Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Nuovo stemma per Benedetto XVI?

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TotusTuus
view post Posted on 16/10/2010, 13:41     +1   -1




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Roma. Se l’araldica è la precisa rappresentazione visiva e codificata di una realtà, il ritorno sullo stemma di Benedetto XVI della tiara pontificia ha un valore simbolico da non sottovalutare. Con le sue tre corone, la tiara parla del triplice potere del Papa: padre dei re, rettore del mondo, vicario di Cristo. Parla del successore di Pietro che, nella struttura gerarchica che è la chiesa, è il capo supremo. Il suo primato non è in discussione, le redini del governo sono, in comunione coi vescovi, sue. Domenica scorsa, durante la recita dell’Angelus in piazza San Pietro, per la prima volta il nuovo stemma papale è stato proposto al pubblico. Per molti è stato un segno potente dopo che, nell’aprile del 2005, il Papa – che nelle promesse del pre conclave era visto da tutti come l’“uomo della restaurazione” dopo gli anni del vento riformatore post conciliare – aveva esposto il concentrato del suo programma “politico” in uno stemma dalla simbologia contraddittoria: la tiara veniva sostituita con una mitria, ritenuta dagli esperti più carica di spiritualità e di un senso di collegialità e fratellanza con l’episcopato. Disse nel 2005 il docente e studioso di chiesa Giorgio Rumi: “Il triregno c’era dai tempi delle crociate. E ora è scomparso, come a segnare una maggiore vicinanza ai vescovi: siamo davvero al primo Papa del nuovo millennio, esistono segni indicativi di un progetto o d’una speranza”. Già, perché era dai tempi di Paolo VI, il Papa che abolì l’uso della sedia gestatoria, che la tiara non veniva più indossata da un Papa. Ma resta il fatto che nessuno, nemmeno lo stesso Montini, osò mai toglierla dal proprio stemma. Il primo fu appunto Papa Ratzinger.

Perché Benedetto XVI lo fece? La risposta può essere duplice. Per alcuni fu l’ultimo colpo di coda dei cerimonieri pontifici legati alla scuola della riforma liturgica post conciliare di Annibale Bugnini. Fu quest’ultimo, poi mandato da Montini a terminare i suoi giorni quale nunzio in Iran, a cavalcare il vento riformatore abolendo l’uso del latino nella liturgia forte della caduta in disuso dell’antico rito. Fu lui, si dice, a ispirare “post mortem” monsignor Piero Marini, gran cerimoniere papale nel pontificato wojtyliano, in tutte le sue innovazioni liturgiche: ultima in ordine di tempo lo stemma senza tiara. Uno stemma, dicono i fautori di questa vulgata, che Benedetto XVI ha dovuto subire senza poter reagire.

Uno stemma disegnato, su indicazione dell’ufficio cerimonie, dal cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, esperto di araldica.

Per altri, invece, tutto è più semplice: l’espunzione della tiara dallo stemma fu un preciso ordine di Ratzinger che voleva dire basta agli orpelli e ai segni rinascimentali. Il segnale che per lui era giunto il tempo di un pontificato “francescano”, che nello stemma ricordasse che il Papa è “unus inter pares”: il sogno ancora in vigore di una collegialità democratica. Chi è Benedetto XVI? Nel 2005 molti lo descrissero a partire dal suo stemma: un Papa bavarese e, come tale, deciso a tutelare il patrimonio di identità ripulendolo dalle tentazioni temporalistiche. Ma oggi l’antica corona è tornata sullo stemma. E di Benedetto XVI e del suo pontificato dice molto.

Paolo Rodari



Pubblicato sul Foglio mercoledì 13 ottobre 2010
 
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