Bufera sulle barzellette
Osservatore: «Battute deplorevoli»
Prima la barzelletta sugli ebrei avidi di quattrini. Poi quella che prende di mira ancora una volta Rosy Bindi e si conclude con una sonora bestemmia. Due video pubblicati sui siti di Repubblica e dell’Espresso inguaiano Silvio Berlusconi. Lui si giustifica (per la seconda): non è offensiva, non credo qualcuno si sia turbato.
Le opposizioni si indignano, Bindi chiede che il Premier si scusi con i cattolici, altri ricordano che i calciatori e i partecipanti ai reality che bestemmiano vengono espulsi.
La storiella sull’ebreo che si fa pagare profumatamente per nascondere un amico durante il nazismo, Berlusconi la racconta la sera del suo compleanno, giovedì 29, ai militanti che gli fanno gli auguri quando esce da palazzo Grazioli. Una telecamera amatoriale riprende tutto, e il video finisce sul sito di Repubblica. Proprio all’indomani delle scuse del Cavaliere agli ebrei e a Israele, per rimediare all’uscita antisemita del senatore Ciarrapico. Dopo la barzelletta Berlusconi aggiunge: « Io colleziono una storiella al giorno. E anche una ragazza al giorno».
Netta la reazione di Amos Luzzatto, presidente della comunità ebraica di Venezia ed ex responsabile dell’Unione delle comunità ebraiche italiane: «Prima di recuperare antichi stereotipi antisemiti di discutibile gusto – dice – un uomo pubblico farebbe bene a usare cautela. Su questi pregiudizi nei secoli si sono giustificate le peggiori discriminazioni e violenze». «La storia ci insegna – dice Italo Bocchino del Fli – a essere tutti molto più rispettosi verso gli ebrei».
La storiella con bestemmia è molto più datata. Berlusconi la racconta a un gruppo di militari prima del G8 a L’Aquila di luglio 2009. L’Espressola mette in rete ora. Dopo che Berlusconi - chiedendo la fiducia in Parlamento - ha preso impegni sui temi della bioetica. Immediata la tempesta di critiche. Berlusconi prova a scusarsi: «È una storiella circolata un anno fa in tutto il Parlamento. Averla raccontata in privato non è né un offesa né un peccato – sostiene – è solo una risata. Il cattivo gusto e la responsabilità sono casomai di chi la pubblicizza. Mi dispiace solo se qualcuno nella sua sensibilità si sia sentito turbato. Ma non ci credo. È soltanto un pretesto per attacchi strumentali e ipocriti».
Ma le reazioni sono irrefrenabili. A partire dal Pd. Dice Rosy Bindi: «Prima che a me, deve chiedere scusa a tutti i credenti, alla Chiesa e alla stampa cattolica di cui si è vantato di avere l’attenzione». «È incredibile che una persona capace di simili volgarità possa governare il Paese» attacca Pier Luigi Bersani. Duro anche Walter Veltroni: «Berlusconi che deride gli ebrei e il sentimento religioso è la dimostrazione dell’assoluto degrado civile in cui ha precipitato il Paese». Per Enrico Gasbarra il Cavaliere «in Parlamento si fa paladino dei valori etici, non perde occasione per dichiararsi espressione del mondo cattolico. Poi in privato offende le donne e bestemmia». Anche per Francesco Garofani «la bestemmia rivela che considerazione ha della fede e di come sia solo strumentale e ipocrita il suo continuo appellarsi alla Chiesa». Sarcastico Roberto Zaccaria che ricorda gli attacchi del Pdl per le bestemmie all’Isola dei Famosi in Rai e al Grande Fratello in Mediaset. Provocatorio anche il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti: «Se un calciatore bestemmia, viene espulso. E il premier?».
Severa anche Paola Binetti dell’Udc: «Il "no" alla bestemmia è un dovere assoluto anche per chi non ha fede, perché non è mai lecito irridere i valori in cui altri credono». E il portavoce dell’Idv, Leoluca Orlando, dice che Berlusconi «è ossessionato da una visione sessista e maschilista del mondo. Un cattolico solo a parole». Dal Pdl qualche voce in difesa. Giovanni Mottola accusa la sinistra di «moralismo di maniera». Per Francesco Casoli «Berlusconi piace agli italiani perché è dotato di ironia». E secondo Osvaldo Napoli «l’antiberlusconismo si nutre di un fanatismo e di un perbenismo che raggelano il sangue».
Luca Liverani
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Un più alto dovere di sobrietà e di rispetto
Ci mancava solo la bestemmia dentro la barzelletta del presidente. Un video – puntuale come una maledizione – ce l’ha servita via internet, mentre un altro video – sempre tramite web – ci ha proposto un Silvio Berlusconi che giochicchia con consunti stereotipi sugli ebrei. Tutto questo ieri, all’indomani della riconfermata fiducia al governo e delle parole pesate e pesanti che il presidente del Consiglio dei ministri aveva pronunciato nelle aule di Camera e Senato, tra l’altro sottolineando la sua ben nota amicizia per Israele e riaffermando l’impegno dell’esecutivo a sviluppare una politica responsabile ed eticamente attenta su tematiche delicatissime, care anche e soprattutto al mondo cattolico.
Si potrebbe ragionare all’infinito sullo strano timer che governa il "rilascio" mediatico – come se si trattasse di mangime per pesci o polli – di battute e gaffe «private» (o semi-pubbliche) del premier. E non sarebbe un ragionare strano o inutile. Ma il problema principale stavolta non è il timer. Il problema è il deposito di battute e gaffe (vere o presunte). Il problema è che dal deposito sia affiorata anche un’insopportabile bestemmia (anche se vecchia di mesi e mesi non è, purtroppo, meno tale).
C’è una cultura della battuta a ogni costo che ha preso piede e fa brutta la nostra politica. E su questo tanti dovrebbero tornare a riflettere. E farebbero bene a pensarci su davvero anche coloro che bestemmie di vario tipo e barzellette mediocri (tristemente dilaganti tra pseudo-satira e pseudo-cultura) non le sopportano solo quando spuntano sulla bocca di un avversario, meglio se di Silvio Berlusconi. Ma su ogni uomo delle istituzioni, su ogni ministro e a maggior ragione sul capo del governo grava, inesorabile, un più alto dovere di sobrietà e di rispetto. Per ciò che si rappresenta, per i sentimenti dei cittadini e per Colui che non va nominato invano.
Marco Tarquinio
Fonte: Avvenire