Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Messa gay a Londra, Autorizzata dal Cardinale Arcivescovo

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alexanderw4
view post Posted on 20/2/2007, 10:14     +1   -1




Il permesso del Cardinale alla Messa dei Gay sgomenta i tradizionalisti cattolici.

di Jonathan Wynne-Jones, Sunday Telegraph
I fautori attivi della campagna per i diritti degli omosessuali hanno ottenuto dal capo della Chiesa Cattolica d'Inghilterra e Galles il permesso di celebrare una messa per i fedeli della parrocchia gay.
Il Cardinale Murphy-O'Connor da dato assenso pieno a un gruppo gay di celebrare Messe quindicinali nella sua diocesi di Westminster. Mentre la Chiesa ha consentito ai gay celibi di ricevere la Santa Comunione, i fedeli tradizionalisti ritengono che gli omosessuali che praticano dovrebbero essere esclusi dal rito sacramentale perché il loro stile di vita è contrario agli insegnamenti della Chiesa.
Dal momento in cui, il Cardinale Cormac Murphy-O'Connor ha fatto il passo controverso di permettere la celebrazione di Messe quindicinali specificamente per gli omosessuali.
Il comunicato dalla diocesi ribadisce invece che questa iniziativa non rappresenta una deviazione dagli insegnamenti della Chiesa, secondo i quali la pratica omosessuale è un peccato e che i gay non celibi non dovrebbero ricevere la Comunione.
Tuttavia, i cattolici tradizionalisti ritengono con timore che approvando queste celebrazioni il Cardinale abbia implicitamente sanzionato Messe "sacrileghe" e che potrebbe rendere molto più agevole agli omosessuali che fanno vita sessuale, fare la Comunione in chiesa.
Si pensa anche che questa mossa potrebbe dare il via ad iniziative euguali in altre diocesi.
"Lo scopo missionario della Chiesa è di amministrare i sacramenti a tutti", si apprende in una dichiarazione dell'arcidiocesi. "La Chiesa condanna fermamente tutte le forme di discriminazione ingiusta, di violenza, di molestia o di abuso nei confronti degli omosessuali."
Fonti vicine al Cardinale affermano che era particolarmente desideroso di autorizzare le celebrazioni, per accogliere nel modo più vasto possibile la comunità gay. Rappresenta un tentativo di porre fine alle tensioni fra l'ufficio del Cardinale e il Consiglio Pastorale delle Messe di Soho, un gruppo di cattolici gay che ha un'indubbia influenza e che aveva fatto molte campagne perché le sue celebrazioni fossero formalmente riconosciute dalla Chiesa.

La prima celebrazione della Messa autorizzata avverrà nella chiesa di Nostra Signora dell'Assunta di Soho a Londra il mese prossimo, dopo che negli ultimi otto anni le Messe si erano svolte in una chiesa Anglicana nella zona occidentale della città.
Uno degli attivisti cattolici gay più solerti nella campagna ha affermato che il Cardinale ha dovuto ottenere il sostegno della Congregazione per la Dottrina della Fede a Roma, il più potente degli uffici Vaticani, prima di prendere questa decisione così delicata.
Mark Dowd, presidente di Quest, un gruppo liberale, ha detto che la richiesta del Cardinale è stata respinta ripetutamente prima dell'approvazione finale.
Molti Cattolici temono che la decisione del Cardinale sconvolga i tradizionalisti. Al Cardinale era già stato segnalato che le Messe non ufficiali celebrate sotto il patrocinio del Movimento Cristiano di gay e lesbiche erano in realtà propagandate in funzione di una campagna per il cambiamento degli insegnamenti della Chiesa sulle pratiche omosessuali.
"Gli omosessuali possono frequentare le chiese delle loro parrocchie; avere la loro Messa distinta e separata dà l'impressione che vogliano ottenere uno status particolare", ha affermato Michael Akerman, di Pro Ecclesia et Pontifice, un gruppo Cattolico tradizionalista.

http://www.telegraph.co.uk/news/main.../nchurch18.xml

 
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lore__
view post Posted on 21/2/2007, 18:17     +1   -1




A me paion sogni.... ma siamo sicuri che la CDF abbia fornito questa autorizzazione?

Io ho letto di questi gruppi di "gay cattolici" in qualche sito, e onestamente non mi sono parsi proprio in linea con il Magistero... per il semplice fatto che la Chiesa contempla per le persone dello stesso sesso al massimo l'amicizia, mentre tra i "cattolici gay" (contraddizione in termini) c'è ben altro...

Non ci vedo per nulla chiaro...
 
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Simona72
view post Posted on 21/2/2007, 18:36     +1   -1




la notizia su riportata è stata obbiettivamente manipolata da qualche giornale scandalistico. In effetti, a mio avviso, da quello che ho letto in giro, si vorrebbe incentivare, come è successo nella Diocesi di Innsbruk, un tipo di pastorale per gli omosessuali. Anche in questo non vi è tanto di chiaro. Infatti già la pastorale di Innsbruk fu criticata e confutata dalla Congregazione per la dottrina della fede. Però c'è comunque di mezzo il mare rispetto a come viene riportata la notizia nell'articolo di cui sopra.
 
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alexanderw4
view post Posted on 22/2/2007, 08:07     +1   -1




Il sito Diocesano offre la notizia con sfumature squisitamente ecclesiali

http://www.rcdow.org.uk/diocese/defa...ntent_ref=1190


Outreach and ministry to homosexual persons

posted on 02 February 2007


Diocese of Westminster

In recent years the Diocese of Westminster has become increasingly conscious of the particular pastoral needs which are present in parts of the West End of London, notably in Soho and Piccadilly. In particular, a number of homosexual Catholics, together with their parents, families and friends, have expressed their desire for pastoral care from the Diocese. Before laying out the practical steps the diocese intends to undertake so as to meet these requests, it is important to be mindful of certain principles underpinning the Church’s engagement in its ministry to persons with a homosexual inclination.

1. Underlying Principles
The Mission of the Church is to bring the Good News of Jesus Christ and to minister to all people in his name. All people are created in the image and likeness of God and thus possess an innate human dignity that must be acknowledged and respected. (Catechism of the Catholic Church par 1700-1702).
In understanding this teaching, the Church teaches that homosexual persons “must be accepted with respect, compassion and sensitivity” (Catechism of the Catholic Church par 2358). The Church utterly condemns all forms of unjust discrimination, violence, harassment or abuse directed against people who are homosexual. The Church recognises that “it is deplorable that homosexual persons have been and are the object of violent malice in speech or in action. Such treatment deserves condemnation from the Church’s pastors wherever it occurs.” (Congregation of the Doctrine of Faith On the Pastoral Care of Homosexual Persons, 1986, par 10).
The Church’s pastoral outreach recognises that baptised persons with a homosexual inclination continue to look to the Church for a place where they might live in authentic human integrity and holiness of life. Being welcomed and participating in their local faith community is the foundation of spiritual support that the Church offers to them. Full and active participation is encouraged.
This full and active participation takes place within the context of the wider Church and specifically within existing parish structures and pastoral services, always of course in accordance with the Church’s teaching and liturgical norms. In seeking to meet these pastoral needs there would be no attempt to create separate congregations and exclusive services out of step with the Church’s teaching.
That teaching has been laid out in successive Church documents including the recent document of the Bishop’s Conference of England and Wales, Cherishing Life,which states that in so far as a homosexual inclination “can lead to sexual activity which excludes openness to the generation of new human life and the essential sexual complementarity of man and woman, it is, in this particular and precise sense only, objectively disordered.” (Cherishing Life par 111)
That document goes on to say that a homosexual inclination “must never be considered sinful or evil in itself …..The Church teaches that sexual intercourse finds its proper place and meaning only in marriage and does not share the assumption common in some circles that every adult person needs to be sexually active. This teaching applies to all, whether married or unmarried, homosexual or heterosexual, engaged, single through choice, widowed or divorced. Everyone needs to develop the virtue of chastity so as to live well in his or her own situation.” (Cherishing Life par 113)
The Cardinal and his auxiliary Bishops would like to make it clear at this time, that they are openly expressing the teaching of the Church regarding homosexuality, following the statement made by the Congregation for the Doctrine of the Faith which says, “Departure from the Church’s teaching or silence about it, in an effort to provide pastoral care, is neither caring nor pastoral. Only what is true can ultimately be pastoral.” (Pastoral Care of Homosexual Persons, par 15). It is in the light of this that the Diocese is seeking to provide pastoral care for homosexual Catholics.

2. Practical Steps
The Archbishop’s Council of the Diocese of Westminster, reflecting on the pastoral needs of homosexual Catholics and their families and on Masses celebrated in Islington and at the Anglican Church of St Anne’s in Soho, proposes that in future a Mass should take place at Our Lady of the Assumption, Warwick Street, a Catholic Church in the West End of London. This Mass would be part of normal pastoral outreach, open to everyone and would be celebrated on Sunday at 5pm twice a month. Celebrants of the Mass will be drawn for the most part from diocesan and religious priests who already exercise ministry within the Diocese, reflecting custom and practice where priests celebrating Mass in parishes are ultimately authorised to do so by the Archbishop of Westminster. The rota will be drawn together by the Vicar General, Mgr Seamus O’Boyle in collaboration with the local Dean, Canon Patrick Browne.
Information about the Mass will be sensitive to the reality that the celebration of Mass is not to be used for campaigning for any change to, or ambiguity about, the Church’s teaching.
The arrangements at Our Lady of the Assumption, Warwick Street, will be subject to review after six months.
The Diocese of Westminster will continue to develop its Pastoral outreach to homosexual people so as to enable them to enter more fully into the life of the Church. This includes the weekly Listening Service being provided by the Catholic churches in Soho and the West End of London which provides support and opportunities to speak with a priest at the Church of Notre Dame, Leicester Place.







Notes:

The Cathechism of the Catholic Church and other Church teaching use the term “homosexual”. This statement is consistent with this terminology whilst recognising that other individuals or groups may identify themselves in other ways, such as ‘gay’, or ‘lesbian’. In using the term ‘homosexual’ it is, however, worth bearing in mind that the Church “refuses to consider the person as a ‘heterosexual’ or a ‘homosexual’ and insists that every person has a fundamental identity: the creature of God and, by grace, his child and heir to eternal life” (Congregation for the Doctrine of the Faith, On the Pastoral Care of Homosexual Persons, par 16).


 
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Guido Ferro Canale
view post Posted on 22/2/2007, 15:32     +1   -1




A me sembra che la cura pastorale sia un conto, il ghetto un altro.
Neanche gli omosessuali dovrebbero essere felici delle Messe apposite.
Ben altra cosa sarebbe se queste Messe venissero offerte perchè essi riescano a vivere tale loro incresciosa condizione nel mondo richiesto da Dio.
Il Cardinale avrà tanto coraggio?

Guido
 
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lore__
view post Posted on 22/2/2007, 18:26     +1   -1




Anche io, come Guido, rimango scettico. Spero che abbia ragione Simona e che il primo articolo si sbagli sul fatto che ci siano pressioni da gruppi "attivisti gay e lesbo cattolici"... vi dico che gruppi di questo genere di sicuro non cercano né una via alternativa agli istinti omosessuali né aderenza al Magistero della Chiesa, la quale invece vogliono "rinnovare"...

Che abbiano ottenuto una celebrazione apposita, se così è effettivamente andata, non è certo un bel segnale...

Il secondo articolo da parte sua dice ben poco. Ci vorrebbero ulteriori approfondimenti...
 
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blindflame
view post Posted on 8/6/2007, 20:35     +1   -1




Scusate, ma io avrei una domanda: qual è il problema? Dio è buono e giusto, no? Anche le guerre, secondo la fede cattolica, sono una prova a cui il Signore ci sottopone...e l'omosessualità secondo voi è una prova, un peccato? Ma queste persone che colpa hanno? Praticamente, intendo. Hanno ucciso qualcuno? Hanno fatto del male? Vi danno fastidio? Se vogliono delle messe speciali è perché la Chiesa a cui sono fedeli non li accetta per come sono. Ma avete mai pensato alla fatica che fanno questi ragazzi ad accettare sè stessi? Perché chi dovrebbe accoglierli li caccia? I veri orrori sono altri!
 
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view post Posted on 9/6/2007, 12:51     +1   -1
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Avvocato della Gabry, della Requi, Jesus 'SnaKe SuperStar e della Walka

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Ciò che è stato detto in questa sede è che questa messa apposita sembra una sottospecie di ghetto. Sarebbe meglio che partecipassero alle messe normali.
 
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blindflame
view post Posted on 9/6/2007, 13:12     +1   -1




Ma la Chiesa non lo permette. Perché è PECCATO essere omosessuali E allora questi poveri ragazzi/e, uomini/donne che dovrebbero fare? Se la Chiesa cambiasse le sue regole non ci sarebbe bisogno di ghettizzare. Se la Chiesa si rendesse conto che ognuno è come è non saremmo a questo punto. Se la si smettesse di colpevolizzare queste persone come se facessero qualcosa di sbagliato mostrandosi per quello che sono, forse non ci sarebbe bisogno di qualcuno che, in Inghilterra, ha deciso di permettere a loro, già emarginati dalla Chiesa, di seguire una messa come si deve senza sentirsi peccatori!
 
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Guido Ferro Canale
view post Posted on 13/6/2007, 14:38     +1   -1




Veramente, essere omosessuali non è un peccato e gli omosessuali possono benissimo andare a Messa (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, su www.vatican.va).
Gli atti omosessuali sono considerati illeciti e peccaminosi, questo sì, ma lo stesso può dirsi dei rapporti eterosessuali) prematrimoniali. Quindi, come vedi, la discriminazione non c'è.

Guido
 
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view post Posted on 13/6/2007, 17:47     +1   -1
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Effettivamente la Chiesa non ha mai considerato peccato l'omosessualità ma la sodomia.
 
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blindflame
view post Posted on 13/6/2007, 21:20     +1   -1




ma quello è il modo di fare l'amore per gli omosessuali maschi, quindi, in pratica, è la stessa cosa.
 
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ruttigan
view post Posted on 13/6/2007, 21:57     +1   -1




se la gente "scavalcasse" tutta quella gentaglia che si mette tra loro e la propria religione, non sarebbe meglio?
Se la sodomia è peccato, che venga direttamente dio a dirlo.......
 
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Raimundus
view post Posted on 13/6/2007, 22:01     +1   -1




La condanna dei Padri e dei Dottori della Chiesa



tratto dal sito "Luci sull'Est"



Sant'Agostino: "i delitti compiuti dai sodomiti devono essere condannati ovunque e sempre"



Fin dalle origini la Chiesa, facendo eco alla maledizione delle Sacre Scritture, ha condannato la pratica omosessuale per bocca dei santi Padri, scrittori ecclesiastici antichi riconosciuti come testimoni della Tradizione Divina.

Fra i primi a pronunciarsi, fu il sommo sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona e Dottore della Chiesa: “I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand’anche tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa condanna divina: Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un tale abuso di loro stessi. Quando, mossi da una perversa passione, si profana la natura stessa che Dio ha creato, è la stessa unione che deve esistere fra Dio e noi a venire violata” (Sant’Agostino, Confessioni, c. III, p. 8).



San Gregorio Magno: “era giusto che i sodomiti perissero per mezzo del fuoco e dello zolfo”



San Gregorio I Papa (540-604) detto “Magno”, Dottore della Chiesa, ravvisa nello zolfo, che si rovesciò su Sodoma il peccato della carne degli omosessuali.

“Che lo zolfo evochi i fetori della carne, lo conferma la storia stessa della Sacra Scrittura, quando parla della pioggia di fuoco e zolfo versata su Sodoma dal Signore. Egli aveva deciso di punire in essa i crimini della carne, e il tipo stesso del suo castigo metteva in risalto l’onta di quel crimine. Perché lo zolfo emana fetore, il fuoco arde. Era quindi giusto che i Sodomiti, ardendo di desideri perversi originati dal fetore della carne, perissero ad un tempo per mezzo del fuoco e dello zolfo, affinché dal giusto castigo si rendessero conto del male compiuto sotto la spinta di un desiderio perverso” (San Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe, XIV, 23, vol. II, p. 371).





San Giovanni Crisostomo: la passione omosessuale è diabolica


Il Padre della Chiesa che condannò con maggior frequenza l’abuso contro natura fu san Giovanni Crisostomo (344 ca.-407), Patriarca di Costantinopoli e Dottore della Chiesa, di cui riportiamo passi di un’omelia di commento all’epistola di san Paolo ai Romani:

“Le passioni sono tutte disonorevoli, perché l’anima viene più danneggiata e degradata dai peccati di quanto il corpo lo venga dalle malattie; ma la peggiore fra tutte le passioni è la bramosia fra maschi. (…) I peccati contro natura sono più difficili e meno remunerativi, tanto che non si può nemmeno affermare che essi procurino piacere, perché il vero piacere è solo quello che si accorda con la natura. Ma quando Dio ha abbandonato qualcuno, tutto è invertito! Perciò non solo le loro (degli omosessuali, n.d.r.) passioni sono sataniche, ma le loro vite sono diaboliche. (…) Perciò io ti dico che costoro sono anche peggiori degli omicidi, e che sarebbe meglio morire che vivere disonorati in questo modo. L’omicida separa solo l’anima del corpo, mentre costoro distruggono l’anima all’interno del corpo. Qualsiasi peccato tu nomini, non ne nominerai nessuno che sia uguale a questo, e se quelli che lo patiscono si accorgessero veramente di quello che sta loro accadendo, preferirebbero morire mille volte piuttosto che sottostarvi. Non c’è nulla, assolutamente nulla di più folle o dannoso di questa perversità” (San Giovanni Crisostomo, Homilia IV in Epistula Pauli ad Romanos; cfr. Patrologia Graeca, vol. 47, coll. 360-362).



San Pier Damiani: “Questo vizio supera per gravità tutti gli altri vizi…”


Durante tutto il Medioevo, ossia nel periodo di formazione della civiltà cristiana occidentale, la Chiesa non ha mai smesso di promuovere la virtù della temperanza e di rinnovare la condanna del vizio contro natura; in tal modo riuscì a ridurlo ad un fenomeno rarissimo e marginale.

Fra i santi che combatterono il vizio omosessuale nel Medioevo, uno dei più grandi fu san Pier Damiani (1007-1072), Dottore della Chiesa, riformatore dell’ordine benedettino e sommo scrittore e predicatore. Nel suo Liber Gomorhanus, scritto verso il 1051 per Papa san Leone IX, egli denuncia con grande vigore la rovina spirituale alla quale si condanna chi pratica tale vizio. (…) “Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi. Esso infatti, uccide il corpo, rovina l’anima, contamina la carne, estingue la luce dell’intelletto, caccia lo Spirito Santo dal tempio dell’anima. (…)” (op. cit., in Patrologia Latina, vol. 145, coll. 159-190).



San Tommaso d’Aquino: l’omosessualità “offende Dio stesso come ordinatore della natura”



San Tommaso d’Aquino (1224-1274), il grande teologo domenicano proclamato dalla Chiesa “Dottore comune” della Cristianità, descrive nella sua eccelsa Summa Theologica l’omosessualità come il vizio contro natura più grave, equiparandolo al cannibalismo e alla bestialità.

“L’intemperanza è sommamente riprovevole, per due ragioni. Innanzitutto perché ripugna sommamente all’umana eccellenza, trattandosi di piaceri che abbiamo in comune coi bruti. (…) Secondariamente perché ripugna sommamente alla nobiltà ed al decoro, in quanto cioè nei piaceri riguardanti l’intemperanza viene offuscata la luce della ragione, dalla quale deriva tutta la nobiltà e la bellezza della virtù. (…) I vizi della carne che riguardano l’intemperanza, benché siano meno gravi quanto alla colpa, sono però più gravi quanto all’infamia. Infatti la gravità della colpa riguarda il traviamento dal fine, mentre l’infamia riguarda la turpitudine, che viene valutata soprattutto quanto all’indecenza del peccato. (…) Ma i vizi che violano la regola dell’umana natura sono ancor più riprovevoli. Essi vanno ricondotti a quel tipo di intemperanza che ne costituisce in un certo modo l’eccesso – è questo il caso di coloro che godono nel cibarsi di carne umana, o nell’accoppiamento con bestie, o in quello sodomitico” (San Tommaso d’Aquino, Summa Theologica, II-II, q. 142, a. 4).

Insomma, se l’ordine della retta ragione viene dall’uomo, invece l’ordine della natura proviene direttamente da Dio stesso. Pertanto, “nei peccati contro natura in cui viene violato l’ordine naturale, viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della natura” (San Tommaso d’Aquino, Summa Theologica, II-II, q. 154, a. 12).



Santa Caterina da Siena: vizio maledetto schifato dagli stessi demoni


Anche la grande santa Caterina da Siena (1347-1380), maestra di spiritualità e Dottore della Chiesa, condannò in maniera veemente l’omosessualità.

Nel suo Dialogo della divina Provvidenza, in cui riferisce gli insegnamenti ricevuti da Gesù stesso, ella così si esprime sul vizio contro natura:

“Non solo essi hanno quell’immondezza e fragilità, alla quale siete inclinati per la vostra fragile natura (benché la ragione, quando lo vuole il libero arbitrio, faccia star quieta questa ribellione), ma quei miseri non raffrenano quella fragilità: anzi fanno peggio, commettendo il maledetto peccato contro natura. Quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono; poiché non solo essa fa schifo a Me, che sono somma ed eterna purità (a cui è tanto abominevole, che per questo solo peccato cinque città sprofondarono per mio divino giudizio, non volendo più oltre sopportarle la mia giustizia), ma dispiace anche ai demoni, che di quei miseri si sono fatti signori. Non è che ai demoni dispiaccia il male, quasi che a loro piaccia un qualche bene, ma perché la loro natura è angelica, e perciò schiva di vedere o di stare a veder commettere quell’enorme peccato” (S. Caterina da Siena, op. cit., cap. 124).



San Bonaventura: nella notte di Natale “tutti i sodomiti morirono su tutta la terra”



Il francescano san Bonaventura (1217-1274), Dottore della Chiesa con il titolo di Doctor Seraphicus, illustrando alcuni fatti miracolosi accaduti nel momento del Santo Natale afferma che: ”Tutti i sodomiti, uomini e donne, morirono su tutta la terra, secondo quanto ricordò san Gerolamo commentando il salmo ‘È nata una luce per il giusto’, per evidenziare che Colui che stava nascendo veniva a riformare la natura e a promuovere la castità” (San Bonaventura, Sermone XXI, In Nativitate Domini, pronunciato nella chiesa di Santa Maria della Porziuncola, in Opera Omnia, vol. IX, p. 123).





San Bernardino da Siena: “la sodomia maledetta … sconvolge l’intelletto”



Fra coloro che in quell’epoca parlarono e scrissero contro il risorgere di questo vizio, il più importante è forse il francescano san Bernardino da Siena (1380-1444), celebre predicatore insigne per dottrina e per santità. Egli proclamò nella sua Predica XXXIX:

“Non è peccato al mondo che più tenga l’anima, che quello de la sodomia maledetta; il quale peccato è stato detestato sempre da tutti quelli che so’ vissuti secondo Iddio, (…) ‘La passione per delle forme indebite è prossima alla pazzia; questo vizio sconvolge l’intelletto, spezza l’animo elevato e generoso, trascina dai grandi pensieri agli infimi, rende pusillanimi, iracondi, ostinati e induriti, servilmente blandi e incapaci di tutto; inoltre, essendo l’animo agitato da insaziabile bramosia di godere, non segue la ragione ma il furore’. (…) La cagione si è perché ellino so’ accecati, e dove arebbono i pensieri loro alle cose alte e grandi, come quelle che hanno l’animo magno, gli rompe e gli fracassa e riduceli a vili cose a disutili e fracide e putride, e mai questi tali non si possono contentare. (…) Come de la gloria di Dio ne partecipa più uno che un altro, così in inferno vi so’ luoghi dove v’è più pene, e più ne sente uno che un altro. Più pena sente uno che sia vissuto con questo vizio de la sodomia che un altro, perocché questo è maggior peccato che sia” (San Bernardino da Siena, Predica XXXIX in Prediche volgari, pp. 896-897 e 915).



San Pietro Canisio: i sodomiti violano la legge naturale e divina


Nel suo celebre Catechismo, il gesuita san Pietro Canisio (1521-1597), Dottore della Chiesa, così sintetizzava l’insegnamento della Chiesa:

“Come dice la Sacra Scrittura, i sodomiti erano pessima gente e fin troppo peccatori. San Pietro e san Paolo condannano questo nefasto e turpe peccato. Difatti la Scrittura denuncia l’enormità di una tale sconcezza con queste parole: ‘Lo scandalo dei sodomiti e dei gomorrani si è moltiplicato e il loro peccato si è troppo aggravato’. Pertanto gli angeli dissero al giusto Loth, che aborriva massimamente le turpitudini dei sodomiti: ‘Abbandoniamo questa città, etc.’ (…) La Sacra Scrittura non tace le cause che spinsero i sodomiti a questo gravissimo peccato e che possono spingere anche altri. Leggiamo infatti nel libro di Ezechiele: ‘Questa fu l’iniquità di Sodoma: la superbia, la sazietà di cibo ed abbondanza di beni, e l’ozio loro e delle loro figlie; non aiutarono il povero e il bisognoso, ma insuperbirono e fecero ciò che è abominevole al mio cospetto; per questo Io la distrussi’ (Ez. 16, 49-50). Di questa turpitudine mai abbastanza esecrata sono schiavi coloro che non si vergognano di violare la legge divina e naturale” (San Pietro Canisio, Summa Doctrina Christianae, III a/b, p. 455).


San Pio V: “l’esecrabile vizio libidinoso contro natura”…


Se lo spirito dell’Umanesimo e del Rinascimento aveva risuscitato le pratiche omosessuali, la riforma della Chiesa promossa dal Papato nel secolo XVI (più nota come Controriforma) provocò una tale riscossa delle virtù di fede e di purezza da risanare quasi dovunque gli ambienti, sia ecclesiastici che laici, che ne erano stati pervasi.

Fra gli interventi del Magistero ecclesiastico al riguardo, il più solenne è quello di san Pio V (1504-1572), il grande Papa domenicano che in due Costituzioni condannò solennemente e proibì severamente il peccato contro natura.

“Avendo noi rivolto il nostro animo a rimuovere tutto quanto può offendere in qualche modo la divina maestà, abbiamo stabilito di punire innanzitutto e senza indugi quelle cose che, sia con l’autorità delle Sacre Scritture che con gravissimi esempi, risultano essere spiacenti a Dio più di ogni altro e che lo spingono all’ira: ossia la trascuratezza del culto divino, la rovinosa simonia, il crimine della bestemmia e l’esecrabile vizio libidinoso contro natura; colpe per le quali i popoli e le nazioni vengono flagellati da Dio, a giusta condanna, con sciagure, guerre, fame e pestilenze. (…)

Sappiano i magistrati che, se anche dopo questa nostra Costituzione saranno negligenti nel punire questi delitti, ne saranno colpevoli al cospetto del giudizio divino, e incorreranno anche nella nostra indignazione. (…)

Se qualcuno compirà quel nefando crimine contro natura, per colpa del quale l’ira divina piombò su figli dell’iniquità, verrà consegnato per punizione al braccio secolare, e se chierico, verrà sottoposto ad analoga pena dopo essere stato privato di ogni grado” (San Pio V, Costituzione Cum primum, del 1° aprile 1566, in Bullarium Romanum, t. IV, c. II, pp. 284-286).

…”reprimere tale crimine col massimo zelo possibile”

“Quell’orrendo crimine, per colpa del quale le città corrotte e oscene (di Sodoma e Gomorra, n.d.r.) vennero bruciate dalla divina condanna, marchia di acerbissimo dolore e scuote fortemente il nostro animo, spingendoci a reprimere tale crimine col massimo zelo possibile.

A buon diritto il Concilio Lateranense V (1512-1517) stabilisce per decreto che qualunque membro del clero, che sia stato sorpreso in quel vizio contro natura per via del quale l’ira divina cadde sui figli dell’empietà, venga allontanato dall’ordine clericale, oppure venga costretto a far penitenza in un monastero (c. 4, X, V, 31).

Affinché il contagio di un così grave flagello non progredisca con maggior audacia approfittandosi di quell’impunità che è il massimo incitamento al peccato, e per castigare più severamente i chierici colpevoli di questo nefasto crimine che non sono atterriti dalla morte dell’anima, abbiamo deciso che vengano atterriti dall’autorità secolare, vindice della legge civile.

Pertanto, volendo proseguire con maggior vigore quanto abbiamo decretato fin dal principio del Nostro Pontificato (Costituzione Cum primum, cit.), stabiliamo che qualunque sacerdote o membro del clero sia secolare che regolare, di qualunque grado e dignità, che pratichi un così orribile crimine, in forza della presente legge venga privato di ogni privilegio clericale, di ogni incarico, dignità e beneficio ecclesiastico, e poi, una volta degradato dal Giudice ecclesiastico, venga subito consegnato all’autorità secolare, affinché lo destini a quel supplizio, previsto dalla legge come opportuna punizione, che colpisce i laici scivolati in questo abisso” (San Pio V, Costituzione Horrendum illud scelus, del 30 agosto 1568, in Bullarium Romanum, t. IV, c. III, p. 33).



San Pio X: il peccato contro natura grida vendetta al cospetto di Dio


Durante l’Ottocento, la sensibilità esasperatamente sentimentale ed erotica, diffusa prima dal Romanticismo e poi più gravemente dal decadentismo, contribuì ad un certo risorgere dell’omosessualità, che però sembrava tenuto a freno da una convenzionale “morale laica” e si diffondeva nascondendosi ipocritamente sotto il velo dell’arte e della moda sensuali.

Con l’inizio del nostro secolo, gli argini di questa “morale”, ben presto destinati a crollare, cominciarono a cedere sotto il crescente impatto delle passioni sregolate, che influenzavano sempre più le classi colte e ricche e cominciavano a pretendere una legittimazione pubblica.

La Chiesa pertanto ritenne necessario ribadire la condanna dei peccati risorgenti, compreso quello omosessuale.

Segnaliamo al riguardo due fondamentali documenti promossi dal grande Pontefice san Pio X.

Nel suo Catechismo del 1910, infatti, il “peccato impuro contro natura” è classificato per gravità come secondo, dopo l’omicidio volontario, fra i peccati che “gridano vendetta al cospetto di Dio” (Catechismo maggiore, n. 966).

“Questi peccati – spiega il Catechismo – si dicono gridare al cospetto di Dio, perché lo dice lo Spirito Santo e perché la loro iniquità è così grave e manifesta che provoca Dio a punire con più severi castighi” (n. 967).


 
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blindflame
view post Posted on 14/6/2007, 10:19     +1   -1




Ma era sconvenente per l'epoca. Pensa che nell'antica Roma e in Grecia era naturale farsi degli amanti maschi. Dipendeva il tutto dalla cultura cui si faceva riferimento.
 
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25 replies since 20/2/2007, 10:14   3717 views
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