle. Cosa avrebbe dovuto fare il Papa? Chiamare Kiko e Carmen per scomunicarli insieme al CNC stesso perché in buona o mala fede avevano ingannato il Papa e tante persone? NO!!! Sicuramente il Papa possiede più discernimento di tutti, ma non poteva fermare di colpo questo "treno in corsa". Se avesse agito così, quanti fedeli entrati in buona fede nel CNC si sarebbero scandalizzati perché non avrebbero potuto capire e si sarebbero persi? Quasi tutti! La scomunica, inoltre, è sempre l’ultimo passo da compiere: si dà solo dopo che si sono tentate tutte le vie possibili per indurre alla correzione. Allora, fin dal 29 gennaio 1997, il Papa pretese gli Statuti dai dirigenti del CNC per cercare di inquadrare questo "Cammino" in seno alla Chiesa Cattolica e, senza tanti stravolgimenti, cominciò ad operare per ridurre la velocità di questo treno e per cercare di indirizzarlo nel binario giusto. L’idea degli Statuti non è quindi nata dalla "testa" di Kiko in modo da dettare regole scritte e sicure per tutte le Comunità del mondo. No! L’idea è nata dalla volontà di Giovanni Paolo II. Kiko non voleva gli Statuti e diceva: "Il mio statuto è il Vangelo". Quanti problemi per farsi approvare gli Statuti! Altro che docile sottomissione ai Pastori della Chiesa! Quante bugie per rassicurare le persone più semplici appartenenti al CNC. Anche certa stampa "cattolica" ha collaborato a confondere le idee: "La Chiesa ha approvato il Cammino Neocatecumenale". Niente di più falso. La Chiesa nel 2002 ha approvato ad experimentum, per cinque anni, solo lo Statuto del CNC e non il Direttorio. È d’obbligo la domanda: "Perché non è stato approvato anche il Direttorio"? Non è forse nel Direttorio che si trovano tutte le catechesi impartite nelle Comunità? La natura eretica che molti hanno attribuito al CNC deriva, appunto, da una attenta analisi delle famigerate catechesi contenute nel Direttorio.

Se queste non sono eretiche, perché la Chiesa non le ha approvate? Se nelle catechesi ci fosse stato solo qualche errore qua e là, avrebbero potuto essere corrette facilmente e in breve tempo. Credo, purtroppo, che le Congregazioni competenti abbiano riscontrato assai più di "qualche errore".


RICERCA DI VERITÀ

Negli anni novanta ci furono tante critiche al CNC e alle sue catechesi. Perché Kiko non le ha buttate via per seguire il Catechismo della Chiesa Cattolica, in modo da zittire tutti e garantire così la perfetta ortodossia al Magistero della Chiesa?

Le catechesi di Kiko sono forse superiori al Catechismo della Chiesa Cattolica? È difficile crederlo. La verità è che le sue catechesi propinano una teologia diversa da quella del C.C.C.. Chi appartiene al CNC, purtroppo, non riesce ad ammetterlo. La cosa peggiore, però, non è questa, bensì il rifiuto di confrontare le sue catechesi (o quanto appreso in Comunità) con il contenuto del Catechismo della Chiesa Cattolica. I Catecumeni sono ciechi e sordi: non si interrogano; nascondono la testa sotto la sabbia, proprio per non vedere nulla, quasi avessero paura di scoprire la verità.

Socrate diceva: "Una vita su cui non ci si interroga non vale la pena di essere vissuta".

Al n. 2467 del C.C.C. troviamo scritto: L’uomo è naturalmente proteso alla verità. Ha il dovere di rispettarla e di attestarla: "A motivo della loro dignità tutti gli uomini, in quanto sono persone, […] sono spinti dalla loro stessa natura e tenuti per obbligo morale a cercare la verità, in primo luogo quella concernente la religione. E sono pure tenuti ad aderire alla verità conosciuta e ordinare tutta la loro vita secondo le esigenze della verità".

Nella Lettera Enciclica "Fides et Ratio" di Giovanni Paolo II, al n. 25 leggiamo: ""Tutti gli uomini desiderano sapere", e oggetto proprio di questo desiderio è la verità. La stessa vita quotidiana mostra quanto ciascuno sia interessato a scoprire, oltre al semplice sentito dire, come stanno veramente le cose. L’uomo è l’unico essere in tutto il creato visibile che non solo è capace di sapere, ma sa anche di sapere, e per questo si interessa alla verità reale di ciò che gli appare. Nessuno può essere sinceramente indifferente alla verità del suo sapere. Se scopre che è falso, lo rigetta; se può, invece, accertarne la verità, si sente appagato…." .


Un sorella del Cammino mi ha detto che non spetta a lei fare queste indagini: "Ho i miei catechisti, ci pensano loro, io mi fido di loro". È come se si salisse su uno tra i vari pullman disponibili per andare in una certa destinazione e poi, durante il tragitto, non si guardasse mai dai finestrini, perché tanto c’è l’autista: è lui che deve scegliere la strada corretta. Sono perfettamente d’accordo. Ma perché non guardare? Di cosa si ha paura? Io e mia moglie lo abbiamo fatto. Abbiamo visto che gli altri pullman, allontanandosi da noi, stavano percorrendo altre strade. Per un po’ di tempo, abbiamo creduto che fossero loro a sbagliare percorso e che noi invece fossimo su quello giusto. Solo più tardi ci siamo accorti che eravamo noi a sbagliare strada. Allora siamo scesi e siamo saliti su un altro pullman.

Non è stato facile scoprire la verità, è stato necessario utilizzare la ragione e l’intelligenza sostenuti da una preghiera continua.


I nostri ex Catechisti ci hanno detto che la ragione è contraria alla fede: c’è infatti l’uomo della ragione (chi è fuori del CNC) e l’uomo della fede (chi è dentro il CNC).

Un Catechista è arrivato ad affermare, con tono molto sicuro, che il demonio si sarebbe impossessato della mia ragione.

Io, invece, credo fermamente che la ragione e l’intelligenza siano doni di Dio e che quindi debbano essere utilizzati, soprattutto per scoprire la verità. La ragione non può essere in contrapposizione alla fede. La fede illumina la ragione. Fede e ragione camminano insieme. Non sono nemiche, ma alleate. Nell’ Enciclica "Fides et Ratio" del Papa Giovanni Paolo II, alla prima pagina, troviamo: "La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità". Lo stesso Papa una volta ha detto: "La fede ha bisogno della ragione per non scadere in superstizione. La ragione ha bisogno della fede per non cedere alla disperazione". Sant’Agostino diceva: "La ragione precede la fede".


SCANDALOSA LA SCELTA DI ENTRARE NELL’AZIONE CATTOLICA

Un catechista NC molto influente ha giudicato un vero scandalo l’abbandonare il CNC per entrare nell’Azione Cattolica.

Io mi domando: Dov’è lo scandalo? Forse abbiamo fatto i voti di appartenere per sempre al CNC? Perché non è considerato uno scandalo il processo inverso? La risposta è semplice. Perché i Catechisti giudicano il CNC migliore d’ogni altra Associazione cattolica.

Ad una persona che ci invitava a ritornare nel CNC, io proposi di venire nell’AC insieme a noi. La risposta fu: "Mai! Che faccio, torno indietro!".

Per quale motivo Kiko, per dare importanza al CNC, nelle sue catechesi parla male degli altri Cammini di fede? San Paolo diceva: "Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiore a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri" (Fil 2,3s).


La cosa che più mi sconcerta è che, per imposizione, si rifiuti a priori il ragionamento e il confronto; che si chiudano gli occhi e non si dubiti mai. Nel Cammino, infatti, non sono ammesse osservazioni: si deve credere sempre come a dei dogmi.

"Il CNC è sempre buono, quindi non si può criticare". Altro che integralismo!


MODO DI CELEBRARE L’EUCARISTIA

È chiaro che Benedetto XVI vuole correggere il modo di celebrare l’Eucaristia da parte del CNC. Tanta gente non ha capito che la lettera del Card. Arinze, inviata a Kiko a nome del Papa, affinché i NC correggano il loro modo di celebrare l’Eucaristia, è solo l’epilogo di un processo iniziato con l’Enciclica "Ecclesia De Eucharistia" di Giovanni Paolo II (2003). In essa infatti, il Papa Giovanni Paolo II, al n. 52, scrive: "Occorre purtroppo lamentare che, soprattutto a partire dagli anni della riforma liturgica post-conciliare, per un malinteso senso di creatività e di adattamento, non sono mancati abusi, che sono stati motivo di sofferenza per molti.... Sento perciò il dovere di fare un caldo appello perché, nella Celebrazione Eucaristica, le norme liturgiche siano osservate con grande fedeltà. Esse sono un’espressione concreta dell’autentica ecclesialità dell’Eucaristia; questo è il loro senso più profondo. La liturgia non è mai proprietà privata di qualcuno, né del celebrante né della comunità nella quale si celebrano i Misteri. L’apostolo Paolo dovette rivolgere parole brucianti nei confronti della comunità di Corinto per le gravi mancanze nella loro Celebrazione Eucaristica, che avevano condotto a divisioni (skìsmata) e alla formazione di fazioni (‘airéseis) (cf. 1 Cor 11,17-34)."

Il pensiero di Benedetto XVI sul modo di celebrare l’Eucaristia è bene espresso nel libro "Rapporto sulla Fede". In esso è riportata l’intervista di Vittorio Messori all’allora Card. Joseph Ratzinger. A pag. 130 leggiamo: "La Liturgia non è uno show, uno spettacolo che abbisogni di registi geniali e di attori di talento. La Liturgia non vive di sorprese "simpatiche", di trovate "accattivanti", ma di ripetizioni solenni. Non deve esprimere l’attualità e il suo effimero ma il mistero del Sacro. Molti hanno pensato e detto che la Liturgia debba essere "fatta" da tutta la comunità, per essere davvero sua. È una visione che ha condotto a misurarne il "successo" in termini di efficacia spettacolare, di intrattenimento. In questo modo è andato però disperso il proprium liturgico che non deriva da ciò che noi facciamo, ma che qui accade. Qualcosa che noi tutti insieme non possiamo proprio fare. Nella Liturgia opera una forza, un potere che nemmeno la Chiesa tutta intera può conferirsi: ciò che vi si manifesta è l’assolutamente Altro che, attraverso la comunità (che non è dunque padrona ma serva, mero strumento) giunge sino a noi. Per il cattolico, la Liturgia è la Patria comune, è la fonte stessa della sua identità: anche per questo deve essere "predeterminata", "imperturbabile", perché attraverso il rito si manifesta la Santità di Dio. Invece, la rivolta contro quella che è stata chiamata "la vecchia rigidità rubricistica", accusata di togliere "creatività", ha coinvolto anche la Liturgia nel vortice del "fai-da-te", banalizzandola perché l’ha resa conforme alla nostra mediocre misura".


L’Eucaristia è fonte e culmine di tutta la Chiesa Cattolica. Kiko non può cambiarla a suo piacimento. Nei "Orientamenti alle équipes di catechisti per la fase di conversione", scrive: "Non c’è Eucaristia senza assemblea. È un’assemblea intera che celebra la festa e l’Eu-caristia; perché l’Eucaristia è l’esultazione dell’assemblea umana in comunione; perché il luogo preciso in cui si manifesta che Dio ha agito è in questa Chiesa creata, in questa comunione. È da questa assemblea che sgorga l’Eucaristia" (p. 317).

Il Papa Giovanni Paolo II nell’enciclica "Ecclesia De Eucharistia " (2003), al n. 31, scrive invece: "Si capisce, dunque, quanto sia importante per la vita spirituale del Sacerdote, oltre che per il bene della Chiesa e del mondo, che egli attui la raccomandazione conciliare di celebrare quotidianamente l’Eucaristia, "la quale è sempre un atto di Cristo e della Sua Chiesa, anche quando non è possibile che vi assistano fedeli"".


Proprio ultimamente sono venuto a conoscenza del pensiero di alcuni Catechisti NC riguardo la loro Eucaristia. Nella lettera del Card. Arinze si concedono due anni di tempo per passare dal loro modo di ricevere la Comunione a quello tradizionale della Chiesa Cattolica. Essi sperano che in questi due anni il Papa si ricreda e cambi idea. Pazzesco! Non l’avrei mai immaginato.

Di recente, lo stesso Kiko, ha precisato che l’Eucaristia Neocatecumenale era stata già approvata da Giovanni Paolo II perché avrebbe più volte celebrato l’Eucaristia insieme ai Catecumeni rispettandone il rito. (È vero che Giovanni Paolo II aveva concesso al CNC di celebrare l’Eucaristia secondo le loro modalità, ma era solo per un tempo definito, non per sempre! Io mi chiedo però: perché dire queste cose ora che il nuovo Papa ha imposto loro di correggersi?!?). Kiko ha inoltre detto: "…Il cammino di riforma che vogliamo costruire ha bisogno di uomini grandi [.…] in grado di mostrare i segni dell’amore".

È chiaro quindi che Kiko vuole riformare la Chiesa Cattolica, ed è convinto che questo compito spetti a lui. Chissà cosa ne pensa il Papa!


DERISIONE DELL’AUTORITÀ DELLA CHIESA

Quanta poca docilità verso il Papa e la Chiesa nelle parole pronunciate da Kiko durante le catechesi di inizio corso 2004-05. Le voglio ricordare per chi ancora non le conoscesse.

A pag. 6 del plico di catechesi consegnato a tutti i Responsabili delle Comunità si legge:

"Non sappiamo cosa succederà con il Cammino neocatecumenale. Quello che è successo già dayenu, ci sarebbe bastato. Adesso cominciamo la battaglia liturgica, la Congregazione per la liturgia ha già fatto una commissione composta da due del Cammino, due della Congregazione e due consultori. Il 5 novembre cominciano a lavorare. Che succederà? Già sappiamo quello che succederà: se possono toglieranno tutto di tutto, perché chi siamo noi per cambiare la liturgia? Dicono:"Adesso scopriamo cose mostruose, si fa perfino una "anafora" sul latte e sul miele. Che orrore!". Ma noi non facciamo nessuna anafora su nessun latte e nessun miele. Solo la prima settimana di Pasqua le comunità che hanno finito il Cammino come segno che sono entrate nel regno fanno questa benedizione del Messale romano che si faceva nell’antichità. Ma dico questo per dirvi con che spirito cominciano a studiare queste cose. Ad ogni modo se ci tolgono la liturgia, molto bene. Santa umiltà di Cristo. Non ci difenderemo, obbediremo in tutto. Ci cacciano via? Benissimo. Dobbiamo andare alle messe della domenica? Benissimo. Santa umiltà di Cristo, chi ti potrà trovare? Non sappiamo che succederà con noi, non lo sappiamo. Quello che Dio abbia disposto sarà per il nostro bene. Se ci rifiutano significherà la loro salvezza."

Quanto poco amore verso la Chiesa in queste parole!


PRESSIONI PSICOLOGICHE

I Catecumeni la prima cosa che ci chiedono quando ci incontrano è: "Come va? Come state?". Non ci sarebbe nulla di male in queste espressioni, se non per il fatto che, avendo noi lasciato il Cammino, secondo loro avremmo lasciato anche Gesù Cristo e quindi si aspettano d’essere confermati nella loro convinzione che senza il Cammino non si può che soffrire. Nelle loro aspettative, quindi, la nostra vita dovrebbe essersi trasformata in un inferno, mentre invece sentono da noi solo risposte positive e ci vedono sereni. La cosa che più meraviglia è che avrebbero preferito sentirsi dire che la nostra uscita dal Cammino era motivata da problemi di coppia; o dal fatto che il CNC per noi fosse stato troppo impegnativo; che avessimo trovato difficoltà a dare la decima o per motivi di questo tipo. Neppure hanno la pazienza di ascoltare le motivazioni che ci hanno indotto ad uscire. Pensano che in questo modo si danneggi la Comunità e si dia un grosso scandalo. Per far fronte a ciò hanno messo in giro tante falsità sul nostro conto. La più grave (giunta a noi tramite una persona esterna al Cammino) è l’affermazione che stavamo vivendo una crisi matrimoniale molto vicina alla separazione. Questo avrebbe giustificato il perché della nostra uscita dal CNC. Niente di più falso. Grazie a Dio il nostro matrimonio è sempre stato solido.

Qualche altro catecumeno ha detto che la colpa è stata tutta di Internet, come se la rete Internet fosse sinonimo di demonio. Certo che se si utilizza per la pornografia o la pedofilia è molto dannosa, ma se la si usa correttamente allora è veramente molto utile per tutti. Anche il coltello utilizzato in cucina per tagliare il pane potrebbe diventare strumento di morte se utilizzato impropriamente. È così per ogni cosa.

Riguardo i nuovi mezzi di comunicazione anche il Papa Giovanni Paolo II, nella Sua "Lettera Apostolica ai Responsabili delle Comunicazioni Sociali" (24 gennaio 2005), invitava i fedeli ad utilizzarli correttamente, sempre per il bene dell’uomo; al p.to 14 scriveva: "Non abbiate paura delle nuove tecnologie! Esse sono "tra le cose meravigliose" -- "inter mirifica" -- che Dio ci ha messo a disposizione per scoprire, usare, far conoscere la verità, anche la verità sulla nostra dignità e sul nostro destino di figli suoi, eredi del Suo Regno eterno. Non abbiate paura dell’opposizione del mondo! Gesù ci ha assicurato "Io ho vinto il mondo!" (Gv 16,33)."

Grazie ad Internet, ho visitato il sito del Vaticano (www.vatican.va) ed ho scoperto che lo scorso anno è stato l’Anno dell’Eucaristia e quello precedente l’Anno del Rosario. Io non ne sapevo assolutamente nulla! Eppure pensavo di appartenere a un Cammino pienamente in seno alla Chiesa Cattolica e fedele agli insegnamenti del Papa. Mi sono così incuriosito chiedendomi come mai nessuno dei miei Catechisti me ne avesse parlato. Questo è stato il fatto che mi ha spinto a ricercare la verità sul CNC.

A volte penso che se Kiko si fosse sottomesso e fidato della Chiesa fin dal principio; se si fosse fatto consigliare dai Cardinali e dai Papi; se non avesse mai mentito e avesse sempre portato nel suo cuore il "morire di Gesù" (come viene detto in un canto del Cammino), noi non saremmo usciti dalla Comunità, perché non avremmo ascoltato tante teorie bizzarre di natura protestante, né avremmo avuto tanti condizionamenti psicologici; non avremmo partecipato ad Eucaristie di serie ‘A’, considerando di serie ‘B’ quelle domenicali. L’Eucaristia dev’essere unica per tutta la Chiesa Cattolica. Senza plagio non potevano certo sorgere tutte queste Comunità, né tanti Seminari "Redemptoris Mater" sparsi in tutto il mondo, né tante ‘vocazioni’ per i Seminari e per i Monasteri di clausura.


LA DECIMA

Senza plagio non sarebbe circolato tanto denaro!

Come mai negli Statuti non si menziona affatto la decima? Eppure nelle Comunità Neocatecumenali si continua ad esigerla con forza. Perché bisogna dare la decima solo al Responsabile della propria Comunità? Perché non darla ad esempio ad un mendicante fermo all’angolo della strada? Perché non si può mettere in una qualsiasi cassetta dell’elemosina? Qualcuno potrebbe dire: "Tu sei libero di darla oppure no". Ciò è vero, ma solo in teoria. Quando ti hanno convinto che se non dai la decima in seno alla Comunità fai una cosa contraria alla Volontà di Dio, non potrai rifiutarti tanto facilmente. Se poi non sei costante, il Responsabile della Comunità va dal Catechista e gli dice che sta raccogliendo meno di prima, allora il Catechista arriva puntuale e rimprovera tutta la Comunità dicendo che non si può fingere con il Signore. Non si può dare la settima, l’ottava, cercando così lo sconto.

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IL CAMMINO NEI MONASTERI DI CLAUSURA

Mi chiedo spesso perché portare il CNC in seno ai Monasteri di Clausura. Che senso ha? Loro hanno già un "Cammino di fede", hanno già delle regole monastiche da rispettare. Perché sconvolgere tutto? Forse Kiko vuole stravolgere o impossessarsi di tutta la Chiesa? Non lo so. È proprio buffo: il CNC era nato per avvicinare alla fede i lontani ed ora invece si prefigge di aprire delle Comunità anche in seno ai Monasteri Benedettini di Clausura, là dove ci sono delle Monache che certamente non sono lontane dalla Parola di Dio.

Quanta presunzione!

Negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la fase di conversione", a pag. 330, Kiko dice: "In molti conventi di monache si dice la messa per riempire il tabernacolo. Abbiamo trasformato l’Eucarestia che era un canto al Cristo glorioso, nel divino prigioniero del tabernacolo".


RESPONSABILITÀ DEI PRESBITERI

Molto spesso penso ai Sacerdoti NC e alla loro grande responsabilità nei confronti di chi è entrato a far parte del CNC. Ricordo che quando frequentavo le catechesi iniziali, pur nutrendo qualche dubbio, fui rassicurato proprio dalla presenza fisica del Sacerdote. Ho sentito anche molte altre persone sentirsi rassicurate dalla presenza silenziosa del presbitero. Mi domando: come hanno fatto i Sacerdoti ad accettare le catechesi palesemente eretiche di Kiko? Io non possedevo le conoscenze teologiche per accorgermi delle eresie che si dicevano, ma loro, che sono i dottori della fede, come hanno fatto? Non se ne sono accorti? Che razza di dottori della fede sono? Cose da non credere! Per fortuna tanti Sacerdoti se ne sono accorti ed hanno subito preso le distanze dal Cammino. Perché gli altri no? Per i soldi? Oppure per avere una vita spensierata? Quando vanno alle convivenze di 3 o 4 giorni abbandonano tutto e tutti (anche noi facevamo così) per rinchiudersi in un albergo lontani da qualsiasi preoccupazione!


IL PAPA NON IMPONE IL CNC

Il Papa non ha mai imposto ai Parroci di accettare il CNC, nemmeno dopo l’approvazione degli ‘Statuti’ ad experimentum nell’anno 2002. Ricordo invece che nelle catechesi di Inizio Corso per l’anno 2002-03 un super Catechista affermò che mentre prima il Parroco poteva rifiutarsi di accettare nella sua Parrocchia il CNC, perché lo credeva eretico, dopo l’approvazione degli Statuti non era più ammessa questa scusa e affermava: "Dire che il CNC è eretico è come dire che anche il Card. Ratzinger è eretico, e questa è un’affermazione… beh… beh… beh…".

Adesso sono convinto che quel super Catechista stesse mentendo, sapendo di mentire. Infatti non poteva ignorare che il Direttorio catechetico del Cammino non era stato affatto approvato dalla Chiesa perché in esso vi sono molte eresie. È evidente quindi la bugia, che però ebbe il suo effetto perché, ricordo, io stesso credetti alle sue parole.


Forse qualche presbitero, ingenuamente, si è illuso di poter correggere da solo le catechesi di Kiko, ma si è imbattuto con qualcosa di più forte di lui e, nel tempo, è stato lui stesso a cambiare mentalità. Uno di questi è arrivato a dire in una omelia che se Bin Laden aveva mandato due aerei contro le Torri Gemelle di New York, non era perché lui fosse cattivo, ma perché il demonio lo aveva costretto a peccare. Come si fa a dire davanti ai ragazzi che non bisogna lottare contro il peccato, perché tanto è una battaglia persa in partenza? Ma siamo impazziti? Questo è il "credo" di Martin Lutero. Per lui l’uomo non è libero di fare il bene perché è privo del libero arbitrio ed è costretto a peccare anche contro la sua volontà. Mi risulta però che cinque secoli fa Martin Lutero si beccò la scomunica da parte della Chiesa Cattolica.


INSEGNAMENTI CONTRARI A QUELLI DELLA CHIESA

Qualcuno potrebbe pensare che queste affermazioni possano essere solo di qualche Sacerdote esaltato, ma che gli altri Presbiteri non la pensino così. No, purtroppo! Perché è Kiko che li ha formati tutti così. Infatti negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la fase di conversione", afferma: "Tu sei schiavo del male: sei schiavo del maligno e obbedisci alle sue concupiscenze e ai suoi comandi" (pag. 129). "Dio ha rivelato la realtà dell’uomo così: l’uomo non può fare il bene perché si è separato da Dio, perché ha peccato ed è rimasto radicalmente impotente e incapace in balia dei demoni. È rimasto schiavo del maligno. Il maligno è il suo signore. (Per questo non valgono né consigli né sermoni esigenti. L’uomo non può fare il bene)" (pag. 130). "Non serve a nulla dire alla gente che si deve amare. Nessuno può amare l’altro. […] E chi ha colpa di questo? Nessuno. Per questo non servono i discorsi. Non serve dire sacrificatevi, vogliatevi bene, amatevi. E se qualcuno ci prova si convertirà nel più gran fariseo, perché farà tutto per la sua perfezione personale" (pag. 136). "L’uomo non può fare di più perché è profondamente tarato. È carnale. Non può fare a meno di rubare, di litigare, d’essere geloso, di invidiare, ecc. Non può fare altrimenti e non ne ha colpa" (pag. 138).

Negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la Convivenza della Rinnovazione del Primo Scrutinio Battesimale", a pag. 93, troviamo: "…l’uomo che pecca vive nella morte. Ma non perché lui sia cattivo, perché vuol far del male. Perché questo è religiosità naturale, che crede che la vita è una prova, che tu puoi peccare oppure no. No, no, l’uomo pecca perché non può fare altro, perché è schiavo del peccato".


Non è possibile pensare che questi contenuti siano solo estrapolazioni dalle quali non si riesca ad evincere il vero pensiero di Kiko! Questa, infatti, è stata sempre l’accusa dei Catecumeni ai tanti Sacerdoti e laici che hanno segnalato le numerose eresie.


Nel Catechismo della Chiesa Cattolica troviamo scritte cose molto diverse.

Al n. 1730 : Dio ha creato l’uomo ragionevole conferendogli la dignità di una persona dotata dell’iniziativa e della padronanza dei suoi atti. "Dio volle, infatti, lasciare l’uomo "in balia del suo proprio volere" (Sir 15,14) perché così esso cerchi spontaneamente il suo Creatore e giunga liberamente, con l’adesione a lui, alla piena e beata perfezione": "L’uomo è dotato di ragione, e in questo è simile a Dio, creato libero nel suo arbitrio e potere".

Al n. 1731: La libertà è il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni deliberate. Grazie al libero arbitrio ciascuno dispone di sé. La libertà è nell’uomo una forza di crescita e di maturazione nella verità e nella bontà. La libertà raggiunge la sua perfezione quando è ordinata a Dio, nostra beatitudine.

Al n. 1732: Finché non si è definitivamente fissata nel suo bene ultimo che è Dio, la libertà implica la possibilità di scegliere tra il bene e il male, e conseguentemente quella di avanzare nel cammino di perfezione oppure di venire meno e di peccare. Essa contraddistingue gli atti propriamente umani. Diventa sorgente di lode o di biasimo, di merito o di demerito.

Al n. 1733: Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. Non c’è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia. La scelta della disobbedienza e del male è un abuso della libertà e conduce alla schiavitù del peccato.

Al n. 1734: La libertà rende l’uomo responsabile dei suoi atti, nella misura in cui sono volontari. Il progresso nella virtù, la conoscenza del bene e l’ascesi accrescono il dominio della volontà sui propri atti.

Al n. 1735: L’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate dall’ignoranza, dall’inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali.

Al n. 1736: Ogni atto voluto direttamente è da imputarsi a chi lo compie: Il Signore infatti chiede ad Adamo dopo il peccato nel giardino: «Che hai fatto?» (Gn 3,13) ….

Nelle Decisioni del Concilio di Trento, troviamo scritto al n. 4: "Se qualcuno dice che il libero arbitrio dell’uomo, mosso ed eccitato da Dio, non coopera in nessun modo esprimendo il proprio assenso a Dio, che lo muove e lo prepara ad ottenere la Grazia della giustificazione; e che egli non può dissentire, se lo vuole, ma come cosa senz’anima non opera in nessun modo e si comporta del tutto passivamente: sia anatema."

Al n. 5: "Se qualcuno afferma che il libero arbitrio dell’uomo dopo il peccato di Adamo è perduto ed estinto; o che esso è cosa di sola apparenza anzi nome senza contenuto e finalmente inganno introdotto nella Chiesa da satana: sia anatema."


Ricordo che in una Eucaristia del sabato sera un Presbitero mi umiliò davanti a tutti perché nell’Ammonizione di una lettura avevo detto che col sostegno dello Spirito Santo era possibile seguire Gesù Cristo, nostro modello. Allora egli intervenne gridando: "Gesù non è il modello di nessuno! Non è come un campione sportivo o un attore". La cosa mi sorprese molto perché il mio pensiero non me l’ero inventato, ma lo avevo letto nel Messale delle Domeniche e delle Feste. Solo poco tempo fa ho scoperto che Kiko negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la fase di conversione", a pag. 124-126, dice: "Non ti sembra che sarebbe meglio un modello più umano, più vicino a noi, perchè in fondo è un modello troppo sublime, irraggiungibile? Perchè in fondo ti sfugge perchè lui era Dio stesso e come possiamo imitarlo noi se abbiamo una natura umana e per di più decaduta? ... La gente pensa che Gesù Cristo è venuto a darci una legge più perfetta della precedente e che, con la sua vita e la sua morte (la sua sofferenza soprattutto), ci ha dato l'esempio perchè noi si faccia lo stesso. Per queste persone Gesù Cristo è un ideale, un modello di vita, un esempio. Non è così."

Ma il C.C.C. al n. 459 così recita: Il Verbo si è fatto carne per essere nostro modello di santità: "Prendete il vostro giogo su di voi e imparate da me…." (Mt 11,29). E al n. 520: Durante tutta la vita, Gesù si mostra come nostro modello: è "l’uomo perfetto" che ci invita a diventare suoi discepoli e a seguirlo; con il Suo abbassamento, ci ha dato un esempio da imitare, con la Sua preghiera, attira alla preghiera, con la Sua povertà, chiama ad accettare liberamente la spogliazione e le persecuzioni.


Nel CNC si dice invece che chi ama il suo lavoro si è fatto un idolo.

San Josemarìa Escrivà, fondatore dell’Opus Dei, diceva invece: "Fate il vostro lavoro con amore e sentirete che gioia".

Giovanni Paolo II diceva: "Impegnatevi nel lavoro con competenza".

E ancora: "E’ bene per l’uomo sforzarsi per essere migliore" (sono in possesso di una sua registrazione su videocassetta).


IL CNC NON È PER DIVENTARE MIGLIORI

I nostri ex-catechisti ci hanno sempre detto che non si va in Comunità per diventare migliori, per essere "buonini". Non bisogna sforzarsi perché fa tutto il Signore. A noi spetta solo riconoscerci peccatori e chiederGli pietà.

I Catechisti ci dicevano continuamente che dovevamo convertirci; che la fede era un dono di Dio e che, quindi, dovevamo chiederla al Signore, ma contemporaneamente ci dicevano che eravamo peccatori e che non potevamo far a meno di peccare perché era il demonio che ci spingeva a compiere ogni sorta di malvagità, anche contro la nostra volontà, e che quindi noi non ne avevamo colpa.

In effetti, coloro che erano avanti nel Cammino ci dicevano sempre che erano peccatori più di prima, non solo perché avevano scoperto la loro vera indole di peccatori, ma perché sperimentavano sempre gli stessi peccati e ricadevano sempre nelle stesse debolezze.

Bisogna proprio sperare che Dio intervenga personalmente con un miracolo per evitare il peccato, dal momento che nel CNC è stato completamente bandito ogni sforzo personale ed ogni cooperazione dell’uomo.

Nel Passaggio della Preghiera ci facevano ripetere ogni giorno, per 15 minuti, la preghiera del ‘Pellegrino Russo’: "Gesù figlio di Davide abbi pietà di me che sono un peccatore". Nessuno ci ha ricordato di aggiungere: "col Tuo aiuto Signore mi sforzerò di seguire la Tua Parola, di compiere il bene e di evitare il male".

Un Catechista ci ha detto anche: "il Regno di Dio non è per i buonini, per le brave persone che tutte raccolte pregano … ma è per i violenti, cioè per quelle persone che si fanno violenza, che lottano con violenza con se stessi per riuscire a pregare…. Questa Chiesa è fiacca, occorre rinvigorirla, il Signore ha chiamato te che sei la Sua Chiesa. Pensate all’Eucaristia, una cosa importante; l’Eucaristia della notte di Pasqua è lunga e piena di festa, la notte in cui Cristo vince la morte; invece che si fa? Una Eucaristia che dura poco…. Occorre pregare chiedendo a Dio che ci faccia giustizia con chi ci fa del male, con il maligno, che ci venga a liberare….. Se qualcuno si scandalizza e se ne va non è importante per noi, tanto se siamo 20, o 15, o 10, o 7, non fa niente. Anche se fossimo in tre, per noi andrebbe bene lo stesso. Tanto, molti sono i chiamati ma pochi gli eletti…... Noi non vi abbiamo detto mai di sforzarvi perché non si tratta di sforzo, basta accogliere lo Spirito di Gesù per essere liberati dalla schiavitù del peccato…. Dobbiamo combattere per essere costanti nella preghiera…".

Un altro Catechista ci ha detto: "Sapete perché il Signore non vi permette di cadere nella tentazione e non vi fa succedere niente di brutto? Perché siete stati eletti, essendo stati chiamati in questo Cammino Neocatecumenale…. La preghiera non è un obbligo…. A partire da questa notte, ci alzeremo alle 3 per pregare…. La prossima volta sentiremo qualcuno per vedere com’è andata…. Se arriverete tardi a lavoro non è importante ".


Cosa pensare di pensieri così intrecciati e sballati? Di questi stratagemmi tesi apposta per indurti a fare quello che loro dicono? Se la preghiera non è un obbligo, che senso ha dire che la prossima volta verrà sentito qualcuno per vedere com’è andata? Cosa fa il povero adepto di fronte a ciò? Anche se la preghiera non è un obbligo, anche se il mattino successivo si deve alzare presto per andare a lavoro, è costretto ad alzarsi alle 3 di notte per pregare; se infatti venisse interrogato, proprio lui, davanti a tutta la Comunità, cosa potrebbe dire se non ha obbedito? Verrebbe umiliato. Ecco allora che è meglio obbedire e così il terrorismo psicologico ha sortito il suo effetto.

Altro modo di terrorizzare è di far credere che se si abbandona il CNC il Signore ritirerà la Sua mano dalla nostra testa, permettendo che ci accadano le disgrazie peggiori.


CONDIZIONAMENTI PSICOLOGICI

Ci sono persone nel CNC che non reagiscono se si parla male del marito o della moglie, dei loro figli o di se stessi, del Parroco o del Vescovo, di qualche Cardinale o del Papa o di Dio stesso, ma che ti "azzannano con sacro furore" se osi avanzare la minima critica sulla bontà del CNC. Mi sono chiesto spesso se le persone che arrivano a dirti che se abbandoni il CNC abbandoni Gesù Cristo e che sei destinato a perderti perché il demonio è entrato in te; che considerano il CNC nettamente superiore a tutti gli altri Cammini di fede e come unico mezzo per arrivare ad una fede adulta, abbiano mai avuto il dubbio che il loro idolo potrebbe essere il Cammino stesso.


BISOGNA ODIARE

A chi entra nel Cammino Kiko dice che deve imparare a odiare. Infatti negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la Convivenza della Rinnovazione del Secondo Scrutinio Battesimale", a pag. 79, troviamo scritto: "Ritorniamo alla parola odiare. Dico che questo è autentico. Noi abbiamo visto che tanta gente non ha continuato nel Cammino perché non ha odiato la moglie. Bisogna imparare ad odiare quando gli altri sono un ostacolo, sono la nostra rovina….. Anche oggi se una famiglia ha un figlio che si sposa con un pagano dice che per te sarà come un gentile, un pubblicano. E tu non parlerai mai con lui. Per te sarà come una persona morta".

Ma il C.C.C. al n. 1604 dice invece: Dio, che ha creato l’uomo per amore, lo ha anche chiamato all’amore, vocazione fondamentale e innata di ogni essere umano. Infatti l’uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio che è "amore" (1 Gv 4,8.16). Avendolo Dio creato uomo e donna, il loro reciproco amore diventa un’immagine dell’amore assoluto e indefettibile con cui Dio ama l’uomo. È cosa buona, molto buona, agli occhi del Creatore. E questo amore che Dio benedice è destinato ad essere fecondo e a realizzarsi nell’opera comune della custodia della creazione: "Dio li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela"" (Gv 1,28).

Secondo Kiko per amare Dio occorre odiare la propria moglie (marito), i figli, i genitori ecc. Ribadisce con forza che la parola ‘odiare’ scritta nella Bibbia vuol dire proprio odiare e non posporre.

Infatti negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la Convivenza della Rinnovazione del Primo Scrutinio Battesimale", a pag. 73-74 afferma: "Questa parola dice: ‘SE QUALCUNO VIENE DIETRO DI ME E NON ODIA SUO PADRE, SUA MADRE, SUA MOGLIE, SUO MARITO, I SUOI FRATELLI, I SUOI FIGLI, NON PUO’ ESSERE MIO DISCEPOLO’. Con questa parola corriamo il pericolo di dire: io non la comprendo. Che Dio è questo che è buono e parla di odiare? Sapete che alcuni traduttori hanno cambiato odiare per posporre, amare di meno, ma una esegesi più approfondita ha detto che la parola è odiare, che altre traduzioni non sono esatte. Questa è la traduzione della Bibbia di Gerusalemme…. Io vi invito, fratelli, perché questa Parola cada su di voi, vergine, pura, come esce dalla bocca di Dio, senza ritagliarla, senza farla passare per il tubo della ragione".

Ma a pag. 2233 della Bibbia di Gerusalemme, nella nota di commento a Lc 14,26, si legge: "e non odia: ebraismo. Gesù non domanda odio, ma il distacco completo e immediato".

Mi è capitato di discutere questo argomento con i Testimoni di Geova e, con mia sorpresa, perfino loro interpretano, almeno in questo punto, la Bibbia meglio di Kiko.


DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA

La Famiglia, intesa in senso tradizionale, deve essere ‘distrutta’ per dare vita ad una famiglia allargata di 30 o 40 persone. Non lo dico io, ma Kiko. Infatti negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la Convivenza della Rinnovazione del Primo Scrutinio Battesimale", a pag. 179, troviamo scritto: "Guardate il cristianesimo, il primo mito che distrugge è la famiglia, che è un mito tremendo, quando la famiglia è una religione!".

Ci sono coppie che vivono sotto lo stesso tetto ma che, nei giri di esperienza e soprattutto negli scrutini dei passaggi, hanno rivelato a tutti i loro segreti, le loro intimità (anche più nascoste), la loro progettualità, i loro peccati (anche se confessati e da tempo perdonati dal Signore nel Sacramento della Confessione). Quale senso può avere tutto ciò se non quello di legare definitivamente al gruppo che è venuto a conoscere tutti i tuoi segreti?

Quando da tempo fai parte di una Comunità Neocatecumenale, è quasi indifferente che nei momenti di difficoltà si chieda un consiglio al proprio marito (moglie) o a un "fratello della Comunità". Ciò accade perché ormai è come se si facesse parte di un’unica famiglia, come avveniva nelle famiglie patriarcali di una volta. Quando una nuora aveva qualche difficoltà andava a confidarsi con la cognata piuttosto che con il marito.


CONFESSIONI PUBBLICHE

Tutto avviene come il teologo protestante Bonhoeffer ha descritto nel libro "Vita Comune". Questo è uno dei libri che Kiko fa avere ai suoi Catechisti. In questo libro ci sono scritte cose che vanno contro il "Credo cattolico". Ad esempio, a pag. 85-86 si legge:

"Il fratello sta davanti a noi come segno della verità e della grazia di Dio. Ci è dato in aiuto. Egli raccoglie la nostra confessione di peccato al posto di Cristo, e al posto di Cristo ci rimette il peccato…. La confessione davanti al fratello è la più profonda umiliazione, fa male, ci mette a terra, abbatte la superbia senza risparmiarla. Presentarsi al fratello come peccatore è una vergogna che si sopporta difficilmente".

Ecco il motivo per cui gli Scrutini dei passaggi e talvolta anche i Giri di esperienza sono delle vere e proprie Confessioni pubbliche.

Nella Chiesa Cattolica la Confessione è invece segreta e non si fa davanti al fratello ma davanti al Sacerdote che si pone come nostro intermediario con Dio.

Kiko invece nei suoi direttori sminuisce il ruolo di intermediario del Sacerdote.


DEVOZIONE ALLA MADONNA

In tanti anni di CNC non abbiamo mai recitato l’Ave Maria. Com’è possibile che nel "Passaggio della Preghiera" (una Convivenza di tre giorni seguita da 7 catechesi), non sia venuto in mente a nessun Catechista di farci recitare almeno un’Ave Maria? La parola Rosario non è stata mai pronunciata.

Negli anni che ho vissuto nel CNC ho potuto constatare che per i Catecumeni il ruolo della Madonna è marginale, anche se loro affermano il contrario. Della Madonna si parla poco: solo qualche risonanza personale e qualche canto. Niente di più. Purtroppo, in tanti anni di ‘Cammino’, non ho mai recitato un’ Ave Maria e, tanto meno, ho recitato il Santo Rosario perché veniva considerato un devozionismo.

Un giorno un presbitero, durante una Eucaristia affermò che bisognava andarci piano col pregare la Madonna, perchè non bisognava confondere la creatura col Creatore. Egli non sopportava nessuna forma di devozione alla Madonna e, tanto meno, le Processioni. Un Catechista mi ha detto che sono stato troppo precipitoso e che non ero ancora pronto per recitare il Rosario. Occorre forse una preparazione particolare? Debbo fare uno studio approfondito di teologia per recitare il Santo Rosario? Allora il Rosario che da piccolo recitavo con i nonni e tutta la famiglia nei mesi invernali davanti al fuoco acceso del camino era tutto un blef? Forse non era gradito a Gesù e alla Madonna perché nessuno di noi aveva frequentato il Cammino Neocatecumenale? Si, lo so che c’è una tappa del CNC in cui ti viene consegnato il Rosario, in occasione della visita al Santuario della Madonna di Loreto. Ma non illudiamoci: nessun Catecumeno recita il Santo Rosario. Perché? Perché Kiko non dice di farlo, anche se a volte, per acquietare le critiche ostenta una Corona che fuoriesce dalla tasca dei suoi pantaloni. Quando ho chiesto al mio Catechista da quanto tempo non recitasse il Santo Rosario, ricordo che si mise a ridere e mi rispose che era veramente un bel po’ di tempo. Eppure negli Statuti è scritto: "I neocatecumeni vengono inoltre gradualmente istruiti al culto eucaristico fuori della Messa, all’adorazione notturna, alla recita del Santo Rosario e alle pratiche di pietà della tradizione cattolica" (art. 14, §4).

Nella lettera apostolica "Rosarium Virginis Mariae" che Giovanni Paolo II ha inviato all’Episcopato, al Clero e ai Fedeli sul Santo Rosario leggiamo: "C’è chi pensa che la centralità della Liturgia, giustamente sottolineata dal Concilio Ecumenico Vaticano II, abbia come necessaria conseguenza una diminuizione dell’importanza del Rosario. In realtà, come precisò Paolo VI, questa preghiera non solo non si oppone alla Liturgia, ma le fa da supporto, giacché ben la introduce e la riecheggia, consentendo di viverla con pienezza di partecipazione interiore, raccogliendone frutti nella vita quotidiana.

Forse c’è anche chi teme che essa possa risultare poco ecumenica, per il suo carattere spiccatamente mariano. In realtà, essa si pone nel più limpido orizzonte di un culto alla Madre di Dio, quale il Concilio l’ha delineato: un culto orientato al centro cristologico della fede cristiana, in modo che "quando è onorata la Madre, il Figlio […] sia debitamente conosciuto, amato, glorificato"" (pp. 7-8)..

Forse ci siamo dimenticati che la Madonna è Madre di Dio e della Chiesa? Benedetto XVI ha detto che Gesù è il capo, la Madonna il collo e noi tutti siamo il resto del corpo. È chiaro allora che non possiamo arrivare al capo se non passando per il collo. La Madonna è la via obbligata da percorrere, per arrivare a Gesù. Tante volte in Comunità si diceva che basta Gesù. Io non sono completamente d’accordo: non perché Gesù, vero Dio e vero uomo, non sia capace di aiutarci e di colmarci col Suo Amore, ma perché per arrivare a Lui non dobbiamo dimenticarci della Madonna. È Lei che ci porta al Figlio Suo.


Mi hanno molto colpito le parole di Giovanni Paolo II, quando parlando del Rosario dice: "Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità". Nella Lettera Apostolica "Rosarium Virginis Mariae", a pag. 6 si dice: "Recitare il Rosario, infatti, non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo. A dare maggiore rilevanza a questo invito, prendendo occasione dal prossimo centoventesimo anniversario della menzionata Enciclica di Leone XIII, desidero che questa preghiera nel corso dell’anno venga particolarmente proposta e valorizzata nelle varie comunità cristiane. Proclamo, pertanto, l’anno che va dall’ottobre di quest’anno all’ottobre del 2003 Anno del Rosario. Affido questa indicazione pastorale all’iniziativa delle singole comunità ecclesiali. Con essa non intendo intralciare, ma piuttosto integrare e consolidare i piani pastorali delle Chiese particolari. Ho fiducia che essa venga accolta con generosità e prontezza. Il Rosario, se riscoperto nel suo pieno significato, porta al cuore stesso della vita cristiana ed offre un’ordinaria quanto feconda opportunità spirituale e pedagogica per la contemplazione personale, la formazione del Popolo di Dio e la nuova evangelizzazione. Mi piace ribadirlo anche nel ricordo gioioso di un altro anniversario: i 40 anni dall’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II (11 ottobre 1962), la "grande grazia" predisposta dallo Spirito di Dio per la Chiesa del nostro tempo.""

Perché questo invito non è stato mai accolto nelle Comunità Neocatecumenali?


Mi colpisce molto anche quanto scritto da San Luigi-Maria Grignion De Monfort nel "Trattato della Vera Devozione a Maria", scriveva: "Ti prego di notare ciò che ho detto: I Santi sono modellati in Maria. C’è una grande differenza tra lo scolpire un’immagine in rilievo, a colpi di martello e scalpello, e il produrla gettandola in un modello. Gli scultori e gli statuari lavorano molto per realizzare le immagini nel primo modo e impiegano molto tempo; ma nel secondo modo, ci mettono poco tempo e faticano meno. Sant’Agostino chiama la Santa Vergine stampo di Dio, uno stampo adatto a dare forma e a modellare degli esseri divini. Chi viene gettato in questo Divino stampo, viene presto formato e modellato in Gesù Cristo e Gesù Cristo in lui: con poca spesa e in poco tempo, diventerà Dio, poiché e stato gettato nel medesimo stampo che ha dato forma a un Dio. Mi sembra di poter paragonare molto a proposito i direttori spirituali e le persone devote che vogliono formare Gesù Cristo in sé o negli altri per mezzo di altre pratiche diverse da questa, agli scultori che ripongono la loro fiducia nel loro saper fare, nel loro ingegno e nella propria arte: essi danno un’infinità di colpi di martello e scalpello a una pietra dura, o a un pezzo di legno ruvido, per farne un’immagine di Gesù Cristo; a volte non riescono a dare espressione a Gesù Cristo come Egli è, sia per mancanza di conoscenza e di esperienza di Gesù Cristo, sia per qualche colpo dato male, capace di rovinare l’opera. Quelli che invece abbracciano questo segreto di grazia che io propongo, li paragono giustamente a dei fonditori e modellatori, i quali hanno trovato lo stampo buono di Maria, nel quale Gesù Cristo ha preso forma così com’è e in modo Divino; essi non si fidano della propria bravura, ma contano unicamente sulla bontà dello stampo, e si gettano, e si perdono in Maria, per diventare il ritratto di Gesù Cristo così com’è." ai n. 219-220.


Sono rimasto molto colpito dalla testimonianza di Padre Amorth (uno degli esorcisti più famosi della Chiesa Cattolica) che affermava di aver chiesto al demonio, in un esorcismo, quale fosse la cosa che poteva farlo allontanare dalla persona che possedeva. Questi, dopo molta resistenza, rispose: "Occorre che si preghi il Rosario".

Ciò è facilmente comprensibile, infatti Giovanni Paolo II ha detto che il Santo Rosario è la preghiera dal "carattere spiccatamente mariano". Si capisce allora perché sia poco gradita al demonio. La Madonna è la Madre della Chiesa che il demonio vorrebbe distruggere. Dice Padre Amorth: "Se il demonio potesse ci ucciderebbe tutti". Il demonio potrebbe entrare ed uscire dalla testa di ogni persona come e quando vuole. Egli però non ha il potere di entrare nel nostro cuore. Per entrarvi ha bisogno che noi gli apriamo la porta. Il problema è che neanche Dio può entrare in noi se noi non GlieLo permettiamo. Certo Dio può tutto, ma rispetta la nostra libertà, la libertà che Lui ci ha concesso. Sta a noi decidere a chi aprire. Il libero arbitrio dell’uomo (negato dai Protestanti e da Kiko) ci permette di scegliere se aderire alle lusinghe di satana o alla Parola di Dio. Sant’Agostino diceva: "Dio, che ci ha creati senza di noi, non ha voluto salvarci senza di noi".

Non è vero allora che non dobbiamo fare nulla, che fa tutto il Signore e che a noi basta riconoscerci peccatori! Dobbiamo sforzarci invece (e tanto), ma senza diventare Pelagiani. Dobbiamo infatti avere coscienza che il nostro solo sforzo non è sufficiente a sconfiggere le tentazioni del demonio, ma che abbiamo bisogno assoluto dell’aiuto di Dio e del discernimento che ci viene dallo Spirito Santo.


PENTIMENTO DEI PECCATI

In tanti anni di CNC mai una volta abbiamo recitato l’Atto di Dolore. Per Kiko l’atto di dolore è la preghiera errata per eccellenza. Le persone che, per anni, hanno frequentato il CNC, non lo ricordano più. Infatti, che senso ha dire: "...mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati …", quando Kiko nelle sue catechesi sostiene che l’uomo può soltanto peccare e non ne ha colpa? Di che cosa ci si dovrebbe pentire se è il demonio che ci spinge a peccare anche se non ne abbiamo voglia?

Quando poi si dice: "…molto più perché ho offeso Te, infinitamente buono…", questo per Kiko non va bene perché, secondo lui, Dio non può essere offeso dai nostri peccati. Infatti a pag. 182 degli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la fase di conversione" dice: "La prima cosa che dobbiamo pensare è che non si può recare danno a Dio. Dio non lo si può offendere nel senso di togliergli la sua gloria, perchè allora Dio sarebbe vulnerabile e non sarebbe Dio. Dio è invulnerabile. Non gli puoi togliere la sua gloria in nessun modo. Questo lo dice già un salmo "costoro che alzano il loro arco contro il cielo: credono forse che possano giungere fino a Me? non sanno che le frecce che tirano contro di me ricadono sopra di loro?"

"Questa è una cosa che sorprende moltissimo la gente perché da piccoli ci hanno detto che il peccato fa soffrire Gesù Bambino se siamo cattivi e indocili. E la gente ha dei concetti molto sentimentali, pensano che il peccato fa soffrire molto Gesù Cristo."

Kiko non vuole che si dica: "… propongo con il Tuo santo aiuto di non offenderti mai più, di fuggire le occasioni prossime di peccato…". Egli afferma che l’uomo non può fare a meno di rubare, litigare, d’essere geloso, di invidiare, ecc.. Dall’uomo, secondo Kiko, non può nascere nulla di buono; allora che senso ha promettere qualcosa che poi non si può mantenere?

Ma nel C.C.C. al n. 1850 troviamo invece scritto: Il peccato è un’offesa a Dio: "Contro di Te, contro Te solo ho peccato. Quello che è male ai Tuoi occhi, io l’ho fatto" (Sal 51,6). Il peccato si erge contro l’amore di Dio per noi e allontana da Lui i nostri cuori….


CHI COMANDA NELLA CHIESA

Nel giorno del Rito per il Passaggio della Preghiera il Presbitero ci ha detto: "Bene, ora la Chiesa vi farà un esorcismo. Quando diciamo Chiesa, non pensate al Papa, ai Cardinali etc., ma alla Comunità Neocatecumenale…. La natura del cristiano è la natura di chi frequenta la Comunità Neocatecumenale".

Se non erro, una nota Pastorale della Commissione Episcopale per il laicato (1994) diceva: "… nessuna aggregazione ecclesiale da sola è la Chiesa, ma neanche tutti i gruppi insieme costituiscono ed esauriscono il mistero della Chiesa".

Un altro Catechista ci ha raccontato: "Il cristiano non considera la preghiera come una alienazione… Kiko rivolgendosi ad un Parroco ormai avanti negli anni, ha chiesto se le sue due ore di preghiera quotidiane lo avessero aiutato ad accettare quel prete che non riusciva a sopportare… Kiko racconta questa storiella per dire che la preghiera come alienazione non conta nulla". Venendo colpito da queste parole e avendo avuto subito l’occasione di parlare con un Sacerdote super Catechista, ho manifestato le mie perplessità e ho detto che Kiko non può permettersi di giudicare la preghiera di un Sacerdote anziano. Lui ha replicato dicendomi che Kiko ha il potere di farlo perché ha il discernimento. Come volesse dirmi che quel Parroco, non frequentando il CNC, non sapeva ancora pregare.


MENZOGNE

Un Presbitero molto influente ci diceva spesso che Giovanni Paolo II aveva conosciuto e apprezzato il CNC fin da quando era Cardinale a Cracovia, favorendo la nascita di Comunità anche nella sua Diocesi. Niente di più falso. Non sono io a dirlo ma è lo stesso Papa. Nel suo libro "Alzatevi, Andiamo" (maggio 2004) a pag. 93 così scrive: "Sono stato vicino anche a diverse nuove iniziative, nelle quali sentivo il soffio dello Spirito di Dio. Ho invece incontrato soltanto a Roma il Cammino Neocatecumenale. E così è stato pure per l’Opus Dei, che ho eretto in prelatura personale nel 1982. Si tratta di due realtà ecclesiali che suscitano grande impegno da parte dei laici. Entrambe sono nate in Spagna, paese che tante volte nella storia ha impresso provvidenziali impulsi al rinnovamento spirituale. Nell’ottobre 2002 ho avuto la gioia di iscrivere nell’Albo dei Santi Josemarìa Escrivà de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei, zelante Sacerdote, apostolo dei laici per i tempi nuovi. Negli anni del mio ministero a Cracovia ho sempre sentito la vicinanza spirituale dei membri dell’Opera di Maria, i Focolarini. Ammiravo la loro intensa attività apostolica, che mirava a far sì che la Chiesa diventasse sempre più "casa e scuola di comunione". Da quando sono stato chiamato alla Sede di Roma ho ricevuto spesso Chiara Lubich insieme con i rappresentanti dei numerosi rami del movimento dei Focolari. Un altro movimento sorto dalla vivacità della Chiesa italiana è Comunione e Liberazione, il cui promotore è monsignor Luigi Giussani. Numerose sono nel mondo dei laici le iniziative con le quali sono entrato in contatto in questi anni – in Francia, ad esempio, L’Arche e Foi et lumière di Jean Vanire --, ma non è possibile elencarle tutte. Mi limito qui a dichiarare che le appoggio e le ricordo nella mia preghiera. Ripongo in esse grandi speranze, desiderando che si compia in questo modo la chiamata: "Andate anche voi nella mia vigna" (Mt 20, 4). Pensando a loro ho scritto nell’Esortazione Christifideles laici: "La chiamata non riguarda soltanto i Pastori, i Sacerdoti, i religiosi e le religiose, ma si estende a tutti: anche i fedeli laici sono personalmente chiamati dal Signore, dal quale ricevono una missione per la Chiesa e per il mondo"."

Lo stesso presbitero mi disse anche che Padre Zoffoli, in punto di morte avrebbe chiesto scusa a Kiko per tutte quelle cose che aveva scritto contro il CNC.

Altra grossa bugia. Kiko andò il primo giugno 1996 a trovare Padre Zoffoli in ospedale, gravemente malato nel corpo ma con la mente ancora perfettamente lucida. Questo fatto, di per sé umanamente buono, è stato strumentalizzato dallo stesso Kiko riferendo, al mondo intero, che Padre Zoffoli, prima di morire, gli avrebbe chiesto scusa per i libri e gli articoli scritti contro il CNC. Ciò però non corrisponde a verità! Ci sono tre persone che possono testimoniare che le cose non sono andate come Kiko le ha raccontate. Kiko, come al solito, si era inventato tutto. Chi poteva contraddirlo? Aveva detto queste bugie per il proprio interesse, per rassicurare tante anime dubbiose. Chi poteva dire che le cose non erano andate come lui aveva detto? Una sua parola aveva ed ha una risonanza mondiale. Anche se i testimoni sapevano la verità, cosa potevano fare di fronte ad una parola di Kiko? Allora internet non aveva la capillarità di oggi.

Un altro Presbitero in una omelia ci disse che un buon cristiano non sciopera mai, perché deve accettare sempre quello che decide il suo datore di lavoro. Sono rimasto in questa convinzione fino a qualche giorno fa, quando, sfogliando il C.C.C., al n. 2435, ho letto: "Lo sciopero è moralmente legittimo quando appare come lo strumento inevitabile, o quanto meno necessario, in vista di un vantaggio proporzionato. Diventa moralmente inaccettabile allorché è accompagnato da violenze oppure gli si assegnano obiettivi non direttamente connessi con le condizioni di lavoro o in contrasto con il bene comune".


RICATTI E DISPREZZO PER CHI ESCE

Da quando siamo usciti dal CNC nessuno dei nostri Catechisti si è fatto più sentire con noi. Nemmeno il presbitero. Tutti hanno mostrano una indifferenza totale, come se ci conoscessero poco, o come se non avessimo mai fatto parte del CNC. Ma che razza di pastori sono? Se è vero (come han detto) d’essere convinti che stiamo sbagliando, che il Signore ci chiama a stare nel CNC, che siamo destinati a perderci… perché ci hanno dimenticati? Il buon pastore non è forse quello che lascia le 99 pecore per andare alla ricerca della pecorella sperduta? Non sarà che vogliono evitarci perché hanno capito benissimo che abbiamo scoperto tutto e che potremmo raccontare cose che di certo li turberebbero? Oppure credono veramente che è inutile cercare di dissuadere chi esce dal CNC, perché, come dicono, per lui non c’è Parola? Questa è la motivazione di rito che i Catechisti danno per giustificare il loro silenzio e il loro distacco nei confronti di chi si allontana dal CNC per aver scoperto la sua non piena cattolicità.

I Catechisti dei Neocatecumenali dicono sempre di scegliere i padrini dei propri figli tra le persone che stanno nella Fede e perciò quasi tutti li scelgono tra i fratelli di Cammino, ma se una coppia esce dal Cammino, i Padrini del loro figlio non si fanno più vedere. Questo è successo alla nostra famiglia. Forse che la funzione di padrino si esercita solo verso chi appartiene al CNC e cessa automaticamente quando i genitori del figlioccio (o figlioccia) escono dal Cammino?


Una catechista del Cammino disse a mia moglie: "Tuo marito può avere anche ragione. Io di teologia non so niente e non mi importa! Quello che mi importa nella vita è Gesù Cristo… State facendo un grosso male ai vostri figli! Mi dispiace dirtelo, ma in questo momento vi trovate in una fossa coperta dalla melma".

Io credo che quanto detto da questa signora sia di una gravità impressionante. A lei non importa niente della teologia, importa soltanto Gesù Cristo. Allora perché non andare in una Chiesa Protestante? È risaputo che i Protestanti amino Gesù Cristo non meno dei Cattolici. Se basta Gesù Cristo, come lei dice, è indifferente stare con i Protestanti o con i Cattolici. La religione Cattolica abbraccia tutto il Magistero della Chiesa, non solo una parte, anche se molto importante; la conoscenza della teologia è comunque un aspetto positivo, anche se non basta per poter dire di avere la fede.

Per quanto riguarda i figli, onestamente, debbo ammettere che è stato uno dei motivi più forti per cui abbiamo abbandonato il CNC. I bambini sono le creature più indifese verso chi, consapevolmente o meno, pratica la tecnica della persuasione. Dalle parole di questa signora traspare una forma di integralismo, non meno intenso di quello islamico: "chi abbandona il CNC entra in una fossa coperta di melma". Sono parole grosse che possono essere pronunciate solo da chi, da molto tempo, conosce solo un certo tipo di realtà e quindi ha imparato, a sua volta, a praticare il terrorismo psicologico. Sono più o meno le stesse parole che gli ‘anziani’ dei Testimoni di Geova pronunciano verso chiunque abbandoni la loro setta. Io non ce l’ho con lei perché ora so che è soltanto una persona plagiata che, ovviamente, non sa di esserlo.

D’altra parte Kiko, negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per lo Shemà", dice chiaramente: "C’è molta gente a cui dà fastidio andare in Comunità, ma non la possono lasciare perché la Parola gli ha scoperto la verità e la realtà del mondo e ormai non si possono più alienare perché… dove andrebbero? [...] Diventerai un uomo disgraziato, non servirai a niente, perché se fossi come uno di quelli che non hanno conosciuto il catecumenato e non sanno nulla, allora ti alieneresti con la TV o diventeresti socio della Roma e te ne andresti con grande illusione a vederla giocare ogni domenica. Ma sei stato marcato a fuoco e questo non te lo può togliere nessuno" (pag. 103).

Negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la Iniziazione alla Preghiera" sta scritto: "Se andate via, il Sangue di Gesù Cristo per la nostra testimonianza ricadrà su di voi" (pag. 412).


AMORE AI NEMICI

Nonostante che nelle catechesi si ripeta spesso di amare i propri nemici, quasi mai questo amore è vissuto in maniera autentica, neppure tra i membri della stessa Comunità.

Gesù mangiava anche con i peccatori. I catechisti, invece, nelle convivenze si danno delle arie, mangiano sempre separati da tutti e raramente si fermano a parlare con gli altri. Tutto ciò incute ancora maggior considerazione e timore. Sembra che in loro manchi sia l’attenzione, che la disponibilità. Quando ti incontrano nemmeno ti salutano e, se lo fanno, quasi mai lo fanno per primi. Accade proprio come nell’ambiente militare, dove chi ha il grado inferiore deve salutare per primo quello che ha il grado superiore. Nulla è casuale o improvvisato nel Cammino: ogni cosa che si fa è stata decisa e voluta da Kiko!


OBBEDIENZA NEL CNC

Nel CNC si impara ad obbedire anche se non se ne comprende il motivo, perché, viene detto, obbedendo ai Catechisti si obbedisce a Cristo. I Catechisti infatti sono considerati "profeti" che hanno il "carisma", ma qualora qualcuno uscisse dal Cammino lo perderebbe automaticamente.


ASPETTI POSITIVI DEL CNC

Un aspetto positivo che si riscontra nel CNC è il contatto diretto con la Bibbia. Questa però viene interpretata secondo le proprie capacità e stati d’animo e ciò non è positivo. La Bibbia non si interpreta da sola come dice Kiko negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la fase di conversione": "La Bibbia si interpreta da se stessa, attraverso i parallelismi" (pag. 372).

Il Papa dice che la Bibbia deve essere interpretata dalla Chiesa e nella Chiesa!

Troppo comodo dire che la Chiesa sei tu, che la Chiesa siamo tutti noi. Io posso solo dire quello che la lettura di un brano della Bibbia può suscitare in me, alla mia persona. L’interpretazione reale di quella lettura spetta alla Chiesa. Non possiamo improvvisarci teologi dall’oggi al domani. Nel CNC, invece, alcuni fratelli vengono eletti Catechisti subito dopo il Rito del Secondo Passaggio.

Occorrerebbe una preparazione adeguata per tutti i Catechisti. Giovanni Paolo II nella Lettera Enciclica "Redemptoris Missio", sulla validità del mandato missionario dice al n. 73:

"Ma non si può dimenticare che il lavoro dei Catechisti si va facendo sempre più difficile e impegnativo per i cambiamenti ecclesiali e culturali in corso. Vale ancora oggi quanto già suggeriva il Concilio: una più accurata preparazione dottrinale e pedagogica, il costante rinnovamento spirituale e apostolico, la necessità di "garantire un decoroso tenore di vita e di sicurezza sociale" ai Catechisti. È importante, altresì, favorire la creazione e il potenziamento delle scuole per Catechisti, che, approvate dalle Conferenze Episcopali, rilascino titoli ufficialmente riconosciuti da queste ultime".


EMULAZIONE

Nel CNC c’è anche una sorta di emulazione: la donna guarda la Catechista, l’uomo guarda il Catechista. Si cerca di imitarli in tutto: barba, camicia, automobile etc.

Ho potuto notare come nella mia Comunità ci fossero delle persone che avessero l’idolo dei Catechisti: li guardavano con ammirazione pensando forse che un giorno avrebbero potuto stare al loro posto, e questo, non tanto per la gioia di servire il Signore, quanto piuttosto per il desiderio di riscatto, per diventare importanti nella vita, contare qualcosa (almeno all’interno del CNC) o per acquisire ancora più potere. È una bella esca e molti, da essa, si lasciano attrarre e sedurre.


OSTACOLI AD USCIRE

Sono convinto che i super Catechisti NC siano al corrente delle tante e giuste accuse che vengono rivolte al CNC. Essi, tuttavia non hanno pensato di abbandonarlo. Perché?

Una buona giustificazione potrebbe essere che non vogliono mandare in crisi tante persone che si sono fidate di loro. Rimanendo nel Cammino, invece, cercano di valorizzare maggiormente gli aspetti positivi, tralasciando quelli negativi.

Un altro motivo potrebbe essere quello di non voler perdere tutto il loro potere acquisito all’interno del Cammino con tanti anni di sacrifici.

Altri poi pensano che così si godono i vantaggi tipici di chi appartiene ad un gruppo potente, un po’ come avviene nella massoneria.

Un catechista disse un giorno ad un fratello che se avesse desiderato avere successo nel suo lavoro, avrebbe dovuto rivolgersi a persone influenti del Cammino. Questo comportamento opportunistico, purtroppo, esiste anche in altri ambiti.


FEDE E OPERE

Spesso ci veniva detto che conta solo la fede, le opere non contano. Ciò non può essere vero. Naturalmente non è neanche giusto dire che bastano le opere senza la fede.

Nella Bibbia troviamo scritto che: "La fede senza le opere è morta" (Gc 2, 14-26).

Nei "Capitoli sulla carità" di San Massimo Confessore Abate (Liturgia delle Ore III, a pag. 209) leggiamo: "Non dite, esclama il profeta Geremia, siamo tempio di Dio (Ger 7, 4).

E neppure direte: La semplice e sola fede nel Signore nostro Gesù Cristo mi può procurare la salvezza. Questo infatti non può avvenire se non ti sarai procurato anche l’amore verso di Lui per mezzo delle opere. Per quanto concerne infatti la sola fede: "Anche i demoni credono e tremano!" (Gc 2, 19).""

Nelle decisioni del Concilio di Trento, punto 32, si dice: "Se qualcuno afferma che le opere buone dell’uomo giustificato sono doni di Dio, così da non essere anche meriti di colui che è giustificato, o che questi con le buone opere da lui compiute per la Grazia di Dio e i meriti di Gesù Cristo (di cui è membro vivo), non merita realmente un aumento di Grazia, la vita eterna (posto che muoia in Grazia) ed anche l’aumento della gloria: sia anatema."

E il C.C.C. al n. 2008 aggiunge: "Il merito dell’uomo presso Dio nella vita cristiana deriva dal fatto che Dio ha liberamente disposto di associare l’uomo all’opera della sua Grazia. L’azione paterna di Dio precede con la sua ispirazione, mentre il libero agire dell’uomo viene dopo nella sua collaborazione, così che i meriti delle opere buone devono essere attribuiti innanzi tutto alla Grazia di Dio, poi al fedele. Il merito dell’uomo torna, peraltro, anch’esso a Dio, dal momento che le sue buone azioni hanno la loro origine, in Cristo, dalle ispirazioni e dagli aiuti dello Spirito Santo".


CONCILI E LITURGIA

Kiko e Carmen ritengono che il Concilio di Trento sia stato molto negativo, soprattutto perché, dicono, fu la causa principale del blocco della Liturgia. Infatti negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la fase di conversione" leggiamo: "Così arriviamo al Concilio di Trento. Con il Concilio di Trento, e dal XVI al XX secolo tutto rimane bloccato. Appaiono i confessionali, queste casette sono molto recenti. La necessità del confessionale nasce quando si comincia a generalizzare la forma della confessione privata, medicinale e di devozione portata dai monaci. Non ridete perchè l'abbiamo vissuto anche noi. La confessione come mezzo di santificazione personale, così come la direzione spirituale, tutto fa parte del cammino della perfezione. Chi mette confessionali dappertutto è San Borromeo. Con dettagli che riguardano anche la grata, ecc... Adesso comprendete che molte delle cose che diceva Lutero avevano un fondamento" (pag. 174) E continua poi:

"Io sempre dico ai Sacramentini, che hanno costruito un tabernacolo immenso: se Gesù Cristo avesse voluto l'Eucarestia per stare lì, si sarebbe fatto presente in una pietra che non va a male. Il pane è per il banchetto, per condurci alla Pasqua. La presenza reale è sempre un mezzo per condurci ad un fine, che è la Pasqua. Non è un assoluto, Gesù Cristo è presente in funzione del Mistero pasquale. Invece da Trento in poi si celebrerà la Messa per consacrare ed avere presente Gesù Cristo e metterlo nel tabernacolo" (pag. 329).

"Con il Concilio di Trento, nel XVI secolo, si fissa tutto rigidamente, imponendo in modo radicale il rito romano. Con questa imposizione oramai non si può più togliere o aggiungere nulla dalla messa. Così la messa è arrivata fino a noi. Questo fissismo è durato così a lungo che quando per la prima volta ci hanno cambiato la liturgia, ci siamo scandalizzati perché ci sembrava immutabile. Ciò è un errore: la liturgia è in continuo rinnovamento" (pag. 325).

Negli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la Convivenza della Rinnovazione del Primo Scrutinio Battesimale", aggiunge: "Per questo io dico ai preti che c'è molta diversità tra le comunità che noi facciamo e la tradizione della Chiesa di Trento, perché la pastorale che seguì la Chiesa di Trento non entra nella Scrittura, perché non è tipologico, mentre la pastorale che seguivano le comunità del primo secolo questa è Parola di Dio" (pag. 40).

Kiko vorrebbe far credere che il Concilio Vaticano II si contrapponga al Concilio di Trento. In realtà il Vaticano II prosegue l’opera iniziata nei Concili precedenti.

Nei documenti del Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica LUMEN GENTIUM sulla Chiesa, al cap. VII, n. 51 si legge: "Questa veneranda fede dei nostri padri […] questo sacrosanto Concilio la riceve con grande pietà e nuovamente propone i decreti dei sacri Concili Niceno II, Fiorentino e Tridentino."

Nella Costituzione dogmatica DEI VERBUM sulla Divina Rivelazione, nel Proemio, al n. 1 si dice: "Perciò seguendo le orme dei Concili Tridentino e Vaticano I, intende proporre la genuina dottrina sulla Divina Rivelazione e la sua trasmissione, affinché per l’annunzio della salvezza il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami."


SCRUTINI E QUESTIONARI

Negli scrutini del secondo passaggio, ti viene chiesto: "Prima di incontrare Gesù Cristo dove mettevi le tue sicurezze?". Questo è importante perché ti permette di leggere la tua vita alla luce della fede. Ma in realtà ti viene chiesto di far riferimento al periodo precedente all’ingresso nel CNC. Non importa che uno sia Sacerdote, Suora, Monaca, Diacono, Seminarista, ateo, persona che ha frequentato un altro Cammino di fede, missionario o persino anche Vescovo (come disse una volta un Presbitero NC): tutti sono obbligati a considerare, come il vero incontro con Gesù Cristo, quello avvenuto nel CNC.

Accadde un giorno che, durante uno Scrutinio, notando l’ambiguità della domanda, una persona chiese un chiarimento, considerando che lei proveniva da una famiglia cattolica e aveva fatto parte per tanti anni ad un altro Cammino di fede (si può infatti entrare nel CNC senza avere problemi esistenziali o altro), ma i Catechisti le risposero che la domanda si riferiva all’incontro vero con Cristo, cioè a quello che inizia con l’ingresso nel CNC.

Una cosa che mi ha sempre colpito è che nei passaggi ci sono dei questionari, ai quali bisogna rispondere "in libertà". Ciò non è vero. Infatti devi dare le risposte che loro si aspettano che tu dia, altrimenti non vieni "promosso" alla tappa successiva.

Sono rimasto molto impressionato quando sono venuto a sapere di una coppia di coniugi, catechisti del CNC, che nell’ultima Tappa dell’Elezione sono stati ‘bocciati’ perché nello Scrutinio avevano affermato d’essere migliorati rispetto a prima. La spiegazione che in seguito diede loro il presbitero dell’équipe (rivolto alla signora) fu questa: "Se avessi detto di essere andata a letto con venti uomini… le cose sarebbero andate diversamente e saresti stata ammessa al Rito, perché Gesù è venuto per i peccatori!... Io, la mia vita la conoscete bene,... io da giovane sono stato uno stup......, lo capisci?!?... Ho fabbricato soldi falsi…, ma tutto questo è stato stupendo, perché ho conosciuto l’amore di Cristo!".

Se le cose stanno così, come non chiedersi a cosa serva il CNC? A convincerti che sei una nullità, un buono a nulla, un peccatore al pari di un assassino, una persona dalla quale non potrà mai nascere qualcosa di buono? Padre Zoffoli era convinto che queste teorie producessero effetti catastrofici nelle persone, soprattutto nei giovani.


FALSI PROFETI

Mi piace ricordare ciò che tu, Don Elio, hai inserito nel tuo libro "Segreti del Cammino NC": "Questi tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo. Ciò non fa meraviglia, perché anche satana si maschera di angelo di luce. Infatti voi, che pur siete saggi, sopportate facilmente gli stolti. In realtà sopportate chi vi riduce in servitù, chi vi divora, chi vi sfrutta, chi è arrogante, chi vi colpisce in faccia. Lo dico con vergogna; come siamo stati deboli! (2Cor 11,13-15.19-21)".

Nel CNC non c’è considerazione alcuna per la persona umana; non c’è compassione per nessuno, manca la carità. Si arriva al punto che nemmeno dinanzi alla morte di una persona cara si possa piangere, perché chi piange (si dice) non ha una fede adulta. Chi piange per il dolore della morte di un familiare o di un amico non ha capito che quella persona sta con Dio e che quindi sta meglio di noi. Io mi domando allora quanta poca fede potesse avere la Madonna che invece pianse ai piedi della Croce, o lo stesso Gesù che pianse quando vide Lazzaro oramai morto. Forse anche Gesù non aveva fede? Mah! Il fondamentalismo religioso spinge a credere, a fare, o a dire anche cose incredibili.

Parlando un giorno con una signora catecumena, ci sentimmo di dirle che noi eravamo usciti dal CNC solo perché non condividevamo la "teologia di Kiko", ma che per noi non significava assolutamente abbandonare Gesù Cristo. La signora commentò meravigliata: "Beh…, Kiko è come Dio! Perché non è vero?".

L’affermazione si commenta da sola! Non voglio aggiungere nulla. Mi sembra evidente però che questa signora, almeno a livello inconscio, considera Kiko molto più di quanto possa considerare il Papa. Mi ricordai allora della testimonianza di una maestra che aveva chiesto alla classe chi fosse il capo della Chiesa Cattolica e che riferiva la risposta di un bambino, figlio di genitori catecumeni, il quale candidamente aveva risposto: Kiko!


CATTIVI ESEMPI NELLA CHIESA

Caro Don Elio, per amor della verità, dobbiamo dire anche che nella Chiesa Cattolica ci sono Sacerdoti che hanno tradito il loro mandato sacerdotale e che hanno deluso i parrocchiani. Basta leggere i giornali: Sacerdoti che fuggono con donne, frati pedofili, persone che sono contro il celibato e che criticano apertamente la volontà del Papa…. Cosa dobbiamo fare allora? Abbandonare il Cattolicesimo per seguire un'altra Religione? Sono consapevole che nella nostra Chiesa c’è del "marcio" di ogni tipo. D’altra parte lo stesso Papa che compose le Meditazioni e le Preghiere per la Via Crucis al Colosseo dello scorso anno (2005), disse: "Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo anche pensare a quanto Cristo debba soffrire nella Sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del Santo Sacramento della Sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso Egli entra! Quante volte celebriamo solo noi stessi senza neanche renderci conto di Lui! Quante volte la Sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il Sacramento della Riconciliazione, nel quale Egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella Sua passione. Il tradimento dei Discepoli, la ricezione indegna del Suo Corpo del Suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: "Kyrie, eleison – Signore, salvaci" (cfr. Mt 8, 25).

Io credo che dobbiamo seguire il detto: "Fai quel che il prete dice, non quel che il prete fa". Siamo tutti uomini, per carità, tutti possiamo sbagliare. Anche in altri campi possono accadere cose analoghe. Ad esempio se un medico per un errore di valutazione, sbagliasse la diagnosi, recando così un grave danno al paziente, non per questo dovremmo condannare tutta la categoria dei medici. Caro Don Elio possiamo fare lo stesso paragone anche per il CNC? Voglio dire, se una persona fa presente alcuni errori dottrinali e/o anomalie del CNC osservate nella sua Comunità, è corretto condannare tutto il CNC? Si può dire che quel comportamento, quelle eresie siano frutto dell’atteggiamento di alcune persone che non hanno obbedito ai propri superiori (Catechisti) o che hanno fatto errori di interpretazione/valutazione personali? Insomma, possiamo parlare di eccezioni anche nel CNC? Personalmente non lo credo. Ho letto tante testimonianze di ex catecumeni provenienti da diverse Comunità: le eresie, le anomalie, le pressioni psicologiche, le idee tendenziose sono uguali ovunque. Ciò non dipende dal fatto che non si obbedisce ai Catechisti per fare di testa propria, facendo così degli errori. No! Secondo me dipende invece dal fatto che tutti seguono fin nei particolari ciò che i supercatechisti propongono. Ma è del tutto evidente che tutto è stato stabilito dagli iniziatori del CNC, Kiko e Carmen. L’errore dunque sta a monte. Forse l’eccezione qui è al contrario: ci potrà essere qualcuno che, nonostante tutto, sia riuscito a mantenersi fedele all’insegnamento della Chiesa Cattolica Romana, ma questa sarebbe davvero un’eccezione!


RIFIUTO D’OGNI CRITICA E CORREZIONE

Una sorella del Cammino ci ha detto che non riusciva ad accettare quanto scritto in un articolo, apparso tempo fa su una rivista mensile, riguardante il CNC. In esso i Catecumenali venivano definiti come disobbedienti al Papa. Per lei, se bisogna cambiare tipo di Eucaristia il problema non sussiste: si può benissimo cambiare come vuole il Papa e la Chiesa, ma, a detta dei suoi Catechisti, non ci sarebbe ancora nulla di scritto, per cui l’Eucaristia catecumenale rimane ancora come prima. Il suo Catechista ha detto che in futuro forse qualcosa cambierà; per adesso, non avendo ancora nulla di scritto, non si cambia niente. Ma come?!? La lettera che il Card. Arinze ha inviato a Kiko contenente i sei punti cardine su cui Kiko dovrà correggere il suo modo di celebrare l’Eucaristia, non conta nulla?

Sono quasi due mesi che Kiko ha ricevuto la lettera del Card. Arinze. Perché non è stato riferito nelle varie Comunità? Sono sicuro che i Catechisti più importanti sanno tutto, però non hanno detto nulla ai loro adepti. Perché?!? Prima o poi dovranno saperlo. Forse perché occorre prepararli piano piano, così non verranno traumatizzati? Mi è stato riferito di una donna che, quando ha saputo che nel CNC forse qualcosa sarebbe cambiato, ci ha sofferto molto. Se uno si fida del Papa e della Chiesa, dovrebbe prenderla invece come una "potatura" necessaria. Forse si pensa che Benedetto XVI abbia rancore verso il CNC e verso Kiko? Io sono certo che il Papa abbia grande rispetto verso tutti i Cammini di Fede!

Sempre la stessa persona ci ha anche detto che non è vero che il CNC è eretico, perché il Papa ha inviato 200 Famiglie Catecumene in missione: non l’avrebbe fatto se avesse saputo che il CNC fosse eretico. La considerazione mi sembra corretta. Io credo però che il Papa voglia, sì, correggere, ma non sopprimere o scomunicare. La scomunica può arrivare solo dopo che sono state tentate tutte le altre strade possibili. In ogni caso non è mai per "punire" ma sempre per correggere. Quasi tutti i "Cammini di fede" hanno portato alla Chiesa gioie e dolori. Molti di essi hanno avuto una vita travagliata prima di arrivare a purificarsi ed integrarsi completamente nella Madre Chiesa. Il nostro Papa spera forse che anche il CNC, dopo un tempo di maturazione, possa arrivare a purificarsi completamente. Lo aveva detto esplicitamente già da Cardinale. Tutto ora dipende da Kiko e da Carmen:obbediranno sottomettendosi docilmente al Papa, oppure no?

Mi domando tuttavia, come potranno Kiko e Carmen obbedire al Papa se di recente Gli hanno inviato una lettera che sembra essere una provocazione subdola nei Suoi confronti? Sembra quasi che vogliano indurre il Papa a ricredersi dimostrando di non aver minimamente cambiato le loro idee.


Grazie a te Don Elio ho potuto leggere questa lettera. Fossi stato io al posto di Kiko avrei risposto semplicemente che ero pronto ad obbedire e avrei dato subito disposizioni a tutti i Catechisti perché fossero messe in pratica tutte e sei le correzioni sul modo di celebrare l’Eucaristia. Inoltre, avrei dato ordine di partecipare a settimane alterne alla Messa domenicale in parrocchia, per arrivare poi gradualmente all’abolizione della Messa notturna del sabato. Ma Kiko ha scritto ben altre cose. Ecco la sua lettera:

"Carissimo Padre,

L'amore di Dio Padre, la santa umiltà di Cristo e la consolazione dello Spirito Santo siano con Lei.

Desideriamo ringraziarLa con tutto il cuore per l'Udienza che ci ha concesso, con l'invio di 200 famiglie, e per la Sua parola, in cui ha sottolineato "l'importanza .... della Santa Messa nell'evangelizzazione" e che come "la vostra lunga esperienza può ben confermare" ; "la centralità del mistero di Cristo celebrato nei riti liturgici costituisce una via privilegiata e indispensabile per costruire comunità cristiane vive e perseveranti".

Dopo l'Udienza ci siamo riuniti assieme, da tutte le nazioni, 700 catechisti itineranti e siamo contentissimi delle "norme" che a Suo nome ci ha impartito il Cardinale Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Al riguardo noi vogliamo esprimere la nostra gratitudine a Lei, al Cardinal Arinze e alla Congregazione, per quanto è scritto nella lettera.

Abbiamo rinnovato insieme la disponibilità a seguire in tutto, con grande rispetto e obbedienza, le rubriche del Messale Romano (Gloria, Credo, Lavabo, Orate fratres, Agnus Dei,... ). Con rispetto al primo punto della lettera ("almeno una domenica al mese le Comunità del Cammino Neocatecumenale devono partecipare alla Santa Messa della comunità parrocchiale"), ogni équipe di catechisti itineranti parlerà con il Vescovo di ogni Diocesi per concordare detta partecipazione, soprattutto tenendo conto dei fratelli più piccoli e più lontani.

Vorremmo anche ringraziarLa per la benevolenza, misericordia e bontà che ha mostrato verso i più lontani nel concedere lo spostamento del gesto della pace e i due anni per adeguare il modo della distribuzione della Comunione al Corpo e al Sangue del Signore: noi abbiamo sempre mostrato a tanti fratelli che vengono dall'inferno, pieni di ferite e di disprezzo verso se stessi, che nella Santa Eucaristia il Signore fa presente il suo amore, morendo e risuscitando per loro; non solo, ma preparando una mensa, un banchetto escatologico, che fa presente il Cielo e dove Lui stesso, pieno di amore, li fa sedere e passa a servirli: "Li farà mettere a tavola e passerà a servirli" (Lc 12,37). In questo modo ogni volta che celebrano l'Eucaristia sperimentano la forza che ha il sacramento per trascinarli nella Pasqua di Cristo, facendoli passare dalla tristezza all'allegria, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita ...

Il Signore sta preparando un popolo per evangelizzare i pagani. Sono milioni gli uomini che oggi non conoscono Cristo. La realtà è che il Signore ci chiama a evangelizzare come comunità cristiane che fanno presente la vita celeste in noi.

Grazie Santità! Insieme ai Cardinali, ai tantissimi Vescovi che ci hanno appoggiato e soprattutto a nome di tanti lontani che oggi benedicono Cristo, La ringraziamo con tutto il cuore.

Chiediamo la Sua Apostolica Benedizione".


Con questa lettera Kiko ha inteso fare una catechesi al Papa.

Ha tenuto a precisare che nel loro modo di celebrare l’Eucaristia si mettevano seduti per ricevere il Corpo e il Sangue di Cristo perché chi serve è Gesù Cristo stesso. Come a dire: "Ci volete togliere questo rito, ma in realtà era stato pensato bene". Sembra un richiamo al Santo Padre!

Quando poi manifesta l’intenzione di inviare i catechisti itineranti per concordare con i Vescovi la partecipazione alla Messa Domenicale, sembra che egli finga di non capire l’ingiunzione del Santo Padre e che voglia servirsi dei numerosi Vescovi a lui favorevoli e di quelli che spera di conquistare nell’occasione, per non stare alle disposizioni pontificie.

Qui Kiko sorpassa ogni limite. Che cosa vorrebbe concordare? Perché bisogna tener conto dei "più piccoli"? Forse vorrebbe tenere i "più piccoli" (gli ultimi arrivati) alla Messa catecumenale e mandar una volta al mese gli "anziani" alla Messa Domenicale. È come dire che i "piccoli" hanno bisogno di una Messa forte (quella neocatecumenale appunto) mentre chi è nel Cammino da parecchio tempo potrebbe sacrificarsi e, per accontentare il Papa, andare una volta al mese alla Messa domenicale. Kiko non ha capito assolutamente nulla oppure fa finta di non capire: si preoccupa dei "più piccoli" perché pensa davvero che la Messa dei neocatecumenali sia superiore alla quella celebrata in Parrocchia, oppure va elemosinando un buon periodo di tempo per poterli plagiare? Chissà se Kiko ha letto i libri di Benedetto XVI? Egli pensa ancora al fatto che l’Eucaristia Neocatecumenale (che dura circa due ore) con tanti canti, suoni di chitarra e di tamburi, con risonanze e preghiere spontanee, possa trasportare tutti sul "carro di fuoco ….", come appunto dice nelle sue catechesi.

Una super Catechista ci disse una volta che se ad un ragazzo gli togli l’Eucaristia del sabato notte gli togli tutto. Qualcuno ha anche aggiunto che in questo modo si tengono lontani i giovani dalle discoteche e dagli incidenti automobilistici del sabato notte.

Queste affermazioni non possono essere condivise per vari motivi. Innanzitutto perché: se ad un ragazzo togli l’Eucaristia del sabato notte gli rimane pur sempre quella della Domenica, il giorno del Signore. Per quanto riguarda poi le discoteche, oggi non è più come prima. Ora si entra in discoteca intorno alla mezzanotte (prima non c’è quasi nessuno!). L’Eucaristia del sabato termina intorno alle ore 23.00/23.30. Il tempo quindi ci sarebbe! Ma che tipo di giustificazione può mai essere quella di mandare i ragazzi alla Messa del sabato notte in Comunità per non farli andare in discoteca? Il Papa Giovanni Paolo II lo ha mai detto? Non ha forse detto l’esatto contrario: di andare cioè a Messa alla Domenica? Al n. 36 della Lettera Apostolica "Dies Domini" sulla Santificazione della Domenica, (1998), Giovanni Paolo II scrive infatti: "Nelle Messe domenicali della parrocchia, in quanto "comunità eucaristica", è normale poi che si ritrovino i vari gruppi, movimenti, associazioni, le stesse piccole comunità religiose in essa presenti. Questo consente loro di fare esperienza di ciò che è ad essi più profondamente comune, al di là delle specifiche vie spirituali che legittimamente li caratterizzano, in obbedienza al di-scernimento dell’autorità ecclesiale. È per questo che di domenica, giorno dell’assemblea, le Messe dei piccoli gruppi non sono da incoraggiare: non si tratta solo di evitare che le assemblee parrocchiali manchino del necessario ministero dei sacerdoti, ma anche di fare in modo che la vita e l’unità della comunità ecclesiale vengano pienamente salvaguardate e promosse."

Se poi il problema della discoteca del sabato notte è così forte, provocatoriamente, potrei suggerire di entrare a far parte dei Testimoni di Geova. È risaputo infatti che loro non possono assolutamente partecipare neanche alle feste di compleanno, perché dicono che anche in esse satana è in agguato. Figuriamoci in discoteca il sabato notte! È impossibile che un ragazzo TdG possa andare in discoteca.

Maliziosamente mi viene da pensare che un solo incontro settimanale (soprattutto per chi frequenta il CNC da poco tempo) non possa essere sufficiente a tenere dentro gli adepti. Ho pensato allora che se Kiko dovesse obbedire, sicuramente dovrebbe inventare un altro tipo di incontro settimanale.

Mi rimane difficile credere che Kiko, persona che parla male dei "preti" e della Chiesa, che strumentalizza le persone e i fatti, che non obbedisce ai veri Pastori della Chiesa, che racconta tante menzogne, possa disinteressatamente avere a cuore il bene della gente.


AUGURIO FINALE

Non so se il CNC si correggerà: tutto dipenderà da Kiko e da Carmen e dalla loro disponibilità a sottostare con vera docilità ai Pastori della Chiesa. Io lo spero fortemente e non escludo di poter rientrare nel CNC nel caso ciò accada. Perché ciò avvenga, Kiko sarà disposto a correggere tutte le sue catechesi e a pubblicarle, invece di tenerle segrete? Sarà disposto a raccontare al mondo che per 40 anni ha predicato una teologia non del tutto cattolica? Sarà disposto ad ammettere che (in buona o cattiva fede) ha ingannato tante persone facendo credere loro che il suo Cammino era nella perfetta ortodossia della Chiesa Cattolica? Sarà disposto a non raccontare più bugie? Sarà disposto a non parlar più male dei "preti" e della Chiesa? Sarà disposto a togliere per sempre quegli interrogatori di terzo grado che vengono fatti agli adepti, abilmente camuffati con il nome di "scrutini", facendo credere con l’inganno che è il Signore a volerlo? Sarà disposto a non utilizzare più la tecnica della persuasione occulta per i suoi scopi anche se apparentemente buoni? Sarà disposto a far celebrare l’Eucaristia così come ha stabilito il Papa e la Madre Chiesa? Sarà quindi disposto a rinunciare al suo modo di celebrare l’Eucaristia il sabato notte, per permettere a tutti i Catecumeni di partecipare alla Messa Domenicale così come voluto da Giovanni Paolo II? Infine, kiko sarà disposto a rinunciare a quella immagine di grande "profeta" che si è costruita di fronte ai suoi seguaci in tutto il mondo? Io lo spero con tutto il cuore, anche se mi rimane un po’ difficile pensare che ciò accada, ma, se anche ciò accadesse, quanti anni ci vorrebbero perché i Catechisti e i semplici Catecumeni possano spurgarsi di tutte le eresie che hanno assorbito e consolidato in tanti anni di Cammino?

Carissimo Don Elio, ti saluto affettuosamente, ti ringrazio della vicinanza e ti chiedo preghiere.




…………………………….., lì 28.02.2006 L. P.


Fonte: http://www.geocities.com/Athens/Delphi/6919/ita_index.htm

 
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Raimundus
view post Posted on 9/4/2006, 01:42     +1   -1




Si segnalano di seguiti alcuni siti che trattano del Cammino Neocatecumenale.



Si precisa, comunque, che i siti citati non sono collegati al nostro sito da alcun rapporto di responsabilità per il contenuto degli argomenti trattati.






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http://www.psychologue-clinicien.com/chemin.htm
sito francese con traduzione in altre lingue.



http://www.nepo.kom.pl/antyk/kiko.htm (sekretne katechezy neokatechumenatu)
sito polacco che riporta le catechesi segrete del Camino.



http://www.swiadectwa.antyk.org.pl (swiadectwa o neokatechumenacie)
sito polacco che riporta anche le testimonianze.




http://www.montfort.org.br
sito brasiliano in lingua portoghese con traduzioni in spagnolo e inglese



http://es.geocities.com/mostalla

sito spagnolo di un ex-catecumeno

http://www.inforeligion.ca/groupes/Fiches/fiche073.htm
sito canadese in lingua francese



 
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robertopluto
view post Posted on 11/4/2006, 12:45     +1   -1




Li vado a leggere subito
 
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Simona72
view post Posted on 11/4/2006, 17:12     +1   -1




Ciao Roberto non li leggere, non ti perdi niente :D
buona sera a tutti
 
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robertopluto
view post Posted on 12/4/2006, 11:01     +1   -1




Forse hai ragione Simona, non perdo niente!
Ciao a presto.
 
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83 replies since 9/3/2006, 15:33   21712 views
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