Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

LA MESSA E' VERO SACRIFICIO?, Indagine alla luce della dottrina tomista

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PRAECENTOR
view post Posted on 14/3/2007, 18:54     +1   -1




Caro Totus, sei libero di non condividere il risultato degli studi dei liturgisti. Sarebbe bello però sapere da dove ti deriva tutta questa sicurezza sul significato che gli Ebrei danno ai loro riti. Nel momento in cui tu escludi categoricamenti valori che vadano al di là dello psicologico nella liturgia ebraica dovresti per lo meno citare qualche autore che ti dia ragione.
Io , per parte mia, ti cito, tra gli altri:
Sanson V.: Per Gesù Cristo Nostro Signore, manuale di teologia fondamentale. EDB. Pagg 62-78.
 
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TotusTuus
view post Posted on 15/3/2007, 09:40     +1   -1




Caro Praecentor, il Ricciotti, il dizionario biblico dello Spadafora, l'Enciclopedia Cattolica, l'Enciclopedia liturgica dell'Aigrain e qualunque serio e ortodosso manuale di teologia dogmatica affrontano la questione parlando di "ricordo, rievocazione, commemorazione". In sintesi:

1) La Messa è sacrificio e sacramento, le due cose sono inscindibili. Per quanto riguarda il memoriale siamo di fronte a un problema inesistente. La Messa è anche memoriale ma non solo memoriale (come invece è per la Pasqua ebraica).

2) Nella Pasqua ebraica si fa memoria di un evento passato che non si ripropone in nessun modo. Come si potrebbe riattualizzare la liberazione degli ebrei dall'Egitto? D'altronde loro non la intendono come liberazione dal peccato ma come materiale liberazione da una nazione straniera. E' quindi una importante memoria del passato. Il fatto che il capofamiglia dica "oggi Dio ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto" ha lo scopo di rendere più vivido il suo ricordo. D'altronde gli ebrei non hanno mai concepito la Pasqua come sacrificio.

3) E' ovvio che la liturgia ebraica sia anche actio: i sacrifici degli animali, ad es., sono actio. La Pasqua ebraica però non produce nessun effetto sul piano spirituale, come invece il sacrificio cristiano, quindi non è actio. Difatti produce come frutto l'espiazione? La liberazione dal peccato? No.

4) I giorni liturgici non sono forse fictio, nel senso che il sacrificio è sempre quello ma ogni volta si commemora un evento diverso: celebrazioni di N.S. Gesù Cristo, mariane, di santi...?

Link:

Pesach la Pasqua ebraica
 
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PRAECENTOR
view post Posted on 18/3/2007, 22:47     +1   -1




Tu metti un sacco di carne al fuoco. Che bisogno c'è di ritirare fuori la dottrina cattolica sulla messa e il sacrificio-sacramento? qui non si parla di quello. Tu hai solo paura che qualche giovin lettore venga corrotto dalle idee moderne pensando che tutto fa brodo. Se vogliamo far teologia a livello del Casali, lasciamo subito perdere.
Nel concetto di memoriale ebraico, non è l'evento salvifico nelle sue circostanze storiche che si ripete (ciò sarebbe impossibile), semplicemente il credente "spera" che Dio salvi anche lui, che non ha potuto assistere all'evento salvifico. La pasqua ebraica non è un sacrificio, ma è memoriale di un avvenimento salvifico. Avvenimento che, in quanto compiuto da Dio deve avere un valore eterno, e un'efficacia che vada al di là del momento storico. In questo senso si parla di memoriale e non di semplice memoria, perchè le azioni divine non sono comuni azioni passate oggetto di semplice "ricordo", ma azioni passate sì, in senso storico, ma sempre vive ed efficaci per il credente. In questo senso il memoriale non è mai una semplice memoria. La liturgia cristiana ha realizzato in senso di pienezza ciò che vi era "in figura" in quella ebraica (che tra l'altro ha infinite somiglianze sia nella liturgia della parola che nell'ufficio divino). La grossa differenza sta in questo: mentre gli eventi salvifici dell'antico testamento non erano "sufficienti" a salvare l'uomo (e di conseguenza anche la relativa liturgia), gli eventi salvifici del mistero pasquale sono la "nuova ed eterna alleanza". Questi sì sono causa efficiente della salvezza. C'è poi la presenza dello Spirito Santo che compie le azioni che ben conosciamo, inclusa la realtà della presenza di Cristo per modum substantiae. Insomma, questa è una liturgia che salva veramente. L'altra, quella ebraica, non poteva salvare, ma non era comunque fictio.
 
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TotusTuus
view post Posted on 19/3/2007, 21:52     +1   -1




I testi indicati parlano, a proposito della Pasqua ebraica, di commemorazione, ricordo, memoria. La memoria riguarda del resto la liberazione materiale del popolo dalla schiavitù.

 
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PRAECENTOR
view post Posted on 19/3/2007, 22:21     +1   -1




La liberazione materiale del popolo dalla schiavitù è ben più di un mero fatto materiale: interpretata alla luce della fede, è un atto con il quale Dio salva il suo popolo e conferma la sua alleanza.

"Per gli ebrei, celebrare il memoriale non è un semplice ricordare, ma vuol dire far rivivere, far presente nella propria azione, nella propria persona e nella stessa comunità che celebra il memoriale, l’evento salvifico e liberatore della Pasqua, perpetuando nel tempo la memoria del passaggio di Dio in Terra d’Egitto, e rendere, così, il passato, presente ed attuale. In tal modo l’evento pasquale è rivissuto ed attualizzato. Questo perché “il significato del ricordarsi (zakar) ebraico, non è un mero evocare il passato, quanto il riprodurne la forza e l’efficacia”. Così, per esempio, quando si prega Dio di ‘ricordarsi’
dei suoi fedeli o di Israele, si intende invitarlo a intervenire per ripetere i suoi gesti salvifici: «Ricordati di me e rendimi forte», grida Sansone(Gdc 16,28) quando sta per punire i filistei. Così pregano i salmisti nelle loro lamentazioni individuali (Sal 25,7, etc.) o collettive (Sal 74,2; 106,4).”(Settimio Cipriani, Eucaristia, in Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Ed. Paoline, 1988, 526)."

E' chiaro che nessun teologo cattolico prima del Concilio Vaticano II si sarebbe sognato mai di affermare qualcosa del genere. Ovviamente, lo ripeto, un conto è affermare che "per l'ebreo" la liturgia ha un certo senso, e un conto è che la chiesa cattolica avalli questo valore come ancora valido. In questo forse sta l'equivoco dei nostri discorsi. Quando io dico che per chi celebrava il rito misterico del dio Mitra il rito aveva nelle loro intenzioni un valore "sacramentale", non avallo la realtà del dio Mitra, ma affermo semmai che certe concezioni sono diffuse in varie religioni. Adesso però mi sono veramente stancato di fare l'avvocato difensore di teologi per i quali, tra l'altro, non provo particolare trasporto. Pertanto, cari lettori, pensate quel che vi pare, non replicherò più.

 
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Guido Ferro Canale
view post Posted on 20/3/2007, 17:16     +1   -1




Ho letto da qualche parte che i riti ebraici avevano un'efficacia paragonabile ai nostri Sacramentali.

Guido
 
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20 replies since 13/5/2006, 21:56   1855 views
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