Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Fraternità S. Pio X - S. Sede: gli ultimi sviluppi

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TotusTuus
view post Posted on 21/12/2011, 18:17     +1   -1




È arrivata in Vaticano un testo della Fraternità San Pio X: una documentazione non una risposta. E in Francia cresce l’ala dura anti-romana

Andrea Tornielli



Città del Vaticano. Era attesa in questi giorni, e la risposta dei lefebvriani al «preambolo dottrinale» proposto dalle autorità vaticane è arrivata nelle ultime ore. Solo che, con una certa sorpresa, la risposta… non risponde. Non si tratta cioè della risposta che la commissione Ecclesia Dei si aspettava (positiva, negativa o con richieste di chiarimenti e modifiche del testo del preambolo su punti precisi). Il testo arrivato dalla Fraternità sarà ora studiato dalla commissione presieduta dal cardinale William Levada e dal segretario Guido Pozzo.

Come si ricorderà lo scorso settembre la commissione Ecclesia Dei avevano consegnato nelle mani di monsignor Fellay un preambolo dottrinale, frutto dei colloqui tra lefebvriani e Santa Sede, chiedendogli di accettarlo in vista del riconoscimento canonico della Fraternità San Pio X: nonostante Benedetto XVI abbia revocato le scomuniche ai quattro vescovi che Lefebvre aveva consacrato senza il mandato pontificio, il gruppo tradizionalista è ancora in una situazione irregolare dal punto di vista canonico.

Il preambolo, mai pubblicato, non era un testo «prendere o lasciare». La Santa Sede aveva previsto la possibilità per i lefebvriani di chiedere chiarimenti e di proporre specificazioni ulteriori. Nella sostanza, però, non poteva essere mutato, in quanto il Vaticano chiedeva - in vista della regolarizzazione attraverso la creazione di una prelatura personale dipendente dal Papa – che la Fraternità accettasse la «professione di fede» richiesta a chiunque assuma un incarico ecclesiastico. E chiedeva che riconoscesse come spetti al magistero della Chiesa l’ultima parola in caso di controversie dottrinali.

Fellay, pur non avendo pubblicato il testo (provvisorio) del preambolo, ha però anticipato in almeno due occasioni pubbliche – un’intervista e un’omelia – le difficoltà che i lefebvriani vedono insite nel preambolo. Dicendo apertamente che così com’è quel testo non può essere accettato. In molti, a Roma e fuori Roma, hanno considerato le parole del superiore come indice delle difficoltà interne alla Fraternità: la linea di Fellay è stata infatti oggetto di critiche forti e di aperto dissenso da parte dei superiori di vari distretti, contrari all’accordo con la Santa Sede.

Ora un documento è arrivato, ma non era ciò che in Vaticano ci si aspettava, perché si tratta – spiegano le fonti – di «una documentazione», non di una risposta. Insomma, monsignor Fellay sembra voler prendere ancora tempo, dilazionare la decisione, evitare si pronunciarsi in un senso o nell’altro, o chiedere chiarimenti ed eventuali modifiche al testo proposto dalla Santa Sede.

Si moltiplicano intanto, voci incontrollate sui dissidi interni alla Fraternità. Una newsletter del sito sedevacantista Virgo-Maria.org parla apertamente della possibilità che Fellay venga «deposto» prima del capitolo che nel luglio 2012 dovrà rinnovare gli incarichi interni alla Fraternità. Ma il sito è noto per aver dato, in altre occasioni, informazioni senza fondamento.

Al di là delle deliranti affermazioni contenute nella newsletter che parla dell’«apostasia» di Roma e del Papa, è innegabile che un forte dissenso interno, contrario all’accordo con Roma, sia cresciuto in questi anni nel gruppo lefebvriano. Ora bisognerà attendere per sapere come la Santa Sede reagirà alla «risposta che non risponde».
 
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TotusTuus
view post Posted on 21/1/2012, 11:56     +1   -1




Un primo testo era giunto Oltretevere in dicembre, ma era stato considerato inadeguato: così la Santa Sede ha sollecitato un nuovo documento, appena arrivato, che ora viene esaminato

Andrea Tornielli



Città del Vaticano. La risposta vera e propria del superiore della Fraternità San Pio X Bernard Fellay, formulata secondo le richieste della Santa Sede, è arrivata in Vaticano soltanto la settimana scorsa. La prima risposta, giunta Oltretevere lo scorso 21 dicembre, non era stata considerata adeguata da parte delle autorità vaticane, che hanno invitato il responsabile dei lefebvriani di riformularla, considerando quel primo invio più una «documentazione» che una risposta. Il vescovo Fellay ha dunque preparato un secondo testo, più stringato, relativo al preambolo dottrinale che la Congregazione per la dottrina della fede gli aveva consegnato lo scorso settembre. Questo secondo testo viene ora attentamente esaminato dai consultori della Commissione Ecclesia Dei che seguono il dossier lefebrviani e ci potrebbero volere del tempo.

La prossima settimana si riunisce nel palazzo del Sant’Uffizio la plenaria della Congregazione per la dottrina della fede. All’ordine del giorno c’è la possibilità di una comunicazione riguardante i rapporti con la Fraternità San Pio X, ma è difficile che la riunione possa essere decisiva, in quanto la seconda risposta di Fellay, che accetta delle parti del preambolo dottrinale mettendone in discussione altre, richiede tempo per essere esaminata. È probabile che una decisione più precisa sul da farsi venga presa non ora, ma in febbraio, nel corso di una «Feria IV», come vengono definite le congregazioni ordinarie dell’ex Sant’Uffizio.

Come si ricorderà, nel preambolo dottrinale proposto dalla Commissione Ecclesia Dei presieduta dal cardinale William Levada e guidata da monsignor Guido Pozzo, si chiedeva ai lefebvriani di sottoscrivere la professione di fede, ciò che è considerato indispensabile per essere cattolici. La professione prevede tre gradi diversi di assenso richiesti e distingue tra verità rivelate, dichiarazioni dogmatiche e magistero ordinario. A proposito di quest’ultimo, afferma che il cattolico è chiamato ad assicurare un «religioso ossequio della volontà e dell’intelletto» agli insegnamenti che il Papa e il collegio dei vescovi «propongono quando esercitano il loro magistero autentico», anche se non sono proclamati in modo dogmatico, come nel caso della maggior parte dei documenti del magistero.

Nel consegnare il preambolo, le autorità vaticane avevano precisato che questo testo non veniva reso pubblico perché non ancora definitivo, cioè passibile di cambiamenti – non sostanziali – o di eventuali integrazioni. Da settembre a dicembre si sono rincorse voci sul dissenso interno alla Fraternità, da parte di coloro che non ritengono possibile un accordo con Roma. Lo stesso Fellay aveva parlato più volte dell’argomento. In un primo momento aveva affermato che il preambolo rappresenta un grande passo avanti. Poi, dopo un’importante riunione con i capi dei distretti della Fraternità, pur ribadendo l’importanza del dialogo intrapreso, aveva affermato di non poter accogliere il preambolo così com’è, aggiungendo: «Se Roma ci chiede di accettare in ogni caso, noi non possiamo». Fellay ha quindi inviato la prima risposta, che non è stata considerata tale dal Vaticano. E ora ha spedito la seconda.

Il fatto che la nuova e più adeguata risposta – che è stata considerata nei sacri palazzi «un passo in avanti» - abbia bisogno di essere attentamente studiata e approfondita, sta a significare che non è né un «sì» né un «no» definitivo al testo del preambolo. Ma accoglie alcune parti del testo vaticano, esprimendo invece riserve su altre. E soprattutto chiede ulteriori chiarificazioni e integrazioni. I lefebvriani non intendono infatti dare il loro assenso ai testi conciliari che riguardano la collegialità, l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e la libertà religiosa perché li ritengono in contrasto con la tradizione. Proprio il concetto di tradizione, «Traditio», e il suo valore, rappresenta il punto nodale del dibattito che ha caratterizzato i colloqui tra la Fraternità e la Santa Sede. I lefebvriani criticano alcuni passaggi conciliari ritenendoli in contrasto con la tradizione della Chiesa.

Da cardinale Joseph Ratzinger aveva più volte insistito sulla necessità di non considerare il Concilio come un «superdogma». Da Papa, Benedetto XVI, nell’ormai famoso discorso alla curia romana del dicembre 2005, ha insistito sulla necessità di interpretare il Vaticano II secondo l’ermeneutica della «riforma» nella «continuità». Il Catechismo della Chiesa cattolica, di cui nel 2012 si celebra il ventennale con uno speciale Anno della Fede, ha già proposto questa chiave interpretativa su alcuni dei punti che i lefebvriani considerano controversi.

È ancora prematuro ipotizzare quale sarà lo sbocco finale di questo dialogo che in questa fase procede a distanza e per iscritto. Ma nessuna parola definitiva è ancora stata detta: il Papa vuole fare tutto il possibile per sanare la frattura creatasi con i lefebvriani, e Fellay questo lo sa bene.
 
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TotusTuus
view post Posted on 5/2/2012, 19:01     +1   -1




Lefebvriani, Fellay: "Diciamo no alla proposta del Vaticano"

l superiore dei lefebvriani, durante un'omelia tenuta in un seminario tradizionalista negli Stati Uniti, ha affermato che la congregazione non è obbligata a rispondere positivamente alla proposta della Santa Sede

Alessandro Speciale



Il superiore dei lefebvriani ha detto, durante un'omelia tenuta nel seminario tradizionalista San Tommaso d'Aquino a Winona, Minnesota, negli Stati Uniti, che la Società Sacerdotale San Pio X “è obbligata a dire no” alla proposta di riconciliazione arrivata dal Vaticano. L'omelia è stata pubblicata sul sito del seminario.

Monsignor Fellay spiega ai suoi confratelli che la Santa Sede “ha accettato tutte le nostre richieste” dal punto di vista organizzativo e pratico, migliorando l'offerta fatta il 14 settembre scorso, ma che rimane ancora una distanza profonda dal punto di vista dottrinale. La Pontificia Commissione Ecclesia Dei, incaricata dei rapporti con i gruppi tradizionalisti, secondo Fellay, chiede ai lefebvriani di accettare che “i punti controversi del Concilio (Vaticano II, ndr) – punti ambigui, su cui c'è contrasto – come l'ecumenismo e la libertà religiosa, devono essere letti in coerenza con la dottrina perpetua della Chiesa. Se quindi c'è qualcosa di ambiguo nel Concilio, dovete leggerlo come la Chiesa l'ha sempre insegnato nel corso della storia”.

Il problema, per il superiore lefebvriano, è che come esempio di continuità tra la dottrina tradizionale della Chiesa e gli insegnamenti del Concilio il Vaticano presenta proprio le questioni dell'ecumenismo e della libertà religiosa “così come vengono interpretati dal Catechismo della Chiesa cattolica, che sono esattamente i punti che noi rimproveriamo al Concilio”.

La risposta lefebvriana è già stata inviata a Roma ed è ora all'esame della Commissione Ecclesia Dei: “Ci stanno ancora riflettendo, il che vuol dire che probabilmente sono imbarazzati”, commenta il superiore tradizionalista. “Abbiamo detto loro molto chiaramente – conclude – se ci accettate così come siamo, senza cambiamenti, senza costringerci ad accettare queste cose, siamo pronte. Ma se volete farci accettare queste cose, allora non lo siamo”.

“Penso che non ci potrebbe essere più confusione di così”, commenta il leader tradizionalista, che ironizza sul fatto che le parole “tradizione” e “coerenza” abbiano un significato diverso per la gerarchia cattolica rispetto a quello loro attribuito da lefebvriani. “E' per questo – tira le somme Fellay – che siamo obbligati a dire che non firmeremo. Siamo d'accordo sul principio ma vediamo che le conclusioni sono opposte”.

In assenza di commenti del Vaticano, dall'Austria, intanto, la agenzia stampa "Katholische Presseagentur" sostiene che "il Vaticano nelle prossime settimane darà una nuova risposta agli ultra-tradizionalisti", ma è poco chiaro se questa risposta conterrà una decisione definitiva o non piuttosto la richiesta di
un ulteriore approfondimento.
 
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TotusTuus
view post Posted on 12/2/2012, 21:05     +1   -1




Lefebvriani: "Non chiudiamo la porta al dialogo"

Monsignor Bernard Fellay afferma che il colloquio con il Vaticano prosegue nonostante le divergenze



Nel dialogo in corso con la Santa Sede, la Fraternità San Pio X non ha alcuna intensione di «chiudere la porta». «Al contrario - afferma il superiore generale, monsignor Bernard Fellay - è nostro dovere continuare a bussare alla porta, e non chiedere se possiamo entrare (perchè vi siamo già dentro), ma pregare perchè si convertano, perche; possono cambiare atteggiamento verso di noi e tornare a ciò che ci fa Chiesa».

Il capo dei lefebvriani sottolinea anche che «quando si vede l’attuale Papa affermare la continuità nella Chiesa, noi diciamo: naturalmente». «Questo - precisa - ciò che abbiamo detto in ogni momento. Quando si parla di tradizione, è proprio questo il significato. Si dice, ci deve essere Tradizione, ci deve essere continuità. Quindi vi è continuità. Ci viene detto quindi, il Vaticano II è stato fatto dalla Chiesa, la Chiesa deve essere un continuo, perciò il Vaticano II è Tradizione».

Sono questi i passaggi centrali dell’omelia di monsignor Fellay nel seminario di Winona per la festa della Candelora, della quale sono stati diffusi da alcune fonti solo alcuni estratti che in qualche modo sembravano preannunciare una rottura del dialogo tra la Fraternità fondata da monsignor Marcel Lefebvre e Roma.

Fonte: Vatican Insider
 
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ferny1
view post Posted on 19/2/2012, 18:22     +1   -1




E' meglio lasciare così com'è.
se la situazione si evolverà nei modi naturali e non imposti allora sarà opera di Dio.
Francamente, io non ho mai amato le "regole conciliari" che hanno mandato il popolo cattolico allo sbando, anzi, direi le "regole "moderniste".
Ho sempre pensato che il mondo si regolava alla chiesa cattolica e non la chiesa cattolica al mondo.
Apertamente dico cancellare in toto il CV.II° che ribadisco senza remore è stata la rovina della chiesa. E non i lefebvreiani.
 
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TotusTuus
view post Posted on 23/2/2012, 21:49     +1   -1




I lefebvriani: «Il preambolo non è accettabile, aspettiamo con trepidazione la risposta di Roma»

Su Die Welt l’intervista all’abate Franz Schmidberger, primo successore di Lefebvre: «Se Roma ci chiede di accettare tutto il Concilio incondizionatamente, non vedo una possibilità di riconciliazione»

Andrea Tornielli



Città del Vaticano.Nelle scorse settimane il vescovo Bernard Fellay, superiore generale della Fraternità San Pio X, aveva dichiarato, nel corso di un’omelia tenuta durante un viaggio negli Stati Uniti, che il «preambolo dottrinale» proposto dalla Santa Sede ai lefebvriani non poteva essere sottoscritto nella sua attuale stesura. Quell’affermazione, che non significava la fine del dialogo con la Santa Sede, viene ora ripetuta e precisata ulteriormente dall’abate Franz Schmidberger, che fu il primo successore dell’arcivescovo Marcel Lefebvre ed è stato tramite per i contatti tra il Vaticano e la Fraternità. L’abate ha concesso una lunga intervista al vaticanista Paul Badde, pubblicata il 13 febbraio su Die Welt (http://www.welt.de/print/die_welt/politik/...cht-fallen.html), confermando che i lefebvriani non sono disposti a riconciliarsi con il Papa «ad ogni prezzo», come sintetizza il quotidiano tedesco.

Schmidberger racconta: «Il 14 settembre 2011 il cardinale Levada ha presentato a monsignor Fellay un “preambolo dottrinale”, la cui accettazione è la condizione per un riconoscimento canonico della Fraternità. Ci siamo largamente consultati su questo testo e siamo giunti alla conclusione che non è accettabile». L’abate aggiunge di aver recapitato personalmente a Roma, il 1° dicembre, la risposta di Fellay, e – su richiesta delle autorità vaticane – di aver fatto arrivare una chiarificazione in merito a quella prima risposta. «Ora stiamo aspettando con grande trepidazione la risposta della Congregazione per la dottrina della fede».

Rispondendo sulle imbarazzanti esternazioni del vescovo lefebvriani Richard Williamson, Schmidberger afferma: «Non sono un profeta, ma credo che durante la discussione sulla struttura canonica per la Fraternità, che non avverrà certamente in una sola sessione, coloro che vi prenderanno parte parleranno del vescovo Williamson. Sicuramente ci si può aspettare da lui che obbedisca alle istruzioni del superiore generale».

Il primo successore di Lefebvre afferma anche che lo stesso fondatore della Fraternità aveva ben chiaro come «l’attuale ecumenismo sotto il segno del relativismo religioso, la libertà religiosa, il frutto della quale è il secolarismo odierno, e la collegialità, che paralizza completamente la vita della Chiesa, sono per noi inaccettabili». E che questi problemi permangono anche oggi.

Sul tema cruciale della libertà religiosa, Schmidberger dice: «La libertà religiosa non è, innanzitutto, una questione di pratica, ma di dottrina. La condanna della libertà religiosa da parte dei Papi non ha mai implicato la volontà di costringere gli altri ad accettare la religione cattolica, ma ha implicato che uno stato, nel quale la maggioranza della popolazione è cattolica, debba riconoscere che la religione cattolica è quella rivelata da Dio. Allo stesso tempo, può benissimo tollerare le altre religioni e confessioni e anche anche stabilire questa tolleranza nelle leggi civili». Ma, aggiunge, «l’errore non ha mai un diritto naturale».

L’abate, rispondendo a una domanda sui rischi di una separazione permanente da Roma, dichiara: «Un caso di emergenza è un caso di emergenza, è anormale e aspira alla normalizzazione. Come possiamo, però, arrivare a un accordo con incontri come quello di Assisi, che implicitamente (non esplicitamente!) sostengono che tutte le religioni sono vie di salvezza? Noi certamente soffriamo per la nostra situazione attuale, ma soffriamo infinitamente di più per questo indifferentismo religioso che porta un numero incalcolabile di anime alla perdizione».

Quanto al dissenso e alla contestazione attraversa le Chiese del nord Europa, Schmidberger aggiunge: «La Fraternità rappresenterà un grande sostegno per il Papa nel risanare lo scisma latente che è presente ovunque in Europa a causa delle forze centrifughe, come ad esempio accade in Austria». Il problema della Chiesa «non è la Fraternità, ma i teologi modernisti e il collasso della vita della Chiesa a partire dal Concilio».

A quali condizioni, dunque, i lefebvriani sono disposti all’accordo con la Santa Sede?

«Se le autorità romane, per il riconoscimento canonico della Fraternità, non ci richiedono qualcosa che è contrario all’insegnamento tradizionale e alla prassi della Chiesa, non ci saranno grandi difficoltà per la regolarizzazione. Se, invece, Roma ci chiedesse di accettare tutto il Concilio incondizionatamente, non vedo una possibilità di riconciliazione».

Si può dunque supporre la formulazione del preambolo dottrinale presentato da Roma alla Fraternità e non ancora pubblicato, contenga passaggi riguardanti il Concilio che i lefebvriani non ritengono di poter sottoscrivere, pur manifestando il desiderio di giungere a una regolarizzazione canonica e alla piena comunione con il Papa. Ora è la Santa Sede a dover decidere come replicare alla loro risposta negativa sul testo consegnato lo scorso 14 settembre.
 
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TotusTuus
view post Posted on 16/3/2012, 20:57     +1   -1




COMUNICATO: INCONTRO TRA IL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE E IL SUPERIORE GENERALE DELLA FRATERNITÀ SACERDOTALE SAN PIO X



Durante l’incontro del 14 settembre 2011 fra Sua Eminenza il Signor Cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, e Sua Eccellenza Mons. Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, era stato consegnato a quest’ultimo un Preambolo Dottrinale, accompagnato da una Nota preliminare, quale base fondamentale per raggiungere la piena riconciliazione con la Sede Apostolica. In esso si enunciavano alcuni principi dottrinali e criteri di interpretazione della dottrina cattolica, necessari per garantire la fedeltà al Magistero della Chiesa e il "sentire cum Ecclesia".

La risposta della Fraternità Sacerdotale San Pio X in merito al summenzionato Preambolo Dottrinale, pervenuta nel gennaio 2012, è stata sottoposta all’esame della Congregazione per la Dottrina della Fede e successivamente al giudizio del Santo Padre. In ottemperanza alla decisione di Papa Benedetto XVI, con una lettera consegnata in data odierna, si è comunicato a S.E. Mons. Fellay la valutazione della sua risposta. In essa si fa presente che la posizione, da lui espressa, non è sufficiente a superare i problemi dottrinali che sono alla base della frattura tra la Santa Sede e detta Fraternità.

Al termine dell’odierno incontro, guidato dalla preoccupazione di evitare una rottura ecclesiale dalle conseguenze dolorose e incalcolabili, si è rivolto l’invito al Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X di voler chiarificare la sua posizione al fine di poter giungere alla ricomposizione della frattura esistente, come auspicato da Papa Benedetto XVI.

Fonte: Sala Stampa S. Sede
 
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TotusTuus
view post Posted on 17/4/2012, 21:49     +1   -1




Il superiore della Fraternità San Pio X ha sottoscritto il preambolo dottrinale proposto dalla Santa Sede, anche se con qualche lieve modifica

Andrea Tornielli



Città del Vaticano. La risposta della Fraternità San Pio X è arrivata in Vaticano ed è positiva: secondo le indiscrezioni raccolte da Vatican Insider il superiore dei lefebvriani, il vescovo Bernard Fellay, avrebbe firmato il preambolo dottrinale che la Santa Sede aveva proposto lo scorso settembre, come condizione per arrivare alla piena comunione e all’inquadramento canonico.

Una conferma ufficiale dell’avvenuta risposta dovrebbe avvenire nelle prossime ore. Da quanto si apprende, il testo del preambolo inviato da Fellay propone alcune modifiche non sostanziali rispetto alla versione consegnata dalle autorità vaticane: come si ricorderà, la stessa Commissione Ecclesia Dei non aveva voluto rendere pubblico il documento (due pagine piuttosto dense), proprio perché c’era la possibilità di introdurre eventuali piccole modifiche che però non ne stravolgessero il senso.

In sostanza, il preambolo contiene la «professio fidei», la professione di fede richiesta da chi assume un ufficio ecclesiastico. E dunque stabilisce che va dato un «religioso ossequio della volontà e dell’intelletto» agli insegnamenti che il Papa e il collegio dei vescovi «propongono quando esercitano il loro magistero autentico», anche se non sono proclamati e definiti in modo dogmatico, come nel caso della maggior parte dei documenti del magistero. La Santa Sede ha più volte ripetuto ai suoi interlocutori della Fraternità San Pio X che sottoscrivere il preambolo dottrinale non avrebbe significato porre fine «alla legittima discussione, lo studio e la spiegazione teologica di singole espressioni o formulazioni presenti nei documenti del Concilio Vaticano II».

Ora il testo del preambolo con le modifiche proposte da Fellay, e da lui sottoscritto in quanto superiore della Fraternità San Pio X, sarà sottoposto a Benedetto XVI, che il giorno dopo l’ottantacinquesimo compleanno e alla vigilia del settimo anniversario dell’elezione, riceve una risposta positiva dai lefebvriani. Risposta da lui lungamente attesa e auspicata, che nelle prossime settimane metterà fine alla ferita apertasi nel 1988 con le ordinazioni episcopali illegittime celebrate dall’arcivescovo Marcel Lefebvre.

Non è escluso che la risposta di Fellay venga esaminata dai cardinali della Congregazione per la dottrina della fede, nella prossima riunione della «Feria quarta», che dovrebbe tenersi nella prima metà di maggio. Mentre qualche settimana in più sarà necessaria perché avvenga la sistemazione canonica: la proposta più probabile è quella di istituire una «prelatura personale», figura giuridica introdotta nel Codice di diritto canonico nel 1983 e finora utilizzata solo per l’Opus Dei. Il prelato dipende direttamente dalla Santa Sede. La Fraternità San Pio X continuerà a celebrare la messa secondo il messale antico, e a formare i suoi preti nei suoi seminari.
 
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anticlimacus
view post Posted on 18/4/2012, 15:13     +1   -1




Communiqué de la Maison généralice de la Fraternité Saint-Pie X (18 avril 2012)



La presse annonce que Mgr Bernard Fellay a adressé une « réponse positive » à la Congrégation pour la Doctrine de la Foi, et qu’en conséquence la question doctrinale est désormais résolue entre le Saint-Siège et la Fraternité Saint-Pie X.

La réalité est autre.

Dans un courrier du 17 avril 2012, le Supérieur général de la Fraternité Saint-Pie X a répondu à la demande d’éclaircissement que lui avait faite, le 16 mars, le cardinal William Levada, au sujet du Préambule doctrinal remis le 14 septembre 2011. Comme l’indique le communiqué de presse de la Congrégation pour la Doctrine de la Foi, daté de ce jour, le texte de cette réponse « sera examiné par le Dicastère et soumis ensuite au jugement du Saint-Père ».

Il s’agit donc d’une étape et non d’une conclusion.

Menzingen, le 18 avril 2012
www.dici.org/actualites/communique-...-18-avril-2012/

Edited by anticlimacus - 20/4/2012, 00:37
 
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TotusTuus
view post Posted on 19/4/2012, 18:29     +1   -1




COMUNICATO DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE "ECCLESIA DEI" , 18.04.2012



In data 17 aprile 2012 è pervenuto, come richiesto nell’incontro del 16 marzo 2012, svoltosi presso la sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il testo della risposta di S.E. Mons. Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X. Il suddetto testo sarà esaminato dal Dicastero e successivamente sottoposto al giudizio del Santo Padre.
 
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TotusTuus
view post Posted on 19/5/2012, 13:32     +1   -1




COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE , 16.05.2012



Come anticipato da agenzie di stampa, oggi, 16 maggio 2012, si è riunita la Sessione Ordinaria della Congregazione per la Dottrina della Fede ed è stata discussa anche la questione della Fraternità San Pio X.

In particolare è stato esaminato il testo della risposta di S.E. Mons. Bernard Fellay, pervenuta il 17 aprile 2012, e sono state formulate alcune osservazioni che saranno tenute presenti nelle ulteriori discussioni tra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X.

In considerazione delle posizioni prese dagli altri tre Vescovi della Fraternità San Pio X, la loro situazione dovrà essere trattata separatamente e singolarmente.
 
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TotusTuus
view post Posted on 15/6/2012, 12:46     +1   -1




COMUNICATO SALA STAMPA VATICANA: INCONTRO TRA IL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE E IL SUPERIORE GENERALE DELLA FRATERNITÀ SACERDOTALE SAN PIO X



Nel pomeriggio di mercoledì 13 giugno 2012 si sono incontrati Sua Eminenza il Cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, e Sua Eccellenza Mons. Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, insieme ad un suo Assistente. Erano presenti anche Sua Eccellenza Mons. Luis Ladaria, Segretario della medesima Congregazione e Mons. Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei.

L’oggetto dell’incontro era quello di presentare la valutazione della Santa Sede circa il testo consegnato dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X nel mese di aprile, in risposta al Preambolo dottrinale, sottoposto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 14 settembre 2011 a detta Fraternità. Nella discussione successiva si è avuta anche la possibilità di offrire le opportune spiegazioni e precisazioni. S.E. Mons. Fellay da parte sua ha illustrato la situazione attuale della Fraternità Sacerdotale San Pio X e ha promesso di far conoscere la sua risposta in tempi ragionevoli.

Durante il medesimo incontro si è anche consegnata una bozza di documento con il quale viene proposta una Prelatura Personale come strumento più adatto ad un eventuale riconoscimento canonico della Fraternità.

Come già detto nel comunicato stampa del 16 maggio 2012, si conferma che la situazione degli altri tre Vescovi della Fraternità Sacerdotale San Pio X sarà trattata separatamente e singolarmente.

A conclusione della riunione si è auspicato che anche attraverso questo momento ulteriore di riflessione si possa giungere alla piena comunione della Fraternità Sacerdotale San Pio X con la Sede Apostolica.
 
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Christifidelis
view post Posted on 3/7/2012, 00:08     +1   -1




Fellay: «Siamo a un punto morto, non possiamo firmare»

Il superiore della Fraternità San Pio X nell’omelia per le ordinazioni sacerdotali di Econe conferma le difficoltà

Non aveva ancora detto nulla pubblicamente, dopo l’incontro in Vaticano con il cardinale William Levada, avvenuto lo scorso 13 giugno. Ma oggi il vescovo Bernard Fellay, superiore della Fraternità San Pio X, ha confermato che l’accordo con la Santa Sede per il momento si allontanaFellay ha fatto alcuni accenni alle trattative con le autorità vaticane nel corso dell’omelia per le ordinazioni sacerdotali celebrate questa mattina ad Econe.
L’omelia, di circa mezz’ora, può essere ascoltata a questo link, il passaggio dedicato ai rapporti con Roma è attorno al minuto 21.50. «Giustamente mi chiedete: come vanno le cose con Roma?», ha detto il superiore lefebvriano, che ha aggiunto: «Allo stato attuale le cose sono a un punto morto».

«C’è stato un va e vieni, degli scambi, delle lettere, delle proposte – ha aggiunto monsignor Fellay – ma siamo al punto di partenza». Il vescovo ha ricordato: «Abbiamo detto di non potere accettare, di non potere firmare; è tutto».
Si conferma così il significato delle parole contenute nel comunicato diffuso dai lefebvriani dopo l’incontro in Vaticano, con l’accenno alla necessità di nuovi chiarimenti e discussioni. Come pure nell’omelia Fellay ha confermato il giudizio contenuto nella lettera del segretario generale della Fraternità San Pio X inviata il 25 giugno ai superiori dei distretti in vista del prossimo capitolo generale: l’ultima versione del preambolo dottrinale, discussa dai cardinali della Congregazione per la dottrina della fede e approvata dal Papa veniva definita «inaccettabile».

Andrea Tornielli- Vatican Insider

Ahimè, a quanto pare il riconoscimento della Fraternità come pienamente in comunione con Roma è ancora lontana... Oremus, fratres, pro Ecclesiae unitate...
 
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TotusTuus
view post Posted on 10/10/2012, 20:49     +1   -1




Monsignor Mueller: "Fine dei colloqui con i lefebvriani"

Le parole del prefetto della congregazione per la Dottrina della fede potrebbe essere la chiusura del dialogo in corso da anni tra il Vaticano e la Fraternità San Pio X

Alessandro Speciale



“Non penso che ci saranno ancora nuovi colloqui”: ad annunciare quella che potrebbe essere la parola fine del dialogo in corso da anni tra il Vaticano e la lefebvriana Fraternità Sacordale San Pio X è il nuovo prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, monsignor Gerhard Mueller, in un un'intervista alla radio tedesca Norddeutscher Rundfunk (Ndr) che andrà in onda sabato prossimo. I contenuti dell'intervista sono stati anticipati dalla stessa testata in un comunicato.

Secondo Mueller, chiamato in luglio da papa Benedetto XVI a sostituire il cardinale americano William J. Levada nel posto che per un quarto di secolo era stato il suo, per il Vaticano la Fraternità lefebvriana “non è un partner di trattativa, perché sulla fede non ci sono trattative”. “Non ci possono essere riduzioni della fede cattolica, tanto più se formulata validamente dal Concilio vaticano II", ha aggiunto il futuro porporato.

I lefebvriani rifiutano alcune delle riforme-chiave del Concilio su temi come l'ecumenismo, la libertà religiosa e il rapporto con le altre religioni. “Il Concilio vaticano II – chiarisce Mueller a Ndr – non è in opposizione alla tradizione della Chiesa, al massimo è in opposizione ad alcune false interpretazioni della fede cattolica”.

Di qui la prospettiva sulla possibilità di continuare il dialogo: “Non possiamo abbandonare la fede cattolica, in questi negoziati... Su questo non ci saranno compromessi... non penso che ci saranno nuove discussioni”.

I lefebvriani devono ancora inviare una risposta ufficiale alla versione definitiva del “Preambolo dottrinale” presentato loro dalla Santa Sede come precondizione per il ritorno nella piena comunione della Chiesa. Ma le notizie trapelate negli ultimi mesi dagli ambiti della Fraternità fanno pensare ad una comunità profondamente divisa e orientata a rifiutare la riconciliazione offerta da Roma.

Anche in un'altra intervista, in due parti, al settimanale cattolico statunitense National Catholic Register, Mueller affronta in dettaglio i temi del dialogo con i lefebvriani. La Fraternità, spiega il prefetto dell'ex-Sant'Uffizio, “deve accettare la dottrina completa della Chiesa Cattolica: la professione di fede, il Credo e anche il magistero papale autenticamente interpretato. Questo è necessario”. Inoltre, aggiunge, “devono accettare qualche forma di sviluppo nella liturgia. Il Santo Padre ha riconosciuto il valore perenne della forma straordinaria della liturgia (la messa tridentina, ndr), ma la devono anche accettare che la nuova forma ordinaria della liturgia, sviluppata dopo il Concilio, è valida e legittima”.

Nell'intervista al National Catholic Register, ad una domanda sulla prospettiva del dialogo con la Fraternità, Mueller risponde di essere “sempre fiducioso nella nostra fede e ottimista. Dobbiamo pregare perché ci sia buona volontà e unità nella Chiesa”.

Nel caso di una riconciliazione, i lefebvriani potrebbero dare il loro contributo alla Chiesa “sottolineando cos'è la tradizione”. Ma, aggiunge, “devono anche diventare più ampi nella loro prospettiva, perché la tradizione apostolica della Chiesa non riguarda solo alcuni pochi elementi. La tradizione della Chiesa è grande e ampia”. Mueller rifiuta però l'ipotesi che l'apporto dei tradizionalisti possa aiutare la Chiesa a sanare alcuni dei presunti “abusi”, liturgici e dottrinali, che sarebbero seguiti al Concilio: “Non è il loro compito, ma il nostro. Un estremo non può essere l'equivalente di un altro. Gli estremi vanno corretti al centro”.
 
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