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view post Posted: 20/4/2007, 11:49     +1Strage in Turchia, altri cinque arresti - ANGOLO DELLE CONVERSAZIONI
ESTREMISMO ALL’ATTACCO


La confessione degli indagati: «Volevamo uccidere. È una lezione ai nemici dell'islam»

Da Ankara (R.E.)

Gli inquirenti starebbero seguendo prevalentemente la pista ultrafondamentalista con venature nazionaliste, nelle indagini sull'eccidio dei tre cristiani a Malatya. Ai cinque giovani, subito fermati se ne sono aggiunti altri cinque, mentre negli interrogatori sarebbero avvenute le prime ammissioni. «Siamo andati alla casa editrice con i coltelli. Non avevamo previsto di sgozzare, ma eravamo tutti pronti a uccidere. La religione si sta perdendo. Che il nostro gesto sia una lezione ai nemici dell'islam», avrebbero dichiarati. Uno di loro, Emre Gunaydin, probabilmente il capo del commando, è in fin di vita dopo essere caduto, o forse essersi gettato, dal terzo piano dell'edificio dove è avvenuto l'eccidio.
Gli elementi sin qui emersi tenderebbero a fare diminuire i sospetti sui Lupi grigi, che sono sì islamo-nazionalisti, ma secondo gli analisti «non usano incaprettare e sgozzare le loro vittime» e anche quelli sull'organizzazione ultrafondamentalista degli Hezbollah di Turchia che usano uccidere a quel modo, ma esprimono un nazionalismo curdo, ma non turco.
I giovani fermati, si è appreso, erano iscritti a un corso di preparazione pre-universitario e alloggiavano in un ostello giovanile per studenti di sesso maschile di proprietà della pia fondazione (Wakif) fondamentalista "Ilhas" che opera in diversi settori, tra cui anche la gestione di un'agenzia di informazioni. La fondazione "Ilhas" è notoriamente legata ad ambienti fondamentalisti religiosi della confraternita dei Nakshibendi (da cui provengono vari ministri del governo attuale). Secondo il giornale Sabah, lo stesso capo del commando islamico Gunaydin, era stato cacciato il mese scorso dal dormitorio.
Sempre ieri è stato reso noto il testo integrale del messaggio, indirizzato alle famiglie, trovato nelle tasche dei cinque killer e in esso - come rilevano gli analisti - sono presenti sia motivazioni religiose, sia motivazioni nazionaliste turche: «Siamo in 5 legati da fratellanza (islamica,ndr). And iamo alla morte. Forse non torneremo più. Pregate per noi. Dio ci condoni i nostri debiti. L'abbiamo fatto per la patria». Mentre infuria la polemica all'interno dell'Ue in vista di un ingresso di Ankara nel club dei Venticinque, il fatto che una delle tre vittime fosse un tedesco ha ulteriormente complicato le relazioni con la Germania dove Erdogan era stato in visita di recente.
Anche le reazioni in Turchia sono sempre più critiche verso il governo guidato dal partito islamico moderato e mostrano un rafforzamento delle posizioni dei laici che avversano la probabile prossima elezione dello stesso Erdogan o di un altro dirigente del suo partito alla carica di capo dello Stato. Una eventualità che sarebbe interpretandola come «un colpo al secolarismo e una pericolosa deriva totalitaria».
Molti giornali turchi hanno accusato ieri il governo di Erdogan di «lassismo» nei confronti del fondamentalismo islamico, tra cui quello degli "Hezbollah" ed in generale del terrorismo islamo-nazionalista, ricordando la lugubre serie dall'assassinio del prete italiano don Andrea Santoro a Trabzon nel febbraio 2006, fino all'omicidio del giornalista turco-armeno Hrant Dink il 17 gennaio scorso. L'eccidio di Malatya sembra quasi fatto apposta per dare ragione all'allarme lanciato dal presidente turco uscente, Ahmet N. Sezer, che ha parlato, in connessione con un probabile accesso di un filoislamico alla presidenza, della più grave minaccia reazionaria al secolarismo.
«L'islam moderato sembra oggi più di ieri, proprio come ha detto il presidente Sezer, l'anticamera dell'islam radicale», temono ormai molti degli osservatrori politici turchi.

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