Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

L'Epifania: meditazione di P. Theodossios Maria della Croce

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TotusTuus
view post Posted on 6/1/2011, 14:49     +1   -1




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La festa dell'Epifania è chiamata in greco "Teofania" e significa apparizione di Dio. Il senso di queste due parole è pressochè identico: Dio non è più nascosto, ma si fa presente, appare alla superficie delle cose.
Tutta la vita di Cristo è stata un'epifania, un'apparizione di Dio, molto evidente in alcuni casi, come alla Trasfigurazione, della quale però solo alcuni sono stati testimoni. Oggi la Chiesa, secondo la tradizione, celebra tre avvenimenti di teofania, cioè re manifestazioni non solo agli Apostoli, ma pubbliche.
Il primo avvenimento è l'arrivo dei Magi venuti da Paesi lontani per adorare il Cristo alla sua nascita (...). Il secondo fatto è il Battesimo di Gesù nel Giordano ad opera di Giovanni Battista (...). Il terzo avvenimento sono le Nozze di Cana, dove Cristo ha trasformato l'acqua in vino.
(...) Si parla spesso del significato dei Magi venuti da lontano, dell'oro, dell'incenso, della mirra, del significato della stella. Si cerca di sapere se sia stata una stella reale o una stella mistica ad apparire a questi personaggi impregnati di profezie molto antiche e depositai dell'attesa di migliaia di anni; infatti sin dalla Caduta, l'uomo ha ricevuto, nella sua storia di peccato una misteriosa rivelazione, e vive una misteriosa attesa.
I Magi sono giunti a Gerusalemme, hanno parlato della loro visione, della loro rivelazione personale. I Giudei hanno consultato i loro libri ed i testi santi per conoscere dove dovesse nascere questo Profeta, Re dei Giudei, annunziato prima da Mosè, poi da Isaia e dagli altri profeti, e hanno informato il re Erode. Ma nessuno si è scomodato per andarlo a trovare! A partire da questo particolare molto rivelatore, possiamo fare una piccola meditazione sul mistero di Dio e dell'uomo.
Perchè i Giudei non hanno sellato i cavalli per andare anche loro a vedere questo Re, che non era poi così distante? Oggi si potrebbe dire: Perchè noi, che abbiamo sentito tanto parlare di miracoli e di apparizioni, vicino a noi, nella nostra casa, nella nostra città, nel nostro Paese, noi che abbiamo visto sapienti, scienziati e letterati inginocchiarsi con tanta fede davanti al Santissimo Sacramento, non facciamo quel che hanno fatto i Magi e non andiamo realmente ai piedi di Gesù? Perchè rimaniamo nel nostro atteggiamento d'intellettuali, di credenti o di sacerdoti, installati sulla nostra personalità temporale?
Predichiamo il Vangelo con tutte le sue sublimi sfumature, e restiamo con il nostro carattere sommario e molto spesso nella nostra volgarità. Perchè chiedere all'Israelita di duemila anni fa di andare dal Dio dei Magi, e non chiederlo a me, a te, che siamo stati testimoni di tanti miracoli nella nostra vita? I più grandi uomini della terra si sono inginocchiati davanti al Santissimo Sacramento e molti di loro sono diventati veri santi, mentre noi continuiamo ad andare avanti nella nostra piccola religione proletaria o borghese.
Occorre risvegliare negli uomini il bisogno di andare verso il Bambino e di adorarlo realmente. Non dobbiamo ora cercarlo, perchè sappiamo dove sta. La vera adorazione si compie con una trasformazione di tutto l'essere. E noi molto spesso - non parlo degli atei, parlo di noi, cristiani ed anche religiosi - abbiamo, malgrado le nostre parole e il nostro sapere, una nozione molto intellettuale di Dio: è un concetto lontano. La natura è qui, vicino a noi, e Dio è lontano. Invece Dio si manifesta nel mondo del tempo attraverso tutta la Creazione e ogni creatura.
Allora che devo fare? Devo guardare in me con grande perseveranza, per penetrare in un altro uiverso: Dio è ugualmente presente in me, in voi, in tutti, ma non se siamo sempre coscienti. (...) L'ostacolo viene dall'interno di noi stessi, come per gli Israeliti: ascoltavano, vedevano i miracoli, e non andavano fino a Cristo. Attendevano il Messia, ma non l'hanno accolto. Anche noi crediamo a Cristo, l'abbiamo accolto totalmente o con una fede più o meno profonda; ma rari sono gli uomini che vanno a trovare il Salvatore nel Tabernacolo, abbandonandosi a Lui. (...)
Tutta la Creazione ci svela la presenza di Dio; lo si può riconoscere dietro l'impercettibile movimento delle piante, degli alberi, nel colore della terra. Un mazzo di fiori può essere un appello di una delicatezza tale che nessuno, io per primo, potrebbe corrispondervi. Questi fiori, che si possono schiacciare con un semplice movimento della mano, parlano di un amore così eterno, così spirituale, così lontano dalla nostra volgarità che tramite loro si vede realmente l'Epifania.
Anche la bellezza del cielo e delle stelle, la musica, l'architettura costituiscono un appello. L'uomo, mosso ed illuminato da Dio, ha concepito e costruito monumenti di una nobiltà alla quale non può corrispondere. Tutta la creazione è un'epifania e un tradimento. E' la Storia sacra: Dio eterno ed immutabile si manifesta, e l'uomo, nella sua caduta, dopo il peccato originale, continua a trascinare la storia nella perpetua lotta e nel grigiore dell'indifferenza. Sarebbe molto necessario meditare su questo, perché i santi , in epoche tormentate, di guerre, di rivoluzioni e di vendette inaudite, adoravano Dio, realizzavano opere di alta semplicità e sacralità e hanno lasciato scritti di grande elevatezza. Così noi non dobbiamo ascoltare queste parole e trovare giustificazioni: la vita è difficile, oggi il ritmo della vita è velocissimo, la tecnica soffoca l’anima e lo spirito…
La tecnica, la storia, le guerre non hanno potuto cambiare in nessun modo il colore del mare e dei fiori, né la luce del sole e neanche il sorriso delle anime che amano la verità. (…)
Una cosa è necessaria: fare come i Magi, e non come i Giudei che si sono informati dove fosse il Bambino, eppoi sono rimasti immobili. Occorre liberarci totalmente dai falsi doveri, dalle false dottrine, da ogni timore, dalle schiavitù di falsa carità, per metterci alla ricerca del Bambino con i Magi, e adorarlo.
L’essenza del mio desiderio è suscitare in noi un canto, un abbandono per sempre delle nostre considerazioni, delle nostre “corazze” psicologiche, dei nostri falsi baluardi, per presentarci davanti a Dio e alla Chiesa eterna e adorare il Signore nella sua eterna e perenne Epifania.

P. Theodossios Maria della Croce



Estratto da: Theodossios Maria della Croce, Scoprire l'altro universo. La via sacra della Redenzione, Città Nuova
 
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