| Ma non si potrebbe riprendere l'argomento? Io credo che il cristianesimo sia per l'uomo, sempre e comunque, anche quando riflette sulla sua immagine, come fanno gli omosessuali. Il fatto è che oggi il fenomeno è legittimato dalla legge. Questo non era mai accaduto nella storia. Che una deviazione diventi norma. Alterando il concetto di normalità, si mina la società, i ragazzi non sanno più che cosa credere. Questo è il pericolo: le nuove generazioni scambiano la verità del loro corpo con una teoria di qualche gruppo, perché c'è la legittimazione della legge, come avviene in diversi Paesi europei, e come in Italia vorrebbe fare il partito comunista.Quando una legge va contro la morale naturale deve esistere l'obiezione di coscienza. Il discorso non si racchiude tra l'essere cristiani e il sentirsi omosessuali, ma in questa richiesta di normalità e di individuazione di una doppia morale, che dai ragazzi viene presa sul serio, cioé come una possibilità di scelta. Penso che il problema non sia cosa crede il cristianesimo e come la pensa la Bibbia sul fenomeno -lo sappiamo: Sodoma non esiste davanti a Dio come realtà, è abominio-, ma il problema della libertà vissuta come completa irresponsabilità verso se stessi e gli altri. L'omosessualità è una deriva del nichilismo, la sconfitta dell'uomo di fronte alla sua virilità, la risposta negativa alla procreazione. E poi ci sono quei casi di schizofrenia che rendono l'uomo oggetto degli altri, delle violenze, degli abusi psicologici. Il mondo della prostituzione è pieno di questi fatti. A parte l'edonismo che pure entra in questo spinoso problema, rimane il fatto che il recupero dell'omosessualità deve vedere la Chiesa in prima linea. La pedagogia deve essere ben guidata, i ruoli uomo-donna vanno ritrovati e sostenuti, fin da bambini. Penso al mondo della scuola, e vedo come a volte tra colleghi si parli di "classi difficili"perché ci sono ragazzi di IV ginnasio che si professano "gay" con relativi atteggiamenti, così tra ragazzi e soprattutto ragazze. Fenomeno inquietante, ma a mio avviso riconducibile a quel momento storico che è l'adolescenza e l'emulazione di fatti o esperienze che si vedono. Io prego sempre i colleghi di minimizzare: sono ragazzi. Prendere sul serio queste cose equivale a dargli un contenuto che stimola la fantasia e l'erotismo, cosa da evitare sempre. C'è tanto lavoro da fare, da parte di tutti coloro che sono seriamente impegnati nella Chiesa. Credo che ricominciare dai ruoli e dalla bellezza di essere maschio o femmina sia molto importante. Giochi, abiti, tutto deve essere relativo all'essere maschio o femmina. Penso ad esempio alla femminilizzazone dei maschi, mediante depilazione e orecchini, tatuaggi e altro. Che cosa si potrebbe dire al riguardo nei corsi di Catechismo?
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