| Quando in un recente documentario televisivo, ho rivisto il filmato di Papa Giovanni Paolo II durante l’ ultimo anno di vita del suo pontificato, ho provato un senso di sgomento, in quanto la visione di quel Papa tanto efficiente ed innovativo per la Chiesa Cattolica, che non riusciva a reggersi in piedi, a leggere, avendo la testa inclinata su di un lato, mi ha fatto ricordare che già allora mi domandai sul perché di quella assurda ostentazione di un “uomo” malato e visivamente debilitato.
Qualunque altro essere sarebbe stato ricoverato in una clinica, essendo assistito in tutte le sue funzioni vitali ed invece, quel Santo uomo che contribuì con la sua opera, perfino alla caduta del mondo sovietico, solo perché non poteva “dimettersi”, veniva trasportato e fatto muovere come un automa.
Già allora c’erano voci che giravano -a torto od a ragione- che quel Papa infermo fosse ormai un ostaggio di alcuni alti prelati della Curia che disponevano così di un alto potere decisionale in sua vece.
Quando il nostro Grande Papa Ratzinger decise per l’abbandono del trono papale, doveva avere in mente quelle immagini strazianti, perché sapeva benissimo quello che successe allora in quel periodo di sede vacante ante-mortem. Papa Benedetto anticipò quella situazione proprio per evitare che i fedeli avessero la sensazione di un non-regno e soprattutto, della mancanza di una vera guida spirituale cattolica, sulla cui importanza ed unicità, più volte ebbe a “tuonare” richiamando all’Obbedienza esimi prelati che, magari, tendevano ad interpretare la vita cattolica un po’ troppo ad-personam.
Quando si disse infatti che Papa Ratzinger era all’inizio della sua opera si alludeva al fatto che avrebbe rinnovato la mentalità globale della chiesa operante, combattendo il relativismo storico ed assicurandosi che anche un proprio successore, -essendo ancora in vita, ma purtroppo incapace fisicamente-, proseguisse questo nuovo cammino.
Diciamo che Papa Francesco è addirittura esploso dopo Benedetto, forse con troppo immediato rinnovamento, dando purtroppo adito anche a gruppi a-cattolici e, perfino atei, di riconoscersi nelle sue impostazioni contro la povertà e la fame nel mondo, assimilandole e considerandole social-populiste. Purtroppo questi raggruppamenti il cui fine non è il cattolicesimo, ma una finalizzazione di impostazione esclusivamente sociale esistenziale, erano fortemente combattuti dallo stesso Papa emerito, specialmente in Sud America dove la Teologia della Liberazione (TdL) era fomentata proprio da rappresentanti del clero locale…
Speriamo vivamente che questo Papa sappia continuare su quella impostazione iniziale che egli stesso confermò come prosecuzione di quella data da Benedetto e cioè: che la Chiesa (dove la “carità” è intesa come “Virtù” di vita cristiana e non come forma di guerriglia) non è una “Onlus”. Speriamo che lo ribadisca contro tutti gli speculatori demagogici che ora si accalcano attorno alla sua bellissima figura, come sta succedendo nella stessa Argentina dove Papa Francesco è diventato il simbolo indiscriminato di “tutti” i politici -da destra a sinistra- essendo un “argentino” vincente (e simpatico) nel mondo intero!
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