Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Posts written by Leonatos

view post Posted: 19/8/2016, 10:20     Diaconato femminile? - DIALOGO ED ECUMENISMO
Onestamente, non credo. La Chiesa Anglicana è nata proprio in opposizione alla Chiesa Cattolica che non esaudiva i desideri di Enrico VIII, tant'è che il capo della Chiesa Anglicana è il detentore della corona inglese. Tutt'al più si potrebbe ottenere un riavvicinamento con determinate aree anglicane, come già successe con Benedetto XVI che ottenne la comunione con Roma di 6 vescovi anglicani.
view post Posted: 26/7/2013, 12:27     Milioni di musulmani devoti alla Madonna e desiderosi di esorcismo - DIALOGO ED ECUMENISMO
ISLAM-CRISTIANESIMO

di Samir Khalil Samir
Fatima, Harissa, Damasco, Samalut, Assiut, Zeitun e tanti altri luoghi dove è apparsa la Vergine sono meta di incessanti pellegrinaggi da Libano, Siria, Egitto, Iran. Si cerca la guarigione fisica, ma anche quella spirituale; la preghiera spontanea e mistica e non quella schematica e formale dell'islam ufficiale. I salafiti iconoclasti distruggono ogni anno luoghi di pellegrinaggio. Ma la devozione a Maria cresce, nutrita anche dai racconti del Corano. Il dialogo spirituale fra cristiani e musulmani è molto più promettente di quello culturale, teologico o politico.

Beirut (AsiaNews) - Milioni di musulmani si recano ogni anno in pellegrinaggio ai santuari mariani cattolici. Non solo ai grandi santuari come Fatima in Portogallo o Harissa in Libano, ma anche in Egitto, in Siria, in Iran. Musulmani - e soprattutto donne musulmane - vanno a chiedere grazie alla Madonna o a grandi santi cristiani, come san Charbel o san Giorgio.

Agli occhi di molti occidentali questi gesti sembrano quasi ridicoli o falsi: si parla di apparizioni, di preghiere, ma poi vi sono carneficine, uccisioni, violenze proprio in nome delle religioni!

Piaccia o non piaccia, il fenomeno religioso è vivo in America Latina, in Africa, in Asia. Quando si vedono milioni di indù andare a bagnarsi nel fiume sacro, nell'acqua sporca, può sembrare una cosa ridicola. Eppure per quelli che lo fanno è un gesto di purificazione, di preghiera. L'occidente si mostra al massimo tollerante e benevolo verso le altre religioni, ma verso i gesti cristiani è sempre ipercritico. L'occidente non è post-indù, post-islam. E' solo post-cristiano!

Il punto è che in occidente tutto ciò che è soprannaturale sembra passato di moda, bollato come mitologia, illusione, denunciando sempre tutte le difficoltà che né miracoli, né pellegrinaggi riescono a cancellare.

Ma in gran parte del mondo la dimensione spirituale è viva. In oriente, fra musulmani, cristiani e altre religioni, il sentimento religioso è vivissimo. Invece in gran parte dell'occidente - soprattutto da parte degli intellettuali - il sentimento religioso è visto come una cosa sorpassata, irrazionale, credulona. Occorre dirlo chiaro: questa chiave di lettura è sbagliata.

La devozione mariana dei musulmani

In Egitto, ci sono almeno una decina di luoghi di pellegrinaggi alla Vergine, che commemorano il viaggio della Sacra Famiglia in Egitto. La tradizione è ricchissima nei testi apocrifi del IV-V secolo. Si può leggere alcuni brani nell'articolo di mons. Ravasi (oggi cardinale) del 28 dicembre 2007, per la festa dei Santi Innocenti, uscito sull'Osservatore Romano.

Ogni anno, in agosto, in occasione della Festa della Dormizione (Assunzione di Maria) almeno un milione di pellegrini vanno in pellegrinaggio nei vari santuari della Madonna. I più famosi sono in Alto Egitto (nel Sud), quello di Giabal al-Tair, vicino a Samalut, a circa 200 chilometri dal Cairo. La festa dura 15 giorni, la gente prega, battezza i bambini (per i Musulmani il parrocco ha fatto anche una specie di battistero, visto la richiesta di battesimi anche da loro) e festeggia.

Più al Sud, a circa 380 km dal Cairo e a 7 km di Assiut, a Deir Dronka dove si dice che la Sacra Famiglia sia stata e dove la Vergine si è riposata in una grotta, c'è un altro simile luogo di pellegrinaggio.

Nel periodo moderno sono state segnalate alcune apparizioni:
Il 22 gennaio 1980, la Vergine è apparsa a un diacono.
Il 10 gennaio 1988 è apparsa nella torre della chiesa ad una turista australiana, e Gesù è apparso con una colomba agli operai del monastero.
Il 7 agosto 1990, la Vergine è apparsa ai monaci, circondata da luce, in una grotta del convento.

Il pellegrinaggio annuale si fa durante il "digiuno della Vergine" (7-21 agosto, la festa della Dormizione essendo il 22 nel rito copto). Più di mezzo milione di pellegrini vengono, tra di loro decine di migliaia di musulmani. Uno dei monaci è "specializzato" per così dire nei battesimi, perché riesce a fare i 36 segni di croce liturgici sul corpo del bambino in un minuto (me ne ha fatto una dimostrazione anni fa!).

Anche lì, i musulmani costituiscono un numero imponente dei partecipanti, si dice che sarebbero almeno un quarto dei pellegrini.

In Egitto, un altro pellegrinaggio a moderni luoghi di apparizioni mariane è quello a Zeitun, vicino al Cairo. L'apparizione, cominciata nel '68, è durata per diversi mesi. Vari sociologi - non egiziani - hanno definito il fenomeno una specie di compensazione affettiva, di consolazione piscologica per la durezza della vita. Ma la gente ci andava, musulmani e cristiani, perché vedevano una forma bianca sulla cupola della chiesa di Zeitun, che hanno interpretato come essendo Sittina Mariam, Nostra Signora Maria, la Madonna. Il fatto è difficile da spiegare, ma è stato visto da migliaia di persone e vi sono pure delle foto. Un'altra apparizione della Vergine viene celebrata a Imbaba, un quartiere molto popolare.

A Damasco, dal 1982 continuano ancora oggi le apparizioni della Madonna nel quartiere della Soufanieh. Dall'icona della Madonna scorre olio, e dalle mani di una ragazza di 18 anni, Myrna Nazzour, giovane normale e ben equilibrata, si nota essudazione di olio. Il parroco del tempo, molto contrario all'inizio, è poi diventato il più grande promotore. Anche lì, accorrono musulmani e cristiani.

Vicino a Damasco vi è anche un santuario per visitare il mausoleo di Settena Zainab, la figlia di Fatima ed Alì, il fondatore dello sciismo. Questo è un pellegrinaggio alle radici. Ma quando si va nei luoghi di apparizione della Madonna, vi sono motivi più profondi.

A Fatima, in Portogallo, da anni atterrano aerei dall'Iran, pieni di donne musulmane, per pregare davanti alla Madonna apparsa ai tre pastorelli. Il motivo è che la Madonna porta il nome della figlia di Maometto, e sposa di Ali Ibn Abi Talib.

Ad Harissa, in Libano, di continuo arrivano donne iraniane a pregare la Madonna, al punto che il rettore del santuario ha preparato una cappella apposta per loro, con icone, cartelli e preghiere alla Vergine in persiano, per facilitare la loro devozione.

L'anno scorso, durante il mese di maggio, in attesa della messa serale ad Harissa, ho visto centinaia di famiglie musulmane - probabilmente sciite - che si sono fermate ad ascoltare i canti prima della messa e sono andate via solo alla fine.

Quando ero in Marocco, ho scoperto che molte donne, durante la gestazione e anche dopo il parto, continuavano il cosiddetto "digiuno della Madonna", ispirate dal Corano, dove si parla di questo digiuno.

Maria nel Corano

I musulmani si mettono in cammino verso questi santuari mariani, sapendo che Maria è la donna più elogiata nel Corano, l'unica donna nominata per nome, definita "Siddīqah" (verace, credente, santa), titolo riservato agli uomini (siddīq). Solo di essa è detto nel Corano che Dio l'ha "eletta" (inna Allāh istafāqī), e per due volte; e che Dio l'ha preferita su tutte le donne della terra (wa-faddalaki 'ala nisā' al-'ālamīn); anzi, era consacrata (innī nadhartu mā fī batnī muharraran) nel seno della sua mamma, prima della nascita. Più ancora, un detto sacro (attribuito a Muhammad e considerato come detto sicurissimo) dice che ogni bambino, quando nasce, è "toccato" da Satana, all'eccezione di Maria e suo figlio; detto che somiglia al concetto dell'Immacolata Concezione.

Maria è, nel Corano, "la purissima", perché Dio stesso l'ha resa pura. Nell'annunciazione, Maria dice all'Angelo, in due capitoli diversi : "Come avrò un bambino, allorché nessun esser umano mi ha mai toccato?". Percio', Gesù viene chiamato nel Corano: "Il Cristo Gesù, figlio di Maria" (al-Masīh 'Īsā Ibn Mariam): mai qualcuno è chiamato in arabo "figlio di ... (una donna)", ma sempre di ... un uomo; e però Gesù essendo nato da una donna che non ha conosciuto uomo, non poteva essere chiamato "figlio di Giuseppe"!

Perciò il Corano, nell'ultimo versetto (12) del capitolo 66 (al-Tahrīm), recita: "E Maria, figlia di 'Imran, che conservò la sua verginità; insufflammo in lei il Nostro Spirito. Attestò la veridicità delle parole del Suo Signore e delle Sue Scritture, e fu una delle devote".

Quando nell'islam si nomina Maria, si aggiunge: "'Alayhā l-salām" (su di essa sia la pace), un titolo che non è dato a nessun santo. Questo titolo viene dato anche dai cristiani a Maria. Vi è tutta una letteratura su Maria nel Corano, scritta da musulmani e da cristiani.

La devozione popolare ai santi cristiani, anche dai musulmani

Cosa spinge i musulmani a intraprendere questi pellegrinaggi? La gente cerca anzitutto di ritrovare la sua fede nell'essenziale; essa cerca un rinnovamento della fede; poi viene anche il desiderio di guarigione fisica. Ma la domanda di una guarigione spirituale è molto più forte. Ciò è molto simile al senso dei pellegrinaggi cristiani.

Va detto che nell'ortodossia musulmana, a parte il pellegrinaggio alla Mecca (hajj), i pellegrinaggi non hanno alcun valore. Escluso quello alla Mecca, si considera questa pratica una specie di idolatria. Per questo i musulmani radicali distruggono tutte le mete di pellegrinaggi, in particolare le tombe dei saggi sufi, che i musulmani mistici invece vanno a visitare ogni anno. Queste distruzioni sono tipiche dei salafiti, i quali compiono di continuo razzie iconoclaste in Tunisia, Libia, Egitto, Mali, Giordania, Pakistan, ecc...

Questa tendenza dell'islam radicale è un po' come il protestantesimo degli inizi: disprezzano la fede popolare come troppo ingenua e distorta. In realtà la gente cerca Dio attraverso le cose quotidiane, ma anche attraverso certi fenomeni o testimonianze straordinari. E non importa che questi siano cristiani o musulmani.

Vi sono visite regolari a san Giorgio in Egitto, al santuario di san Charbel Makhlouf in Libano, alla casa della Madonna a Efeso, frequentata ogni giorno da musulmani, di solito donne. Talvolta questi pellegrinaggi sono fatti per chiedere la grazia di avere un figlio; altre volte per domandare guarigioni fisiche. E sono sempre i musulmani ad andare dai cristiani.

Monaci esorcisti per i musulmani

Un altro elemento spirituale presente nella fede popolare è il timore del demonio. Un fatto che mi è successo molti anni fa, quando ero già religioso, ma non ancora sacerdote, è molto significativo. Ero all'università americana del Cairo e sono entrato e uscito diverse volte in un giorno per alcune ricerche. A un certo punto mi ferma il portiere e con molta gentilezza mi chiede un favore. "Mia figlia sedicenne - mi dice - è posseduta da un demonio". Era la prima volta che sentivo tale espressione nella vita. Lui mi spiega che questo demonio la butta per terra, le fa male. E aggiunge: "L'ho portata dai nostri imam e non hanno potuto fare nulla. Loro stessi mi hanno detto che solo un monaco la può liberare". E mi prega di fare qualcosa.

Io gli prometto che avrei pregato per loro, ma ho visto che è stato deluso dalla mia risposta. Quando poi ho raccontato l'episodio ai miei confratelli, tutti mi hanno criticato, perché secondo loro avrei dovuto operare un esorcismo, secondo il rito previsto dei libri liturgici. E ho scoperto che molti monaci e religiosi sono richiesti dai musulmani per scacciare i demoni dai loro familiari e che tale pratica è molto comune.

Di solito i musulmani vanno dai monaci o dai sacerdoti copti ortodossi e spesso tali esorcismi avvengono in pubblico. Una volta ho assistito ad uno di questi davanti alla piazza della stazione del Cairo (Bāb al-Hadīd), oggi chiamato Mīdān Ramsis, con candele e acqua benedetta. Un uomo, steso a terra, rigido, che bestemmiava ed era storpio ad un certo punto si è calmato.

Alcuni anni fa è giunto in Libano, nel settembre 1994, un sacerdote canadese del movimento carismatico, famoso per i miracoli, il Padre Emilien Tardif (1928-1999) dei Missionari del Sacro Cuore. Decine di migliaia di persone, moltissimi musulmani, lo hanno seguito domandando il suo intervento. La sua causa di beatificazione sta procedendo. Questo fenomeno è un fatto che non so spiegare. Ma penso che Dio dà ad alcuni un dono soprannaturale, da mettere a servizio di tutti. Questi doni sono distribuiti solo in ambiente cristiano, ma vengono certificati, verificati anche da non cristiani.

I miracoli vengono fatti a favore di chiunque ha fede; è la fede che porta Dio ad accordare il miracolo.

Nell'essere umano c'è un bisogno che non è soddisfatto nell'islam, ma che è invece vivo nel cristianesimo. C'è un bisogno di spiritualità, di mistica, di bellezza che viene offerto con facilità più nel mondo cristiano che nell'islam.

La pietà sincera unisce gli uomini. Maria, ponte tra musulmani e cristiani

La cosa più simbolica è stata la decisione del parlamento libanese di creare, tre anni fa, una festa nazionale per tutti, scegliendo la festa dell'Annunciazione di Maria. È stata una decisione voluta da cristiani e musulmani. Nel Corano ricorre due volte il racconto dell'annunciazione (nei capitoli 3 e 19), quasi negli stessi termini del Vangelo, e con uno stile molto più elegante e solenne. In questi testi si attribuisce alla Madonna un carattere di forte sottomissione a Dio e di stupore per quanto le succede, così che Dio stesso la conforta.

Queste esperienze spingono ad una collaborazione, ad una sintonia spirituale con molti musulmani. Se non è preso dal radicalismo islamico - che mescola religione e potere, religione e Stato, religione e politica - il musulmano, come ogni credente, sviluppa nel suo cuore un'apertura al soprannaturale, allo spirituale. Ma questo aspetto non si esprime liberamente nell'islam: anche lo spirituale è programmato, le cinque preghiere quotidiane sono predefinite e devono essere fatte con parole già fissate, tanto che se sbagli nel dirle, devi ricominciare daccapo. L'islam ufficiale manca insomma di spontaneità. Per questo, quando un musulmano cerca qualcosa di più intimo, lo cerca nel cristianesimo.

La devozione crea sentimenti di amicizia e non di antagonismo. In Occidente si dice spesso che le religioni, soprattutto i monoteismi, sono fonte di guerre e divisioni. Questa tesi è falsa dal punto di vista storico e dal punto di vista del contenuto. Certo, in nome della religione si è spesso fatto la guerra. Ma l'uomo lancia guerre in nome di qualunque ideologia e non è la religione a scatenare le guerre. E se pensiamo ai nazionalismi, alle divisioni e alle guerre mondiali avvenute in Europa, dobbiamo dire che il nazionalismo è stato causa di violenza molto più di ogni religione, e che le ideologie atee, nel ventesimo secolo, hanno prodotto più morti che le religioni.

Anche le guerre di religione avvenute in Europa erano basate su fenomeni politici che strumentalizzavano la religione ("cuius regio, eius religio"). Era la visione comune di allora, non la visione suggerita dal Vangelo. Questo legame fra politica e religione è ancora fortemente vissuto nell'islam e pure nell'ebraismo. Avere identificato uno Stato con una religione e con una etnia, generando il sionismo, ha creato un movimento violento che si è nutrito della religione e che crea difficoltà a molti fedeli ebrei che non vorrebbero sostenere la politica di Israele. Da parte islamica, aver identificato la causa palestinese con l'islam ha creato la stessa difficoltà, ed è forse per questo che il processo di pace e una possibile riconciliazione sono bloccati.

A tutt'oggi, a me pare che il cristianesimo sia la religione che tiene più distinte fede e politica, anche se non in modo perfetto ... come tutto ciò che è umano. Lo scrive anche Benedetto XVI nella sua Esortazione apostolica per il Medio Oriente: "La sana laicità, al contrario, significa liberare la religione dal peso della politica e arricchire la politica con gli apporti della religione, mantenendo la necessaria distanza, la chiara distinzione e l'indispensabile collaborazione tra le due." (Ecclesia in Medio Oriente, N° 29).

Di fatto, con i musulmani, appena si parla di Maria, si cambia atteggiamento: c'è un'atmosfera di pietà, di silenzio, di fraternità, come se dopo aver chiacchierato di tante cose, si entra in chiesa e si fa silenzio.

Qualcuno potrebbe vedere qui una specie di sincretismo. Ma in realtà, la devozione è un fenomeno aperto a tutti. Anche in Occidente, nei santuari mariani non ci vanno solo cristiani, ma anche altri credenti, o gente allontanata dalla Chiesa, o addirittura non credenti. E si celebra con chiarezza una liturgia cristiana. E se io, mentre prego la Madonna, vedo un musulmano che prega affianco a me, che problema c'è? Anzi: è un grande conforto perché la devozione è una base molto più forte di rapporto e di amicizia che i legami ideologici, politici o culturali. Chi pensa la fede cristiana in modo esclusivo, come talvolta fa un certo tradizionalismo cattolico, non ha capito ancora pienamente il cristianesimo.

Fonte Asianews.it
view post Posted: 26/7/2013, 12:20     Indonesia, l’arcidiocesi di Semarang festeggia l’ordinazione di 9 sacerdoti gesuiti - SALA STAMPA
INDONESIA

di Mathias Hariyadi
La provincia di Central Java si conferma la più prolifica per le vocazioni della Chiesa cattolica nazionale. Sempre a luglio sono stati ordinati sei nuovi sacerdoti, altre ordinazioni sono previste tra agosto e ottobre.

Jakarta (AsiaNews) - La Chiesa cattolica dell'Indonesia festeggia l'ordinazione di 9 nuovi sacerdoti, tutti seminaristi della Provincia indonesiana della Compagnia di Gesù. La cerimonia è stata presieduta ieri da mons. Johannes Pujasumarta, arcivescovo di Semarang, nella parrocchia di Sant'Antonio a Kotabaru, nel cuore di Yogyakarta (Central Java). Poco prima dell'ordinazione, su Twitter il prelato ha invitato tutti i cristiani a "pregare per i seminaristi gesuiti, affinché diventino bravi sacerdoti fino alla morte".

L'ordinazione di ieri è solo l'ultima avvenuta a Central Java - e in particolare nell'arcidiocesi di Semarang - confermando la provincia come la più "fruttuosa" e vitale della Chiesa indonesiana.

Qualche giorno fa altri tre seminaristi, missionari della Sacra Famiglia (Msf) sono stati ordinati a Yogyakarta. Il 10 luglio scorso mons. Julianus Sunarka sj, vescovo di Purwokerto, ha ordinato tre seminaristi della sua diocesi. Per il futuro sono previste nuove ordinazioni: una avverrà ad agosto, ancora a Yogyakarta, e riguarderà cinque seminaristi Salesiani Cooperatori (Sscc); la seconda è prevista per il prossimo ottobre, dove saranno ordinati cinque o sei seminaristi della diocesi di Semarang.

In Indonesia i cristiani sono circa l'11,8%, su una popolazione composta da oltre 237 milioni di persone. I cattolici sono il 2,3%. Nonostante gli attacchi e i casi di persecuzione compiuti da gruppi estremisti islamici, la Chiesa indonesiana è molto attiva. I sacerdoti presenti nelle 37 diocesi sono circa 3mila.

Fonte Asianews.it
view post Posted: 26/7/2013, 12:18     Gmg: Papa, con la fiducia in Cristo dobbiamo essere capaci di "offrire" ai giovani il loro - SALA STAMPA
Papa Francesco infaticabile nell'incontro con la gente

Padre Lombardi racconta gli incontri del vescovo di Roma

Rio de Janeiro, 25 Luglio 2013 (Zenit.org) Thácio Lincon Soares de Siqueira

“Parlo in italiano per un maggior rispetto della lingua spagnola”. Con queste parole padre Lombardi ha aperto ieri, mercoledì 24 luglio, la conferenza stampa nel centro Midia di Copacabana, sotto una pioggia e un freddo insolito per la città di Rio de Janeiro.

Il direttore della Sala Stampa Vaticana ha detto: “La prima cosa che vorrei dire è una cosa triste: facciamo un minuto di silenzio per l'incidente ferroviario che è accaduto in Spagna. Siamo alla vigilia della festa di Santiago. Molti dei feriti erano pellegrini che andavano al Santuario di Compostela”.

“Posso dire che il Papa è stato informato di questo incidente e si è unito a questo dolore, invitando a pregare e vivere nella fede questo momento di dolore”.

Padre Lombardi ha indicato la visita del Papa al santuario di Aparecida, come “molto importante”.

Tutti i Pontefici precedenti hanno compiuto viaggi nei più importanti santuari mariani.

Con la visita alla basilica di Aparecida papa Francesco da continuità alla devozione mariana del popolo di Dio.

Il cardinale Bergoglio era già stato ad Aparecida in un momento importante per la Chiesa dell’America Latina, e con la visita alla Basilica ha voluto consacrare a Maria la GMG di Rio.

Nella Basilica, c’erano anche un imam musulmano, un rappresentante ebreo e diversi esponenti delle chiese orientali.

Il numero dei presenti era superiore ai 200.000, visto la presenza di numerosi fedeli fuori della Basilica e lungo la strada che dal seminario conduce al santuario.

Una frase che ha dato molta gioia ai pellegrini, "arrivederci al 2017" perché in quella data si celebreranno i 300 anni della scoperta della immagine della Madonna.

La gente ora spera in un ritorno del Pontefice nel 2017.

Il Papa si è poi recato in seminario dove ha pranzato e parlato con i seminaristi. Alla fine ha salutato personalmente tutti i cuochi e il personale di servizio, poi è uscito sul cortile, dove lo aspettava sotto la pioggia un gruppo di 40 suore di clausura.

Padre Lombardi ha raccontato che l’incontro con le suore di clausura è stato straordinario.

Generalmente si pensa che le suore siano pacate e tranquille, invece alla vista del Papa si sono scatenate con un entusiasmo contagioso. Una suora si è fatta fotografare abbracciata dal Papa.

Alla fine, il Pontefice ha detto a loro di essersi sentito come Daniele nella fossa dei leoni. E’ stato un momento di gioiosità unica.

Lì vicino c'era un gruppo di poliziotti. Il Papa ha fatto una foto di gruppo con loro.

Il direttore della Sala Stampa Vaticana si è detto impressionato dall'energia del Papa, che nonostante le poche ore di sonno e i tantissimi incontri non sembra sentire alcuna fatica.

(25 Luglio 2013) © Innovative Media Inc.

Fonte Zenit.org
view post Posted: 26/7/2013, 12:13     PAPA RATZINGER IL "GRANDE" - SALA STAMPA
Lo penso anche io, Papa Benedetto ha fatto molto nella Chiesa durante il suo pontificato. Il fatto che i mass media ne abbiano dato poco, o nessuno, risalto non è indice di apatia; Benedetto XVI ha operato molto per l'ecumenismo facendo rientrare nella Chiesa Cattolica sia vecchi gruppi che da essa si erano distaccati tempo addietro sia comunità o piccole chiese che mai ne hanno fatto parte (come una comunità monastica ortodossa in Scozia [se ricordo bene, comunque nell'archivio del forum ci dovrebbe essere l'articolo che ne parla] o varie chiese che hanno abbandonato la Comunione Anglicana per entrare in comunione con Roma)!
view post Posted: 24/7/2013, 14:54     Gmg: Papa, con la fiducia in Cristo dobbiamo essere capaci di "offrire" ai giovani il loro - SALA STAMPA
BRASILE - VATICANO

In 400mila alla messa di inizio della Gmg sulla spiaggia di Copacabana

I giovani non si sono fermati davanti al maltempo. Presenti 175 Paesi. La celebrazione è stata presieduta da mons. Orani Joao Tempesta, arcivescovo di Rio. Il saluto del card. Rylko. Il programma di papa Francesco per oggi.

Rio de Janeiro (AsiaNews) - Almeno 400mila giovani hanno preso parte alla messa sulla spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro, che segna l'inizio della Giornata mondiale della gioventù (Gmg). Per tutta la giornata vi è stato un tempo inclemente, con vento e scrosci di pioggia, che però non hanno bloccato la celebrazione, presieduta dall'arcivescovo di Rio, mons. Orani Joao Tempesta. In un vortice di bandiere da tutto il mondo - sono presenti 175 Paesi - mons. Orani ha detto che in questi giorni "Rio si trasforma nel centro di una Chiesa viva e giovane".

La Gmg è alla sua 28ma edizione. Il tema di quest'anno è "Andate e fate discepoli tutti i popoli". L'arcivescovo di Rio ha sottolineato questo carattere missionario dell'evento. "Andate per le città - ha detto - testimoniate Gesù Cristo, impegnatevi per un mondo nuovo, contagiate tutti con la gioia e la pace di Cristo, come sentinelle del mattino, lavorando per rinnovare il mondo alla luce del progetto di Dio".

Il card. Stanislaw Rylko, prefetto del Pontificio consiglio per i laici, promotore della Gmg, ha salutato i giovani all'inizio della celebrazione, ricordando che l'incontro dei giovani ritorna in America Latina, dopo la memorabile Gmg di Buenos Aires nel 1987, voluta da Giovanni Paolo II. Questa di Rio, voluta e preparata da Benedetto XVI, viene

presieduta da Papa Francesco, "il primo papa latinoamericano". E con parole che echeggiano tutti questi papi, egli ha aggiunto: ""Questa GMG si svolge ai piedi dell'imponente statua del Cristo Redentore del Corcovado. È Lui il vero protagonista di questo evento! Il suo cuore batte di amore infinito per ciascuno di voi e le sue braccia spalancate sono pronte ad accogliere tutti voi! Durante questa GMG, lasciatevi abbracciare da Cristo! Affidate a Lui ogni vostro desiderio, i vostri progetti per il futuro, le vostre gioie più profonde; affidate a Lui anche le scelte più difficili che siete chiamati a fare, le vostre paure e le inquietudine che abitano i vostri giovani cuori! La giovinezza è in sé stessa un'enorme ricchezza: voi la possedete e dovete farla fruttificare! Affidatela a Cristo! Chi sceglie Cristo, non perde nulla, assolutamente nulla, ma - al contrario - guadagna tutto e trova la felicità vera e la vita in pienezza!".

Ieri papa Francesco ha passato una giornata di relativo riposo, incontrando alcuni vescovi e suore. Quest'oggi avrà diversi appuntamenti. I più importanti sono la sua visita al santuario della Madonna di Aparecida, patrona del Brasile, e la visita a Rio all'ospedale Sao Francisco de Assis, nel quartiere Tijuca, specializzato nella cura dei tossicodipendenti.

Fonte Asianews.it
view post Posted: 23/7/2013, 16:02     Gmg: Papa, con la fiducia in Cristo dobbiamo essere capaci di "offrire" ai giovani il loro - SALA STAMPA
BRASILE-VATICANO

Una città intera in strada per accogliere papa Francesco. Il corteo fermato più volte. Dare ad ogni giovane solide fondamenta su cui possa costruire la vita; garantirgli la sicurezza e l'educazione affinché diventi ciò che può essere; trasmettergli valori duraturi per cui vale la pena vivere; assicurargli un orizzonte trascendente per la sua sete di felicità autentica e la sua creatività nel bene; consegnargli l'eredità di un mondo che corrisponda alla misura della vita umana; svegliare in lui le migliori potenzialità per essere protagonista del proprio domani e corresponsabile del destino di tutti".

Rio de Janeiro (AsiaNews) - "Offrire" ai giovani il loro futuro. Non è, per il Papa, un'opzione, ma il criterio di giudizio per la "nostra generazione". Papa Francesco è arrivato a Rio de Janeiro: lo ha subito circondato il calore di una popolazione che ha più volte fermato il corteo (nella foto) che ha traversato le vie della città e al tempo stessso ha trovato subito il modo di "spiegare" il significato che vuole dare alla sua presenza per questa 28ma Giornata mondiale della gioventù.

"La nostra generazione - ha detto nel corso della cerimonia di benvenuto - si rivelerà all'altezza della promessa che c'è in ogni giovane quando saprà offrirgli spazio; tutelarne le condizioni materiali e spirituali per il pieno sviluppo; dargli solide fondamenta su cui possa costruire la vita; garantirgli la sicurezza e l'educazione affinché diventi ciò che può essere; trasmettergli valori duraturi per cui vale la pena vivere; assicurargli un orizzonte trascendente per la sua sete di felicità autentica e la sua creatività nel bene; consegnargli l'eredità di un mondo che corrisponda alla misura della vita umana; svegliare in lui le migliori potenzialità per essere protagonista del proprio domani e corresponsabile del destino di tutti".

Atterrato all'aeroporto della capitale carioca alle 16, il Papa è stato accolto dalla presidente della Repubblica Dilma Rousseff e dalle autorità ecclesiastiche e dello Stato di Rio de Janeiro.

All'aeroporto non c'è stata una cerimonia protocollare, ma due bambini gli hanno offerto dei fiori e un coro di bambini ha intonato alcuni canti, tra cui l'inno della Gmg, ricevendo l'applauso gioioso del Papa e dei presenti.

Secondo programma, Francesco ha quindi lasciato l'aeroporto per recarsi al Palazzo di Guanabara ove ha avuto luogo la cerimonia di benvenuto: otto chilometri tra le vie di una città scesa in strada per salutare l'ospite. Il Papa ha usato prima una piccola utilitaria, per alcuni tratti sommersa dalla folla che ha bloccato più volte il corteo, poi è salito sulla jeep non blindata, come da lui voluto per essere più a contatto con i fedeli. E come succede in occasione delle udienze a Roma, il Papa ha fatto fermare il veicolo più volte per farsi portare dei bimbi da benedire.
In elicottero, infine, è arrivato nel palazzo che è la sede del governo statale.

Rispondendo al saluto della Presidente, Francesco ha innanzi tutto ringraziato la Provvidenza perché "Dio ha voluto che il primo viaggio internazionale del mio Pontificato mi offrisse la possibilità di ritornare nell'amata America Latina".

"Ho imparato che, per avere accesso al Popolo brasiliano, bisogna entrare dal portale del suo immenso cuore; mi sia quindi permesso in questo momento di bussare delicatamente a questa porta. Chiedo permesso per entrare e trascorrere questa settimana con voi. Io non ho né oro né argento, ma porto ciò che di più prezioso mi è stato dato: Gesù Cristo! Vengo nel suo Nome per alimentare la fiamma di amore fraterno che arde in ogni cuore; e desidero che a tutti e ciascuno giunga il mio saluto: "La pace di Cristo sia con voi!".

"Come è noto - ha aggiunto - il motivo principale della mia presenza in Brasile trascende i suoi confini. Sono venuto infatti per la Giornata Mondiale della Gioventù. Sono venuto a incontrare giovani arrivati da ogni parte del mondo, attratti dalle braccia aperte del Cristo Redentore. Essi vogliono trovare un rifugio nel suo abbraccio, proprio vicino al suo Cuore, ascoltare di nuovo la sua chiara e potente chiamata: Andate e fate discepoli tutti i popoli".

"Questi giovani provengono dai diversi continenti, parlano lingue differenti, sono portatori di culture variegate, eppure trovano in Cristo le risposte alle loro più alte e comuni aspirazioni e possono saziare la fame di una verità limpida e di un amore autentico che li uniscano al di là di ogni diversità. Cristo offre loro spazio, sapendo che non può esserci energia più potente di quella che si sprigiona dal cuore dei giovani quando sono conquistati dall'esperienza dell'amicizia con Lui. Cristo ha fiducia nei giovani e affida loro il futuro della sua stessa missione: 'Andate, fate discepoli'; andate oltre i confini di ciò che è umanamente possibile e generate un mondo di fratelli. Ma anche i giovani hanno fiducia in Cristo: essi non hanno paura di rischiare con Lui l'unica vita che hanno, perché sanno di non rimanere delusi".

"Nell'iniziare questa mia visita in Brasile, sono ben consapevole che, rivolgendomi ai giovani, parlo anche alle loro famiglie, alle loro comunità ecclesiali e nazionali di provenienza, alle società in cui sono inseriti, agli uomini e alle donne dai quali dipende in gran misura il futuro di queste nuove generazioni. È comune da voi sentire i genitori che dicono: 'I figli sono la pupilla dei nostri occhi'. Come è bella questa espressione della saggezza brasiliana che applica ai giovani l'immagine della pupilla degli occhi, la finestra attraverso la quale la luce entra in noi regalandoci il miracolo della visione! Che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo andare avanti? Il mio augurio è che, in questa settimana, ognuno di noi si lasci interpellare da questa domanda provocatoria. La gioventù è la finestra attraverso la quale il futuro entra nel mondo, e quindi ci impone grandi sfide".

"Nel concludere, chiedo a tutti la gentilezza dell'attenzione e, se possibile, l'empatia necessaria per stabilirne un dialogo tra amici. In questo momento, le braccia del Papa si allargano per abbracciare l'intera nazione brasiliana, nella sua complessa ricchezza umana, culturale e religiosa".

Fonte Asianews.it
view post Posted: 20/7/2013, 11:33     I cattolici indiani piangono il card. Pimenta, “pastore di una generosità senza limiti” - SALA STAMPA
INDIA

di Nirmala Carvalho
Il porporato è morto nella notte a 93 anni. Oggi il saluto della sua diocesi, ancora incerta la data del funerale. Nominato vescovo da Paolo VI e creato cardinale da Giovanni Paolo II, ha guidato per tre mandati la Conferenza episcopale indiana. Il vescovo ausiliare di Mumbai: “Un grande leader non solo per la diocesi, ma per tutta l’India”.

Mumbai (AsiaNews) - Il cardinale Simon Pimenta "era una santa persona, che sarà ricordata per la sua generosità e per il suo impegno senza limiti. È stato un leader importante non solo per i cattolici di Mumbai, ma anche per quelli di tutta l'India". Con queste parole mons. Dominic Savio Fernandes, vescovo ausiliare di Mumbai, ricorda il compianto presule scomparso questa notte a 93 anni.

Il cardinal Pimenta si trovava nella Casa del clero diocesana, dove risiedeva in attesa che finissero i lavori di ristrutturazione della sua casa, nei pressi della cattedrale del Sacro Nome: "Ha mangiato la sua cena e si era messo a riposare - continua mons. Savio Fernandes - quando un'infermiera ha notato che era scivolato troppo. Il medico è arrivato subito, ma era giunta la sua ora". Per tutta la giornata di oggi la comunità cattolica di Mumbai renderà omaggio al suo arcivescovo emerito: i dettagli del funerale saranno resi noti più avanti.

Nato il 1° marzo del 1920 nel villaggio di Marol, nei pressi dell'allora Bombay, il giovane Simon Pimenta studia presso la St John e poi al St Xavier's College. Ordinato sacerdote il 21 dicembre 1949, ottiene un dottorato in Diritto canonico all'Urbaniana di Roma nel 1954. Tornato in India diventa segretario del cardinal Valerian Gracias, il primo porporato indiano. Poi verranno diversi incarichi, dal rettorato della cattedrale all'insegnamento della liturgia nel seminario diocesano.

Nominato vescovo ausiliare di Bombay il 5 giugno 1971, diventa coadiutore per volontà di Paolo VI il 26 febbraio 1977. L'anno dopo, l'11 settembre, si installa come arcivescovo titolare. Convoca un Sinodo diocesano e si dedica alle attività pastorali e caritatevoli: sotto la sua guida la diocesi inaugura 12 ospedali e 44 dispensari. Dal 1988 viene eletto per tre mandati consecutivi presidente della Conferenza episcopale indiana.

Creato cardinale da Giovanni Paolo II nel Concistoro del 28 giugno 1988, quando riceve la chiesa titolare di Santa Maria Regina Mundi a Torre Spaccata, continua la sua opera pastorale fino all'8 novembre del 1996, quando si dimette per raggiunti limiti di età.

Fonte Asianews.it
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